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 2013  gennaio 22 Martedì calendario

L’AMERICA E L’OSSESSIONE PER IL RISPETTO DELLE REGOLE - Obama non aveva scelta. Tutti i sei presidenti che prima di lui si erano trovati nell’identico frangente avevano rinviato di un giorno la cerimonia pubblica del giuramento per rispetto della Costituzione, da James Monroe nel 1821 a Ronald Reagan nel 1985

L’AMERICA E L’OSSESSIONE PER IL RISPETTO DELLE REGOLE - Obama non aveva scelta. Tutti i sei presidenti che prima di lui si erano trovati nell’identico frangente avevano rinviato di un giorno la cerimonia pubblica del giuramento per rispetto della Costituzione, da James Monroe nel 1821 a Ronald Reagan nel 1985. In America, la domenica le istituzioni dello Stato, la Corte suprema e le altre corti innanzitutto, sono chiuse, e le regole non possono essere disattese. È il formalismo che contraddistingue la giurisprudenza e la cultura politica americane: non di rado, la prima si attiene più alla lettera che allo spirito della legge, e la seconda la osserva più nella forma che nella sostanza. Il rispetto delle regole non si estende sempre dal cerimoniale all’esercizio del potere. Tra gli ultimi a dimostrarlo vi fu George W. Bush, che nella guerra al terrorismo violò quelle dei diritti civili, e disconobbe i trattati internazionali. Nella storia, un solo presidente pagò le sue deroghe alle regole: Richard Nixon, costretto a dimettersi nel 1974 in seguito allo scandalo Watergate. Una delle giustificazioni addotte per il giuramento privato di Obama l’altro ieri è che l’America non può restare un giorno senza il presidente, il comandante supremo delle forze armate. Ma né James Monroe né Zachary Taylor, uno dei suoi successori, giurarono in privato dopo avere rinviato al lunedì la cerimonia pubblica. Monroe consultò la Corte suprema e attese serenamente 24 ore, e Taylor ne segui l’esempio: entrambe le volte, l’America non avvertì alcun vuoto di potere. Che in realtà sia più che altro formalismo lo conferma l’inaugurazione della presidenza Obama nel 2009. Alla cerimonia pubblica, il presidente della Corte suprema John Roberts lesse la formula sbagliata. Nel timore che il giuramento non fosse valido, fece giurare Obama in privato il giorno dopo. E C.