Roberto Esposito, IlSole24Ore 23/01/2013, 23 gennaio 2013
L’OBBLIGO DI NON AVERE OMBRE
Ieri mattina, mentre la bufera sul Mps saliva, il vertice con i rappresentanti del Fondo monetario, con non poco imbarazzo. Ieri pomeriggio, riunione-fiume con i suoi più stretti collaboratori nell’Abi e fitto giro di consultazioni con i banchieri italiani, a cominciare dai vertici di Intesa Sanpaolo e UniCredit. Infine, la lettera di dimissioni inviata al vicepresidente vicario dell’Abi Camillo Venesio, ultimo atto della sua gestione dell’Associazione: la decisione di capitolare, fanno sapere fonti vicine a Mussari è maturata non solo per un atto d’orgoglio, ma anche per la coincidenza delle nuove accuse con la visita degli ispettori del Fondo monetario. Mussari non se l’è sentita di affrontare una delle fasi più critiche per l’industria bancaria italiana in una posizione di debolezza, circondato da sospetti: il ruolo che riveste non ammette ombre. Ma se la scelta di Mussari chiude un fronte, quello aperto da chi contestava dentro e fuori l’associazione la sua permanenza al vertice dei banchieri italiani dopo lo stillicidio di accuse che si protrare da oltre un anno, ne certamente aperti altri due non meno delicati: quello giudiziario, con le inchieste avviate un anno fa dalla magistratura e di cui Mussari sarà chiamato a rispondere, e quello istituzionale, con la necessità di trovare un sostituto adeguato per il vertice dell’Abi in una fase estremamente delicata per l’industria bancaria italiana. Sul primo fronte, saranno i giudici di Siena a dover stabilire se Mussari è davvero colpevole di ostacolo alla vigilanza e manipolazione del mercato per il suo ruolo nel controverso acquisto dell’AntonVeneta. E non solo loro. Alla fine del luglio 2012, Mussari era stato infatti rinviato a giudizio per falso e turbativa d’asta nella gara per la costruzione dell’aeroporto di Ampugnano (presso Siena): proprio questo caso fu tra l’altro alla base del ritardo con cui a metà agosto del 2012 l’Abi decise di rinnovargli il mandato. Libero dell’incarico in Abi, Mussari si potrà ora difendere senza rischiare di compromettere l’immagine dell’Associazione e soprattutto quella di un sistema bancario da un lato sotto attacco in Borsa e dall’altro sotto la lente delle istituzioni internazionali. E qui veniamo al secondo punto: il sostituto di Mussari, che secondo alcune indiscrezioni potrebbe essere proprio il presidente vicario dell’Abi Camillo Venesio, dovrà ora non solo ricompattare i banchieri «grandi e piccoli» che compongono l’Associazione, ma anche trattare autorevolmente con il Fondo monetario, con l’Eba e Bankitalia su temi delicatissimi e cruciali per il settore come la questione delle sofferenze, degli accantonamenti e delle ricapitalizzazioni. Mussari ha preso atto che nella situazione in cui si è trovato sarebbe stato impossibile svolgere in modo autorevole il proprio ruolo: se è innocente potrà ora dimostrarlo, ma bisogna comunque dargli atto di aver fatto una scelta responsabile per le banche e in ultima analisi per il sistema-Italia.