21 gennaio 2013
APPUNTI PER GAZZETTA - LE LISTE PULITE E IL CASO COSENTINO
REPUBBLICA.IT
ROMA - La lunga battaglia delle liste del Pdl alla fine sembra averla vinta chi si è opposto alla candidatura dell’impresentabile Nicola Cosentino, ma potrebbe essere una vittoria di Pirro. Contemporaneamente alla scelta di escludere l’ex sottosegretario indagato per collusioni con la camorra (ma c’è ancora chi lascia dei margini di incertezza su una possibile inclusione in extremis), sono scomparse infatti le liste con le firme di chi aveva già accettato le candidature in Campania. Sparizione di cui più di un dirigente del Pdl accusa lo stesso Cosentino, ma che dal Pdl viene smentita. "La notizia relativa a una presunta sparizione delle liste elettorali della Campania è destituita di fondamento", si legge in una nota. "Tutta la documentazione è nelle mani del commissario regionale della campania, senatore Francesco Nitto Palma, che sta provvedendo al deposito. Operazioni di deposito dei documenti che stanno avvenendo regolarmente in tutta Italia".
Palma nel pomeriggio è arrivato effettivamente alla Corte di Appello, sede dove si presentano le liste per le elezioni politiche di Campania 1 e Senato, ma i documenti spariti sarebbe quelli relativi a Campania 2.
Più di una fonte riferisce inoltre di un partito nel caos: entro le 20 di questa sera devono essere raccolte di nuovo le firme di accettazione dei candidati e i candidati del Pdl sono impegnati in una corsa contro il tempo: chi era a Roma sta cercando di tornare il più rapidamente possibile a Napoli per poter firmare nuovamente l’accettazione della candidatura. E sembra che numerosi esponenti del Pdl si siano radunati all’Hotel Terminus, vicinissimo alla Stazione Centrale, dove stanno firmando nuovamente la loro candidatura nelle liste elettorali in un clima di forte tensione. "Perchè siamo qui? Perchè dobbiamo firmare nuovamente le candidature e non sappiamo neanche perche" spiega Ciro Falanga candidato al Senato.
Ma non è tutto: Cosentino avrebbe chiesto anche ai suoi fedelissimi di chiamarsi fuori dalle liste, creando un vuoto di almeno 8-10 posti tra Camera e Senato, che dovranno essere riempiti in tempi brevissimi. In queste ore, riferiscono, da via dell’Umiltà starebbero contattando anche esponenti campani del Pdl e anche di ’Grande Sud’ per coprire le caselle lasciate libere dagli uomini dell’ex sottosegretario (in questo caso, però, dovrebbero ritirare la loro candidatura col il movimento di Gianfranco Miccichè).
Un esito clamoroso, arrivato dopo che questa mattina Berlusconi ha riconvocato i vertici del Pdl per definire le liste del partito. Cosentino nella notte sembrava averla avuta vinta, ma poi è riesplosa la resistenza di Angelino Alfano.
Un’incertezza nel fare pulizia nelle liste che ha scatenato oggi un durissimo commento del leader di Sel Nichi Vendola. "A sinistra vogliamo far sentire profumo di diritti sociali. A destra si sente ancora la puzza di camorra", ha scritto su Twitter il presidente della Regione Puglia.
Di sicuro c’è la scelta di candidare Berlusconi capolista al Senato in tutte le regioni. Tra i seggi blindati, pure quello di Luigi Cesaro: l’ex presidente della Provincia di Napoli dovrebbe correre al secondo posto in Campania 1, dietro il capolista Gianfranco Rotondi. L’avrebbe spuntata anche Michele Pisacane, del Pid, nella circoscrizione 2, dove capolista è Mara Carfagna, seguita da Nunzia De Girolamo.
Resta ancora da capire poi come sono stati affrontati altri due casi legati alla candidatura di Cosentino, quelli di Alfonso Papa e Gennaro Coronella. " "Io ’impresentabile’ secondo i sondaggi della Ghisleri? La politica è fatta di umanità non di numeri. Ho visitato 25 carceri in tutta Italia, incontrato migliaia di persone di cui la cosiddetta casta non si interessa affatto", ha ribadito anche oggi Papa parlando a KlausCondicio. Il senatore Coronella si era lamentato invece di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione sulla sua candidatura malgrado non abbia mai ricevuto un avviso di garanzia.
