VARIE 22/01/2013, 22 gennaio 2013
APPUNTI SU GAZZETTA - ANCORA SUL CASO COSENTINO
NAPOLI - "Tutte queste foto per un impresentabile". Lancia una battuta pungente ai fotografi che lo aspettavano per la conferenza stampa Nicola Cosentino, il coordinatore campano del Pdl escluso dalle liste del partito. "Ho lottato fino alla fine per la candidatura, ma non per una questione di immunità. Avrei potuto candidarmi con uno dei tanti partiti che me l’hanno offerto. Ma io non vendo la dignità per l’immunità perché penso che valga molto di più - ha detto Cosentino, suscitando un grande applauso tra i presenti -. Non ho fatto un passo indietro", ha proseguito, smentendo di aver acconsentito volontariamente di uscire dalle liste e spiegando che la posizione del partito non è stata condivisa, ma accettata. Poi, parlando del Cavaliere, ha detto: "Il presidente Berlusconi è una persona assolutamente straordinaria alla quale mi lega un vincolo di rapporto di stima e di amicizia".
Indagato dal ’96. Cosentino ha ricordato di essere indagato dal 1996, ma solo ora è stata messa in atto una "montatura mediatica che ha determinato la mia esclusione". ’’È una montatura contro di me che
mi impedisce di candidarmi alla Camera - ha insistito -. Una montatura creata su modello di quella che nel 2010 mi ha impedito di correre per la presidenza della Regione Campania’’.
In campo col cuore. ’’Accetto l’esclusione dalle liste senza nessuna polemica. Se può servire a prendere qualche voto in più e battere queste sinistre, va bene. Non potrò partecipare direttamente alla competizione ma lo farò con il cuore’’. Poi ha aggiunto: "Potevo portare voti a livello locale ma farne perdere a livello nazionale. Questo focus consegnato al partito ha portato al provvedimento" di esclusione dalle liste del Pdl. "C’è questa sete, fame, di sangue che oggi rincorre la piazza. Che certa stampa rincorre, stampa che non ha più rispetto delle persone. Fa tutto brodo per andare alla ricerca dei retroscena - ha polemizzato-. Ora la stampa scelga un’altra icona del male".
La frecciata ad Alfano. "Non ho niente contro i perdenti di successo". Nicola Cosentino non ha risparmiato sferzate durante la conferenza stampa, riferendosi al segretario del Pdl Angelino Alfano. "Io non ho mai forzato la mano - ha detto -. È sempre stata una discussione politica. Ho profonda stima di Angelino come di tutto il gruppo dirigente del Pdl", ha aggiunto, smentendo quanto riportato dalla stampa. "Ho detto ’Mi avete fottuto tutti?’ Assolutamente no, è la solita macchina del fango", ha spiegato Cosentino. "Si è detto - ha aggiunto - che sono quasi venuto alle mani con Angelino Alfano. Ma no, io non ho niente rispetto alla categoria dei perdenti di successo. Ho profonda stima di Angelino come di tutto il gruppo dirigente".
Le liste sparite. "Io non sono mai scappato da niente e da nessuno. Le liste sono state regolarmente consegnate", ha precisato Cosentino. ’’Sono stato fino a notte fonda a Palazzo Grazioli a dare il mio contributo ad organizzare le liste - ha sottolineato - una parte dei documenti li avevo io e li ho consegnati al mio commissario che già dalle cinque era in tribunale’’. ’’Si è montato un caso e per evitare che ci potesse essere un mio ritorno in campo. È stato scritto di tutto. Che ero scappato con le liste, che volevo esserci a tutti i costi. Vi ho deluso, ma certo avete raggiunto l’obiettivo. Da adesso sono un cittadino comune", ha affermato il coordinatore campano, che ha aggiunto: "Mi dedicherò a difendermi". Poi ha ribadito: "Non sono scappato dai giudici e dai processi" dicendo che vuole un "giudizio immediato" e aggiungendo: "Uno dei miei accusatori si è tolto la toga ed è andato a fare l’assessore nella giunta de Magistris".
