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 2013  gennaio 22 Martedì calendario

MEZZO SECOLO DI PARIGI-BERLINO

[Il battaglione franco-tedesco è chiamato: un, zwei, trois] –
Oggi il Trattato di amicizia tra Germania e Francia compie mezzo secolo, e i deputati dell’Assemblea nazionale verranno a Berlino per una seduta in comune con i colleghi del Bundestag. Ma nella sala alcuni dovranno stare in piedi. Non è uno dei tanti anniversari, da ricordare burocraticamente.

Il gesto compiuto da Charles de Gaulle e Konrad Adenauer il 22 gennaio del 1963 cominciò a cambiare realmente l’Europa. Francesi e tedeschi avevano trascorso quasi un secolo a farsi la guerra. Nel 1870 i prussiani conquistarono Parigi e chiesero una cifra esosa per danni che investirono nell’industria nazionale, e nacque la Germania unita.

La stele della vittoria a Berlino è fatta con i cannoni francesi. Nel 1918, a Versailles, i francesi si vendicarono imponendo alla Germania vinta un rimborso esoso che provocò la grande crisi della Repubblica di Weimar e contribuì all’avvento di Hitler (si può discutere in che misura). Nel 1940, le truppe del III Reich occuparono la Francia, e molti francesi collaborarono con il nemico. L’attrice Arletty ebbe un grande amore con un ufficiale tedesco, come Coco Chanel. Loro vennero perdonate, migliaia di donne dopo la liberazione furono rapate per vendetta, e duemila fucilate.

Oggi è difficile rendersi conto del significato del Trattato dell’Eliseo. Ancora nel 1960 fece scandalo un film come Il passaggio del Reno di André Cayatte, che vinse il Leone d’oro a Venezia: Charles Aznavour, prigioniero di guerra, ama una ragazza di paese, e alla fine della guerra decide di tornare in Germania, dove si trova meglio che in patria. Uno scandalo per i francesi, che si indignarono due anni dopo per Jules e Jim di Truffaut, un triangolo d’amore tra Francia e Germania. Una storia vera e autobiografica dello scrittore Henri-Pierre Roché. Il Jules del romanzo e del film era lo scrittore tedesco Franz Hessel. Suo figlio Stéphane ha scritto a novant’anni il bestseller Indignatevi, tradotto anche in italiano.

Un’amicizia non facile di qua e di là del Reno, e che oggi appare scontata. Un reparto militare tedesco sfila il 14 luglio sotto l’Arco di Trionfo, ed è stato creato un battaglione misto franco-tedesco, soprannominato con ironia «un, zwei, trois». Anche la nostra Unione europea è nata sul primo accordo tra Francia e Germania, nei primi anni del dopoguerra, a cui ci unimmo subito anche noi. In realtà il cuore dell’Ue rimane il triangolo Francia-Germania-Italia. La Gran Bretagna, come consigliava inascoltato De Gaulle, meglio che restasse fuori. Quando funziona l’asse Parigi-Berlino, e ieri Bonn, funziona l’Europa. Hanno trovato sempre un’intesa un conservatore come Giscard d’Estaing e un socialdemocratico come Helmut Schmidt, poi al contrario il cristianodemocratico Helmut Kohl e il socialista Mitterrand, che era stato prigioniero in Germania, e infine Gerhard Schröder e Chirac, la Merkel e Sarkozy.

Ma, come in Jules e Jim, il rapporto migliore è a tre, con l’Italia a fare da pendolo tra i due partner più forti. Un ruolo difficile e vitale a cui negli ultimi anni abbiamo rinunciato. Prima Berlusconi si buttò nelle braccia di Bush («sono d’accordo con lui prima ancora che parli»), mentre i francesi e i tedeschi dicevano saggiamente no alla guerra di Bush. Monti è diventato il miglior partner della Merkel, e poi ha flirtato con un Hollande che non entusiasma Frau Angela. All’anniversario, Francia e Germania dedicano un intero anno di eventi e celebrazioni che, come al solito, a noi non interessano. Eppure, oltre 50 anni fa, Il passaggio del Reno fu prodotto anche dall’Italia.