Problemi almeno in parte risolti in Abruzzo, dove la proposta di un seggio sicuro per i transfughi dell’Idv Antonio Razzi e Domenico Scilipoti aveva scatenato le proteste dei dirigenti locali del Pdl, con la minaccia di dimissioni dal partito del governatore Gianni Chiodi. Scilipoti potrebbe essere dirottato in Calabria, mentre a Razzi è stata assegnata un posizione a rischio di esclusione, il quarto posto per il Senato. Non piace, ai quadri locali, neppure il nome di Augusto Minzolini: numero due in Liguria al Senato dopo Silvio Berlusconi. "Siamo pronti a lasciare in massa", annuncia il sindaco di Sanremo Maurizio Zoccarato.
Sempre in Calabria è stata candidata come numero 2 alla Camera Rosanna Scopelliti, figlia 29enne del magistrato Antonio, assassinato dalla criminalità organizzata nel 1991. Mentre in Friuli Venezia Giulia Bernabò Bocca, presidente della Ferderalberghi, è in lista come numero 2 al Senato.
Ha annunciato invece l’intenzione di rinunciare alla candidatura Marco Milanese, in passato consulente dell’ex ministro Tremonti e deputato del Pdl, coinvolto in alcune inchieste giudiziarie. "Preso atto delle polemiche pretestuose che la mia candidatura pone al partito - ha detto all’Ansa - ribadendo la necessità che venga sempre affermata per tutti la presunzione di non colpevolezza prima di una sentenza definitiva di condanna, pur considerando che nei miei confronti non ne è intervenuta neanche una di primo grado, comunico di aver ritirato sin da ieri la mia candidatura dalle liste del Pdl al fine di evitare ogni strumentalizzazione delle mie vicende giudiziarie". Dopo il ritiro di Milanese, anche Amedeo Laboccetta e Mario Landolfi sarebbero stati esclusi.
Risolta invece la grana Marche. "Mi metto a disposizione e accetto la candidatura, al presidente Berlusconi non si può dire di no", ha spiegato il deputato Remigio Ceroni, coordinatore del Pdl delle Marche, dopo aver incontrato l’ex premier a Palazzo Grazioli. Ieri Ceroni aveva annunciato il ritiro della candidatura per i troppi ’paracadutati’ nelle liste di Camera e Senato nella sua regione.
(21 gennaio 2013)
CORRIERE.IT
Pdl-choc a poche ore dal termine per la presentazione delle liste. Alla fine di un faticoso braccio di ferro Nicola Cosentino è stato escluso dalla candidatura in Campania, ma a un certo si è diffusa la voce che le liste per la Camera nella stessa regione (Campania 2) sono misteriosamente sparite. Un caos che ha dell’incredibile e che il partito ha cercato di ricomporre con un secco comunicato. «La notizia relativa a una presunta sparizione delle liste elettorali della Campania è destituita di fondamento - si legge nella nota - . Tutta la documentazione è nelle mani del commissario regionale della Campania, senatore Francesco Nitto Palma, che sta provvedendo al deposito».
CAOS E VOCI - Secondo i rumor dunque smentiti e riferiti in prima battuta dall’agenzia Agi, nel partito di Silvio Berlusconi c’è chi sostiene che l’ex sottosegretario, furioso per la mancata candidatura, avrebbe portato via con sè i documenti per la sottoscrizione delle candidature. Per poter consegnare le liste entro le ore 20 sarebbero state nuovamente raccolte le firme in fretta e furia. Per questo, i candidati del Pdl sono stati impegnati in una corsa contro il tempo: chi era a Roma è andato a Napoli per poter firmare nuovamente l’accettazione della candidatura. E intorno alle 18 Nitto Palma è arrivato alla Corte d’Appello per la consegna.
VENDOLA: «PUZZA DI CAMORRA»- Prima del «no» a Cosentino, arrivava il duro commento di Nichi Vendola: «A sinistra vogliamo far sentire profumo di diritti sociali. A destra si sente ancora la puzza di camorra» scrive su Twitter il leader di Sinistra Ecologia Libertà.
GLI ALTRI - In precedenza Marcello Dell’Utri aveva già confermato che lui non sarà in lista. Ha rinunciato anche Marco Milanese, in passato consulente dell’ex ministro Giulio Tremontil, coinvolto in alcune inchieste giudiziarie. «Preso atto delle polemiche pretestuose che la mia candidatura pone al partito - ha detto Milanese all’Ansa - ribadendo la necessità che venga sempre affermata per tutti la presunzione di non colpevolezza prima di una sentenza definitiva di condanna, pur considerando che nei miei confronti non ne è intervenuta neanche una di primo grado, comunico di aver ritirato sin da domenica la mia candidatura dalle liste del Pdl al fine di evitare ogni strumentalizzazione delle mie vicende giudiziarie».
