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 2013  gennaio 25 Venerdì calendario

IL RE D’IKEA NON HA SUCCESSORI

[Entro il 2020 l’azienda vuole raddoppiare le vendite] –
Il fondatore di Ikea, Ingvar Kamprad, a 86 anni non ne vuol sapere di farsi da parte. Continua a dirigere il colosso dell’arredamento da lui creato nel 1943 e non ha ancora deciso quale dei tre figli designare come suo successore. È vero che il patron ha passato la mano come presidente e amministratore delegato (carica detenuta da Mikael Ohlsson), ma egli ha conservato per sé il ruolo di consigliere, oltre a guidare le fondazioni che assicurano il potere della sua famiglia.

A essere finita sul tavolo non è soltanto la questione del passaggio generazionale ma anche quella del mantenimento di un modello di business profittevole. Nel 2012 le vendite sono cresciute del 9,5% a 27 miliardi di euro e l’obiettivo è raddoppiarle entro il 2020. L’utile netto è ammontato a 3,2 miliardi. Come chiarisce Susanne Sweet, esperta di responsabilità sociale delle imprese all’Alta scuola del commercio di Stoccolma, bisogna domandarsi che cosa succederà quando Kamprad sarà scomparso. La sua immagine di uomo originario dello Smaland, la provincia meridionale della Svezia, duro nei contatti, parsimonioso, con tutta la storia costruita intorno alla sua persona, vicino alla gente comune, non ha niente a che vedere con i suoi figli, cresciuti in un altro mondo. Ci si chiede che cosa abbiano conservato dei valori paterni. Nel 1998, per la prima volta, in occasione del discorso natalizio tenuto da Kamprad ai lavoratori Ikea di Almhult, uno dei suoi figli prese la parola, il primogenito Peter.

In molti si chiedono se un giorno, vicino o lontano, toccherà a lui dirigere il colosso da 150 mila dipendenti e se lui e i fratelli saranno all’altezza di questo compito. In un articolo pubblicato nel 2002 dal giornale svedese Smalandposten si diceva che sarebbe toccato proprio a Peter, che oggi ha 48 anni, succedere al padre. Egli prenderà le redini di Stichting Ingka Foundation, la fondazione olandese che ha il potere su Ikea. Gli altri fratelli, Jonas e Mathias, sarebbero anch’essi coinvolti nella gestione aziendale: il primo nel design, il secondo sul versante strettamente imprenditoriale. In ogni caso, sembra certo che nessuno dei tre sia in grado di esercitare lo stesso carisma del fondatore. Il quale, diversi anni fa, disse di non volere che i suoi figli fossero in concorrenza per la conduzione di Ikea e che, presto o tardi, la scelta sarebbe dovuta cadere su uno solo. Negli ultimi anni, tuttavia, pare che ciò non sia avvenuto. Le rare interviste concesse dai figli li vedono tutt’e tre protagonisti, come se parlassero a una sola voce. Da quasi quattro anni il norvegese Per Heggenes fa da portavoce alla famiglia Kamprad; la moglie del fondatore, Margaretha, è scomparsa nel 2011. I maligni sostengono che la famiglia Kamprad è finita sotto tutela. In un’intervista al quotidiano francese Le Monde, Heggenes ha spiegato che i figli hanno rinunciato definitivamente a qualsiasi ruolo operativo all’interno di Ikea. Perciò Peter non subentrerà al padre. I tre hanno lasciato trapelare che intendono lavorare come rappresentanti dei proprietari in seno alle fondazioni. Essi siedono nei consigli di amministrazione: controllano che la cultura e la filosofia aziendale vengano trasmesse alla prossima generazione di dirigenti. Essi, aggiunge il portavoce, preferiscono questo ruolo defilato, che permette di avere la necessaria distanza per seguire i fatti e assicurarsi che i principi, alla base del successo dell’azienda, non vadano smarriti. Una spiegazione suggestiva, che però non chiarisce fino in fondo che cosa avverrà nel dopo-Ingvar.