Giuseppe Oddo, Il Sole 24 Ore 20/1/2013, 20 gennaio 2013
FEDELTÀ ALL’«IMPERATORE» AUGUSTO
Uno ogni mille abitanti. A gestire la macchina burocratica della Regione Valle d’Aosta sono oltre cento dirigenti su una popolazione che non raggiunge le 130mila unità. Un "primato" che nemmeno la tanto deprecata Regione Siciliana riesce a battere. All’assessorato all’Industria c’è stato il caso di un dirigente a capo di un settore formato da due dipendenti. E ai dirigenti dell’apparato amministrativo bisognerebbe aggiungere i manager delle società controllate che fanno di questa piccola Regione autonoma a statuto speciale una vera e propria holding di partecipazioni.
La dirigenza regionale è sempre più succube del blocco di potere imperniato sull’Union Valdôtaine, il partito al governo della Valle dal dopoguerra. Come nel resto d’Italia, alle selezioni per concorso vengono preferite anche qui le nomine per chiamata diretta o esterna. Riferiscono fonti sindacali: «Per aggirare la soglia di legge del 15% nell’assegnazione degli incarichi fiduciari, la Regione ha approvato un provvedimento, nel 2010, che consente alla giunta di delegare mansioni dirigenziali a funzionari che già ricoprono responsabilità di alto livello. Così gli incarichi di natura fiduciaria non avranno più un limite».
Non si sceglie il dirigente più capace, ma il più accondiscendente e zelante, il più funzionale ai metodi clientelari della giunta presieduta da Augusto Rollandin. Chi non si piega alle pressioni rischia la retrocessione. Spiega Stefano Ferrero, portavoce del Movimento 5 stelle della Valle: «Colui che reclama la propria indipendenza di solito è sollevato dalla direzione di una struttura e destinato a incarichi a progetto di scarsa rilevanza, perché non rompa le scatole». Racconta un dirigente in cambio dell’anonimato: «Facevo parte di un comitato consultivo che doveva esprimersi su un progetto di sistemazione idraulica. Fui convocato di sera dalla giunta, messo sul banco degli imputati. Volevano sapere perché mi ero espresso per il no».
La fedeltà premia al punto che chi è in pensione può rientrare in campo con consulenze ben remunerate. Aggiunge Ferrero: «L’ex sovrintendente ai beni culturali Renato Perinetti ha ottenuto lucrosi incarichi di progettazione e direzione lavori di opere che aveva seguito nella sua veste di dirigente prima che andasse in pensione. È il caso del parco archeologico di Saint-Martin-de-Corléans, dove sono stati già spesi 60 milioni». Funzionario di ottavo livello, 49 anni, Ferrero è guardato a vista dal potere locale. Le denunce politiche dei "grillini" contro Rollandin e i loro esposti alla magistratura di Aosta e Torino hanno acceso il faro sui più chiacchierati progetti della giunta.
Un altro dirigente in pensione, Paolo Giunti, è stato nominato amministratore delegato prima della Finbard e poi della Coup, la società che gestirà 130 milioni di investimenti per ristrutturare l’ospedale di Aosta. Dice ancora Ferrero: «Sono incarichi che rendono centinaia di migliaia di euro l’anno e che danno autonomia nella nomina di personale e consulenti».
La commistione tra dirigenza e politica è forte. Il coordinatore del dipartimento per il lavoro e la formazione (l’equivalente del direttore generale) è un ex assessore alla Sanità, Roberto Vicquery, un rollandiniano. La coordinatrice del dipartimento per il personale e l’organizzazione, Ornella Badery, uno dei principali snodi di potere della Regione, ricopre l’incarico di assessore alla Cultura del Comune di Pont Saint Martin e di presidente della Comunità montana Monte Rosa. Ha cominciato come dirigente scolastico di un istituto professionale e, prima di essere nominata a capo del dipartimento, è stata dirigente a contratto della presidenza del consiglio regionale. Il suo principale merito, anche in questo caso, è la fedeltà all’"imperatore": Rollandin.
Un altro politico di lungo corso, Bruno Milanesio, ex socialista, arrestato nel 1978 per concussione e corruzione mentre era assessore regionale al Turismo, è stato nominato da Rollandin amministratore delegato della Nuova università valdostana. La Nuv Srl dovrebbe investire 60-70 milioni nella costruzione di un nuovo ateneo ad Aosta: un intervento che potrebbe tramutarsi in un’operazione immobiliare.
C’è poi l’anomalia dei segretari particolari. Il presidente della Regione, il presidente del consiglio e gli assessori nominano ciascuno un segretario, una specie di portaborse, che, pur facendo politica a tempo pieno, ha lo status di dirigente, 100mila euro di stipendio e talvolta ricopre anche la carica di sindaco. È il caso di Giovanni Barocco, che all’emolumento di segretario particolare al Turismo cumula quello di primo cittadino di Quart. È il caso di Roberto Malcuit, segretario particolare ai lavori pubblici e al tempo stesso vicesindaco del Comune di Challand Saint Victor. Entrambi hanno avuto problemi con la giustizia. Barocco fu prosciolto in secondo grado per compravendita di voti dopo essere stato arrestato una ventina d’anni fa proprio con Rollandin. Malcuit è finito agli arresti domiciliari per turbativa d’asta mentre era sindaco del suo Comune; sospeso ma mai allontanato dall’amministrazione regionale.
Come se non bastasse, i segretari maturano il diritto a ricoprire incarichi fiduciari al vertice della burocrazia regionale. È successo ad Adriana Vierin, storica assistente dell’ex presidente della Regione Dino Vierin, nominata dall’attuale giunta direttrice dell’Agenzia regionale del lavoro e dimessasi di colpo nel 2012 senza spiegare il perché. Patrizia Nuvolari, la blogger di patuasia.com, che non perde occasione per martellare i potenti della Valle, l’ha accusata di scarsa trasparenza, definendola la "zarina".
Dichiara Enrico Tibaldi, consigliere del Pdl in rotta con il suo partito e la giunta: «Il potere dell’apparato si sviluppa anche nelle società partecipate, che hanno esautorato l’amministrazione in fatto di opere pubbliche e gestione dei servizi».
Questo sistema parallelo ruota intorno a poche aziende di cui sono a capo manager di sicura fede rollandiniana. Paolo Giachino guida la Cva, la Compagnia valdostana delle acque, che produce e distribuisce energia idroelettrica e macina utili. Giuseppe Cilea dirige la Finaosta, braccio finanziario e imprenditoriale della Regione. Luca Frigerio è amministratore unico del Casino di Saint Vincent, i cui duemila dipendenti e i cui appalti contano più dei 19 milioni di perdite del 2012. E Stefania Riccardi è la direttrice generale della Asl unica della Valle d’Aosta. Prosegue Tibaldi: «La Regioburocrazia nella nostra Regione ha le forme di una holding tentacolare che controlla una cinquantina di società i cui direttori generali eseguono pedissequamente ordini politici». Una holding che sfugge ai controlli. Qualcuno spieghi come mai la Cva ha acquistato impianti per decine di milioni realizzati in Cina, intermediati da una società e rivelatisi difettati. L’ennesima vicenda che rischia di arenarsi per "insufficienza" di prove. Ancora si aspetta l’esito dell’inchiesta sui 40 milioni transitati per i conti dell’ex assessore al Bilancio Carlo Lavoyer presso la Banca di credito cooperativo valdostana. La Finanza indaga. Lavoyer, fido rollandiniano, continua a sedere sui banchi del consiglio regionale. Nel frattempo ad Aosta la vita scorre come sempre.