Massimo Martinelli, Il Messaggero 25/1/2013, 25 gennaio 2013
BERLUSCONI, CARABINIERI AL POSTO DELLA SECURITY STANDA
Erano in quaranta, con due auto blindate e un piccolo servizio di intelligence per pianificare percorsi, soggiorni e trasferte del Cavaliere. Da domani cambieranno le facce, ma non il numero di organici.
CARABINIERI
La scorta ultradecennale di Silvio Berlusconi lascia il campo agli specialisti dei Carabinieri, che già proteggono i presidenti di Camera e Senato e molti ministri. L’avvicendamento è previsto dalla normativa attuale, secondo la quale il premier uscente può mantenere la scorta degli uomini del nostro intelligence fino ad un anno dopo la sua uscita da Palazzo Chigi, per essere successivamente seguito dal reparto scorte dell’Arma.
LIVELLO UNO
Nel caso del Cavaliere, però, l’apparato di sicurezza avrà le stesse dimensioni del precedente: il comitato per l’ordine e la sicurezza che si riunisce periodicamente al Viminale ha infatti mantenuto per l’ex premier il livello di attenzione «Uno», cioè il più alto. Questo significa che oltre alle auto blindate e ad un organico di circa quaranta uomini, della scorta dell’ex premier continueranno a far parte alcuni uomini dell’intelligence, cinque o sei, che avranno il compito di raccogliere informazioni utili per pianificare al meglio le attività di protezione. Faranno insomma attività di intelligence pura; e le loro indicazioni serviranno ai due caposcorta che si alternano ogni dodici ore per organizzare spostamenti e uscite pubbliche nelle migliori condizioni di sicurezza.
SECURITY STANDA
La rinuncia più grossa, forse l’unica, che ha provocato qualche malumore del Cavaliere, riguarda la presenza di alcune decine dei suoi «angeli custodi» storici. Si tratta degli uomini che Silvio Berlusconi volle al suo seguito fin dal ’94, scegliendoli tra i migliori della security della Standa (all’epoca di sua proprietà) e di Mediaset. Si tratta di ex appartenenti ai corpi speciali dell’Esercito, della Marina e dell’Arma, con il brevetto di paracadutismo e addestrati all’uso delle armi automatiche e alle arti marziali miste, che oltre vent’anni fa avevano scelto di entrare nelle due aziende private. Ma che oggi, in alcuni casi, hanno perso probabilmente la freschezza e l’energia di quell’epoca. Per tutti loro, dopo i primi tempi a Palazzo Chigi, Berlusconi dispose l’assunzione nei ranghi dei servizi segreti, per rispettare la norma che assegna all’intelligence il compito di proteggere il capo del governo. Furono tutti accolti al Cesis, l’organismo che coordinava il servizio segreto civile e il controspionaggio militare. In realtà la loro destinazione sarebbe stata il Sisde, ma alcune polemiche legate alla procedura di assunzione per chiamata diretta convinsero il premier a cambiare obbiettivo. E adesso continueranno a fare parte dell’Aisi, come si chiama adesso il servizio segreto civile.
PRIVILEGI
Ognuno di loro manterrà lo stipendio da 007 con tanto di indennità supplementare (circa tremila euro netti al mese) riservata ai funzionari dei servizi. Ma tutti perderanno i privilegi dei quali potevano godere vivendo a stretto contatto con il premier, soprattutto in occasione delle trasferte nelle località di villeggiatura e durante gli eventi conviviali ad Arcore.