D, la Repubblica 19/01/2013, 19 gennaio 2013
DARIA BIGNARDI
Il suo primo ricordo culturale?
I tascabili grigi della Bur dei classici russi e francesi nella libreria di mia madre.
Il posto dove le vengono le idee?
Ovunque al mattino molto presto.
Quale è l’idea dietro il suo nuovo libro, L’acustica perfetta?
La prima frase: «Ho amato nella vita una donna sola: quando mi lasciò non la rividi per sedici anni». È nato tutto da lì.
E il titolo?
L’acustica perfetta è quel che cerca Arno, il protagonista, ma anche Sara.
Qual è stato il miglior commento, magari su social network, ricevuto dai primi lettori?
«Ieri sera appuntamento col mio grande amore che non vedevo da vent’anni. Non è venuta. Maledetti romanzi che ti fanno sognare».
E come scrive?
Al mio computer, in ogni momento libero.
Cosa sta leggendo?
Ho finito ieri sera Gli innamoramenti, di Javier Marias. Bello.
Pensa che le scrittrici donna siano in qualche modo...? Continui la frase.
Come gli scrittori. Ci sono donne che scrivono da uomo e uomini che scrivono da donna.
Il libro dove vorrebbe abitare?
Festa mobile di Hemingway, a Parigi negli anni Venti.
Un film recente che l’ha colpita?
Argo, di Ben Affleck.
Musica. La sua biografia in una playlist?
Comincia con Fabrizio de Andrè, passa per i Talking Heads e arriva a Vasco Brondi.
E un brano per il funerale?
Eye In The Sky di Alan Parsons Project.
Tv? Oltre a farla, cosa guarda?
MasterChef Italia su Sky: ho una cotta per Joe Bastianich.
Cose sul sesso imparate da libri, musica, film?
Tutto da Moravia, verso i dodici anni.
Una parola che ama.
Misericordia.
E una che odia?
Decisionista.
Mai compiuto illegalità nel nome della cultura?
Da ragazzina ho rubato in libreria Il gioco delle perle di vetro di Herman Hesse.
IPhone, Blackberry? Legge ebook?
Io e il mio iPhone siamo una cosa sola.
La sua dieta mediatica quotidiana?
Ogni mattina Twitter, Il Post, Repubblica e Corriere su iPad.
Cosa risponde a chi dice che Twitter ci fa male?
Ci son dentro fino al collo.
Come educa i suoi figli rispetto all’uso di iPad, videogames, ecc?
Il grande mi frega l’iPad per leggere i quotidiani, la piccola per nutrire i Puffi. Sono contraria solo ai giochi rincoglionenti sul telefonino.
Qualcosa che le ha insegnato qualcuno con cui ha lavorato?
Che c’è solo un modo di fare le cose: bene.
Allergie culturali?
Le lenzuolate di pagine culturali dei quotidiani sull’antica Roma o autori obsoleti.
Generi che non sopporta?
Fantasy.
La sua frase/scusa preferita, simbolo della sua identità?
Chi non fa, non falla.
Cosa non sopporta della cultura italiana?
I pregiudizi e l’autoriferimento, ma sono inevitabili