MINZOLINI IN LIGURIA - Al di là dei nomi dei cosiddetti «impresentabili», si vanno in ogni caso definendo gli elenchi per le diverse regioni. Le notizie trapelano a singhiozzo. Si sa ad esempio che Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1, si candida con il Pdl a un seggio in Senato: correrà in Liguria e il suo nome sarà subito dopo quello di Silvio Berlusconi. Minzolini, alla guida di un Tg molto contestato per contenuti e per l’emorragia di ascolti, era stato rimosso dall’incarico il 13 dicembre 2011 dopo un rinvio a giudizio per peculato in relazione all’uso della carta di credito aziendale. L’udienza per questo processo era in programma proprio questa mattina.
UN POSTO PER SCILIPOTI - L’indecisione in Campania pesa sui vertici del Pdl, già in difficoltà con la stesura delle altre liste regionali e con i molti malumori sorti sul territorio per le numerose candidature «paracadutate» dall’alto. In Abruzzo, ad esempio, non è stata digerita la voce della possibile candidatura di Domenico Scilipoti, al punto che il governatore Gianni Chiodi ha minacciato «di prendere altre strade». Al momento sembrerebbe che Scilipoti, che nella passata legislatura era stato eletto con l’Italia dei Valori e che poi era passato al gruppo dei Responsabili appoggiando il governo Berlusconi, sia stato dirottato in Calabria, candidato al sesto posto nella lista del Senato. Malumori anche per la presenza di Antonio Razzi, quarto in Abruzzo. Il capolista al Senato in Abruzzo sarà invece Gaetano Quagliariello.
ANCHE PAPA «DISPONIBILE» - «Sono stato arrestato con l’autorizzazione della Camera e la Cassazione dichiarò l’illegittimità del mio arresto. Attualmente sto seguendo un processo a mio carico che riguarda episodi di concussione per un valore complessivo di 3.500 euro». Con queste parole Alfonso Papa, autosospeso dopo il coinvolgimento nell’inchiesta sulla P4, ha rinnovato la sua disponibilità a candidarsi: «Ma è Berlusconi a decidere» ha riconosciuto.
IL CASO CERONI NELLE MARCHE - Nelle Marche era invece esploso il caso Remigio Ceroni. Il coordinatore regionale aveva lasciato per i troppi «paracadutati» nelle liste di Camera e Senato nella sua regione. Adesso, però, rientra nelle liste. «Mi metto a disposizione e accetto la candidatura, al presidente Berlusconi non si può dire di no».
ALFANO E BERLUSCONI - Il segretario politico del Pdl, Angelino Alfano, secondo quanto si apprende, sarà il capolista del Pdl nella circoscrizione Lazio 1 per la Camera dei deputati in occasione delle prossime elezioni. Alfano sarà capolista anche in Sicilia 1, Piemonte 1 e Piemonte 2. Silvio Berlusconi è candidato capolista al Senato per il Pdl in tutte le Regioni.
CAPEZZONE IN PIEMONTE - Sempre in Piemonte è stata dirottata la candidatura di Daniele Capezzone, in compagnia di Elio Vito e Annagrazia Calabria. Spazio anche a Malan, Repetti e Rizzotti. Verso la riconferma Osvaldo Napoli che ottiene la deroga. Candidato in Piemonte anche il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca.
LOMBARDIA e CALABRIA - In Lombardia confermato Berlusconi capolista al Senato. Alla Camera a guidare le liste dovrebbero essere Maurizio Lupi, Daniela Santanchè e MariaStella Gelmini. In Calabria, oltre alla conferma di Jole Santelli dovrebbe trovare spazio Dorina Bianchi e Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso. Il governatore Giuseppe Scopeliti resterà alla Regione.
EMILIA ROMAGNA - In Emilia Romagna la lista al Senato sarà guidata da Annamaria Bernini, davanti a Carlo Giovanardi. Per Montecitorio prima Maria Vittoria Brambilla, numero due Sergio Pizzolante. Candidato in Emilia Romagna anche Franco Carraro.
RIVERA CANDIDATO - Nelle ore in cui tutti i partiti completano le liste, spunta anche il nome di Gianni Rivera, ex campione del Milan, che però non correrà per Silvio Berlusconi, che dei rossoneri è il patron, bensì come capolista al Senato in Friuli Venezia Giulia per il Centro democratico di Bruno Tabacci e Massimo Donadi.
