Luigi Chiarello, ItaliaOggi 22/1/2013, 22 gennaio 2013
NON MI CANDIDO PER DIFENDERMI
[Moggi: non voglio pensino che cerco solo l’immunità] –
«Non mi candido perché non voglio che qualcuno pensi che cerco l’immunità parlamentare. Il processo Calciopoli è prossimo e io voglio difendermi senza trucchi. E dimostrare la mia innocenza»: Luciano Moggi spiega così a ItaliaOggi la sua scelta di non «salire» in politica.
La decisione, annunciata nel week end a ridosso della presentazione delle liste, covava sottotraccia. Nonostante gli annunci del leader dei Riformisti Italiani, Stefania Craxi.
Più volte, la settimana scorsa, ItaliaOggi ha raggiunto l’ex direttore generale della Juventus. Ma, ogni volta, Moggi aveva rintuzzato, spiegando: «La decisione non è stata ancora presa. Prima di un passo formale, ogni dichiarazione sarebbe poco seria». Ora, Moggi una scelta l’ha fatta e ItaliaOggi lo ha stuzzicato per capirne le motivazioni. Alla politica, big Luciano non dice addio. E’ più un arrivederci, che non trascura il «pallone» e le sue degenerazioni. Come il calcioscommesse: «Se il campionato è in queste condizioni», aggredito dalla criminalità organizzata, «dovete chiederlo a Abete, non a me. Io sono fuori», dice.
Domanda. Perché ha rinunciato a candidarsi sul filo di lana?
Risposta. Perché sono impegnato col processo Calciopoli. Si avvicina e io voglio dedicare tutte le mie energie a quella vicenda che ha coinvolto e poi distrutto le famiglie di arbitri e assistenti del tutto estranei alla vicenda. Una vicenda servita solo a favorire la candidatura politica di altri_ Ringrazio però Stefania Craxi, che mi ha dato l’opportunità di candidarmi.
D. Tutto qui?
R. Vede, c’era chi poteva immaginare che io volessi ricorrere all’immunità parlamentare. Una delle tante malignità con cui mi tocca convivere da tempo. Ma a me non interessa. Io voglio solo dimostrare la mia estraneità ai fatti, senza aver bisogno di niente.
D. Cercherà la prescrizione?
R. Non cerco scorciatoie, sono innocente e voglio dimostrarlo. Ma di questo non voglio parlare. I processi non si fanno sui giornali. Non voglio comportarmi come chi mi ha _
D. Resta il fatto che Stefania Craxi aveva lanciato la sua candidatura su tutto il territorio nazionale come simbolo della lotta al meccanismo del capro espiatorio. Lei è il Bettino Craxi del calcio?
R. Io mi voglio considerare solo Luciano Moggi. Niente di più, niente di meno. So solo che non ho fatto nulla e mi sto difendendo dalle accuse.
D. Anche lei ha avuto il suo hotel Raphael. Però non è fuggito in Tunisia _
R. Io mi sono fermato ad affrontare il processo perché credo di poterlo affrontare con tanto lavoro e in tutta tranquillità. La tranquillità di chi non ha fatto nulla. C’è poi da dire che la vicenda Craxi era tutta politica; io vivo una cosa molto meno complessa.
D. Vignette ironiche e corsivi corrosivi sui giornali. L’allenatore della Roma, Zeman, la descrive come la cartina di tornasole del Paese. Molti giornalisti la dipingono come il male assoluto. Stefania Craxi la candidava contro il circo mediatico. Che ne pensa?
R. Qui c’è da mettere un punto: voi giornalisti mi fate sempre domande su Zeman e si finisce sempre in commedia. Che c’entra Zeman in questa storia qua? A Zeman fate domande su di me. A me su di lui. Lui può dare risposte perché ha poco da dire. Io non voglio dare alcuna risposta su di lui.
D. Cosa ne pensa della puntata sul calcioscommesse di Presa Diretta? Ha svelato uno scenario inquietante: la ’ndrangheta nel calcio. Giocatori costruiti a tavolino dalle cosche. Si è raccontato del giocatore Salvatore Aronica, definito vicino alla cosca Vitale di Palermo. E si è detto di come la Juve lo acquistò direttamente dal Bagheria e, tenendolo due anni in pancia (1996-1998, ndr) senza giocare quasi mai (una sola partita, ndr), il suo valore sia stato gonfiato.
R. Questa è la domanda che dovete fare a Giancarlo Abete, presidente della Federazione italiana giuoco calcio dal 2007 e confermato all’unanimità nel ruolo fino al 2017. Se il calcio italiano è in questa condizione, vuol dire che il capo ha funzionato poco. Io sono fuori dal calcio ormai e della situazione attuale ne risponde chi sta dentro. Se poi volessi rientrarci è un altro discorso_
D. Vuole rientrarci?
R. Adesso faccio l’opinionista. E mi sta bene così. Anche perché, se in questa veste io do un pronostico e sbaglio, dico vabbè_ ho sbagliato (ride). Se, invece, sbaglio ad acquistare un giocatore, beh_ la responsabilità è differente.
D. Avrei dovuto farle una intervista da politico_
R. Eh, ma capiterà. Capiterà_ (ride).