Il carcere. "Vorrei andare in galera ma a fronte di una sentenza - ha detto ancora Cosentino, parlando delle vicende giudiziarie che lo riguardano -. Perché dovrei andare in carcere se oggi sono cittadino comune e non ho più potere di condizionare - si chiede -?. Se ci vado è perché siamo in un Paese non civile, se ci vado ci vado con la mia dignità. Chiedo un processo immediato’’. È convinto, dunque, che potrà evitare il carcere ma, ’’se dovesse capitare, lo accetterò con dignità. Non ho questa preoccupazione’’. Poi ha ironizzato: "Perché io fuori e gli altri dentro? Perché sono il capo degli impresentabili...".
Casalesi. "L’unico referente vero dei Casalesi in Parlamento è l’onorevole Bocchino: è stato lui a essere eletto nel 1996 nel collegio di Casal di Principe", ha proseguito Cosentino."Mi riferisco ovviamente alla parte buona dei cittadini casalesi - ha aggiunto -, ma le sue fortune sono iniziate da là. Io nel ’96 ero candidato a Piedimonte Matese, dove la camorra non è mai esistita, poi sono sempre stato candidato nei listini bloccati. E tra l’altro, l’unica volta che si è votato con le preferenze, ho perso alle provinciali del 2005. Mi chiedo: ma questi Casalesi sono un clan di fessi che si scelgono male il loro referente?", ha detto, suscitando uno dei quattordici applausi che hanno accompagnato alcuni passaggi della conferenza e respingendo fermamente l’accusa di essere stato il candidato dei clan. La risposta di Italo Bocchino all’affermazione di Cosentino non si è fatta attendere: ’’Cosentino dice il vero quando ricorda che nel 1996 fui eletto deputato nel territorio da cui provengo e che di quel collegio faceva parte anche Casal di Principe - ha detto il vicepresidente di Fli -. Risponde altresì al vero che sono stato il riferimento in parlamento della gente perbene di quella terra martoriata da Gomorra e dalle collusioni tra camorra e politica. Aver fatto il parlamentare di quel territorio senza essere mai sfiorato da nessuna inchiesta sulla camorra, come invece è capitato a Cosentino, è per me motivo d’orgoglio’’.
Caldoro punto di riferimento. "Oggi il punto di riferimento è Caldoro il quale non potrà più giocare al buono e al cattivo. A lui la gestione della campagna elettorale. Sono certo che abbiamo una squadra vincente", ha dichiatrato Cosentino a chi gli chiedeva cosa ora succede nel Pdl in Campania.
Lega: alleato scomodo. "L’alleanza Pdl-Lega consente alle forze moderate di essere alternative alle forze di sinistra. Nei momenti essenziali la Lega non si è mai sottratta ed è sempre stata un alleato scomodo, ma fedele", ha risposto il coordinatore campano a un giornalista.
Berlusconi: "Colpa dei giudici". L’esclusione di big del partito dalle liste, come Nicola Cosentino, è stata una "scelta dolorosa", a loro "va il mio ringraziamento per aver rinunciaro sponte propria". Silvio Berlusconi, a Studio Aperto, torna ad accusare i magistrati e attribuisce a loro la responsabilità di aver dovuto rinunciare a importanti candidature: "Noi abbiamo dovuto chiedere a nostri amici di rinunciare a essere presenti nelle liste perché una magistratura politicizzata li aveva attaccati e questo fatto, divugato dai media poteva diminuire il nostro consenso". Il Cavaliere, comunque, non teme contraccolpi a livello locale. Poi l’ex premier ha spiegato che, senza quelle esclusioni "poteva diminuire il nostro consenso". Poi ha aggiunto: "Io a questo punto sono sicuro di vincere". Per Berlusconi, poi, in Italia si ricorre troppo facilmente alla custodia cautelare in carcere: "Non si può andare avanti con questo sistema dell’uso ossessivo della custodia cautelare prima del processo. Le nostre carceri ospitano il 50% di chi, sottoposto a processo, è innocente e poi viene assolto. Con troppa facilità si toglie il bene massimo della libertà, per un’accusa che poi si rivela infondata". "Quindi, e’ necessario - ha proseguito - un istituto come la cauzione, strumento usato in molti Paesi come l’America, e occorre ridurre questa tentazione dei magistrati di togliere la liberta’".