Redazione Online
LISTE PD
L’ex procuratore nazionale antimafia oggi candidato nelle liste del Partito Democratico interrogato sul caso Crisafulli spiega perché con Bersani si è capito che "anche l’immagine di un partito è importante". Di qui è scattata una "rincorsa al meglio" che ha messo in difficoltà Berlusconi. Conduce Massimo Giannini (incontro Crisafulli con mafioso Raffele Bevilacqua all’hotel Garden di Enna da dieci anni)
Elezioni: Finocchiaro, liste Pd pulite e scelte da cittadini
News 21.01.2013
(ASCA) - Roma, 21 gen - ’’Le forze politiche non sono tutte uguali e lo stanno dimostrando gia’ dalle composizione delle liste elettorali per la Camera e per il Senato. Nel momento in cui il Porcellum non e’ stato modificato, come Partito Democratico avevamo promesso che avremmo scelto le nostre candidature con il metodo delle primarie. Ebbene, abbiamo onorato questa promessa, compiendo un miracolo dal punto di vista organizzativo. Il 90 per cento delle nostre candidature e’ stato scelto dai cittadini e la nostra commissione di garanzia e’ intervenuta prima, durante e dopo per escludere chi non era candidabile. Mi pare che questo processo sia molto diverso da chi compone le liste in mezzo ai litigi. Nel Pdl, Berlusconi e Verdini sono i ’grandi sacerdoti’ della confezione delle loro liste che fanno fatica ad essere pulite e, dall’altra parte, mi pare che anche il Terzo Polo stia celebrando questo rito nel chiuso delle stanze. Sono due modi diversi di stare al mondo della politica’’.
Lo ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, rispondendo alle domande dei cronisti.
’’Per qualcuno - ha continuato Anna Finocchiaro - le liste sono un problema, per noi sono una risorsa. Del resto, avevamo gia’ dimostrato di essere diversi, provando con tutte le nostre forze a cambiare il Porcellum in Parlamento. Non ci siamo riusciti, perche’ evidentemente il presidente Berlusconi aveva ed ha la necessita’ di nominare i propri parlamentari’’.
(Asca)
LISTE MONTI
Nel parco scientifico tecnologico “Kilometro Rosso” simbolo dell’Italia che sa vincere - laddove ogni giorno si progettano e costruiscono componenti per aerei ed auto di ultima generazione - la lista Monti toglie il freno a mano ed aziona il decollo della campagna elettorale per le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio. “Mancano 35 giorni per cambiare l’Italia”: l’ obiettivo ambizioso dell’evento trova sostanza nei numeri e nel clima di grande entusiasmo. Oltre 400 candidati giunti da tutta Italia hanno raccontato la proprie competenze e la propria storia, tutti rigorosamente scelti per far parte delle liste attraverso una rigida selezione dei curricula.
Imprenditori, insegnanti, medici, mamme, giovani, nonni, impiegati, funzionari della pubblica amministrazione, in due sole parole a Bergamo si è data appuntamento la società civile che Mario Monti ha chiamato ad una "salita"in politica per il bene stesso della politica. “Non possiamo lasciare l’Italia nelle mani di persone incapaci che l’hanno portata sull’orlo del precipizio”, parole taglienti che il Premier ha riservato alla platea mostrando tanta passione, oltre ai contenuti, per un progetto politico che “Parte da oggi per costruire il domani”.
Sia negli incontri privati mattutini che nell’assemblea dinanzi a tv e stampa, il Professore, nel cuore della Lega nord, ha elogiato il Sud e le sue immense potenzialità: “Energie positive che lavorano ogni giorno al bene del Paese”. Ad interpretare il Monti-pensiero il candidato numero due alla Camera dei Deputati Angelo D’Agostino ed il capolista, il professor Antimo Cesaro.
Nessun candidato di sostegno nelle liste, tutti coinvolti da protagonisti, anche chi non occupa le prime cinque posizioni, per un un progetto che si annuncia vincente ogni oltre previsione.
Luca Cordero di Montezemolo per ripagare l’impegno civico e gli sforzi dei candidati poco avvezzi alla politica di professione ha manifestato loro, pubblicamente ed in privato, la volontà di essere presente sui territori nel prossimo mese per trasmettere agli elettori i punti salienti dell’Agenda.
La Campania non ha portato istanze aBergamo. Solo la presenza concreta e la conferma di credere visceralmente in un progetto di cambiamento dal quale non si torna più indietro.
Monti nel suo discorso ha indicato le vie dello sviluppo, anche per una terra come l’Irpinia in cui la disoccupazione supera il 57percento. “Addio alle differenze tra destra e sinistra, la vera differenza è tra chi vuole o non vuole riformare l’Italia. Il lavoro c’è solo se il Paese è stabile”. Tra i primi atti che il Premier ha promesso nel nuovo Consiglio dei Ministri: “La riduzione del numero dei parlamentari”. Ha poi aggiunto: “Parlare di riduzione delle tasse non è un discorso incoerente”. Infine l’appello agli indecisi applaudito dai tanti campani in lizza per il Parlamento: “Se avete intenzione di non scegliere la politica, allora, fate una scelta civica”.