(22 gennaio 2013)
REPUBBLICA.IT
Nelle liste dei candidati del Pdl alla Camera e al Senato non mancano i nomi destinati a far discutere. Da Renato Farina, alias agente Betulla, già condannato in primo grado. A Salvatore Sciascia, condannato in via definitiva a due anni e sei mesi per corruzione. Sono in totale 48 le liste presentate in Lombardia per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio, 27 al Senato e 21 alla Camera.
A conferma del ruolo che potrebbe giocare la Lombardia nell’esito del voto, in particolare al Senato, molti big dei partiti si candidano nella regione. Come capolista o tra le teste di serie. Da Bersani a Berlusconi, da Umberto Bossi a Calderoli, da Gabriele Albertini a Rocco Buttiglione. Al magistrato Antonio Ingroia capolista alla Camera in tutte e tre le circoscrizioni per Rivoluzione civile, che candida alla Camera l’ex grillino Giovanni Favia. E che si presenta anche al Senato. Fra gli ultimi a consegnare le liste, Pdl e Pd. Nel partito di Silvio Berlusconi non mancano i nomi destinati a far discutere. Da Renato Farina (numero 10 nel collegio Lombardia 2 della Camera), che oltre ad aver patteggiato una condanna nel caso Abu Omar è stato condannato in primo grado a quasi tre anni per una visita non autorizzata in carcere a Lele Mora.
Per non parlare di Alfredo Messina e Salvatore Sciascia (rispettivamente numero 10 e 11 al Senato), il primo coinvolto in una vicenda di frode fiscale. Il secondo condannato in via definitiva a due anni e sei mesi per corruzione. Per il resto, confermate le previsioni della vigilia: Berlusconi capolista al Senato,
seguito da Roberto Formigoni. Un seggio blindato anche per il portavoce del Cavaliere, Paolo Bonaiuti, numero 4 nella lista per il Senato. Prima del coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani. Confermati il ciellino Maurizio Lupi capolista nel collegio Lombardia 1 della Camera, Mariastella Gelmini alla testa del collegio Lombardia 2 e Daniela Santanchè capolista nel collegio Lombardia 3, seguita da Paolo Alli, braccio destro di Formigoni.
Fra i non ricandidati a Palazzo Madama c’è Ombretta Colli. Nel Pd, al contrario, l’unica novità della ultim’ora è la candidatura al Senato del capo di gabinetto del sindaco, Maurizio Baruffi (numero 16 in lista) che si è messo in aspettativa senza stipendio fino alla data del voto. Candidata alla Camera nel collegio Lombardia 1 anche Daniela Gasparini, sindaco di Cinisello che si è già dimessa. La prefettura ha nominato un commissario in attesa chi sia fissata la data del voto. Il resto è ciò che era già stato annunciato. Capolista al Senato è Massimo Mucchetti, Pier Luigi Bersani in testa al collegio Lombardia 1 della Camera, Carlo Dell’Aringa nel Lombardia 2, Cinzia Maria Fontana in Lombardia 3. La Lega schiera Matteo Salvini alla Camera e Roberto Calderoli e Giulio Tremonti al Senato. Fratelli d’Italia di Ignazio La Russa punta su Viviana Beccalossi e Giorgia Meloni. E su Guido Crosetto al Senato.
L’Udc, Rocco Buttiglione e Giorgio Guerrini alla Camera e al Senato appoggia Gabriele Albertini, leader del tridente montiano con Pietro Ichino. Il Centro democratico candida come capolista al Senato il vicesindaco Maria Grazia Guida che ha annunciato le sue dimissioni e Bruno Tabacci nella circoscrizione Lombardia 1 della Camera, che invece si è già dimesso da assessore comunale al Bilancio. Per il Movimento 5 Stelle scendono in campo come capolista al Senato Giovanna Mangili, alla Camera Paola Carinelli, Ferdinando Alberti e Alberto Zolezzi. Sel punta su Monica Frassoni al Senato e su Claudio Fava, Titti Di Salvo e Franco Bordo alla Camera. I Moderati italiani di Gianpiero Samorì schierano capolista al Senato Giuseppe Crespolini. Tra le altre liste, Pensionati, Partito pirata, la Destra, Forza nuova, Fiamma tricolore e Unione padana.
(22 gennaio 2013)