Claudio Antonelli, Libero 17/1/2013, 17 gennaio 2013
TREMONTI AVVISA L’EX AN PER I «GIOCHI» CON CORALLO
[Lo scontro diretto a «Ballarò»] –
Nella puntata dell’altra sera di Ballarò l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti e il presidente della Camera Gianfranco Fini si sono confrontati su chi dei due abbia mandato a sbattere l’Italia. E mentre Fini gli ricordava di aver ottenuto la sua testa a seguito di divergenze strategiche nel 2004, Tremonti ha lanciato la sua freccia/minaccia: «Mi hai mandato via per i giochi». E aggiunge «Si, Corallo». Coloro che hanno colto la sfumatura, nemmeno tanto velata, si saranno chiesti: «Chi è questo Corallo che potrebbe essere in grado di far cadere un governo? ».
Da molti è stato definito il re delle slot machine e dei video poker. È alla guida di Atlantis World-B Plus Giocolegale, uno dei più importanti gruppi che su concessione pubblica gestisce in Italia le macchinette presenti in bar e locali. E fino a poco tempo fa fatturava quasi un terzo del mercato. In questo momento è latitante e non latitante. La Procura di Milano, nell’ambito dell’ inchiesta sui crediti della Bpm dell’ex presidente Massimo Ponzellini, ha emesso lo scorso anno nei confronti dell’imprenditore dell’azzardo un mandato di cattura internazionale per corruzione. La Suprema Corte ha però chiesto a dicembre di riscrivere le accuse relative all’associazione per delinquere (in cui sarebbero coinvolti anche Ponzellini e il suo ex braccio destro Antonio Cannalire) e in caso contrario di far decadere l’accusa specifica e la conseguente latitanza. L’inchiesta della procura di Milano va comunque avanti. E ha coinvolto un politico non certo vicino a Fini. Ma a Tremonti. Secondo i pm, infatti, nel 2010 Marco Milanese sarebbe riuscito a inserire all’interno del decreto che doveva raccogliere fondi dai giochi per la ricostruzione post terremoto dell’Aquila, misure che di fatto avrebbero favorito la concessionaria di Corallo.
Atlantis BPlus respinge le accuse e tiene a far sapere di aver depositato a Roma accuse precise contro funzionari del ministero dell’Economia e i concessionari diretti concorrenti di Corallo. Per far capire che ci sarebbero interessi contrastanti. Milanese ribatte invece: «Gli atti parlamentari – scriveva il Corriere lo scorso ottobre - dimostrano inequivocabilmente che non sono stato relatore del decreto Abruzzo». Di certo, come svelato da Report, ci sarebbe solo che durante una perquisizione presso gli uffici italiani di Corallo vengono trovati documenti di Milanese e della sua compagna in un pc. Ma non è l’unica sorpresa di questa inchiesta. Infatti nel 2011 sempre la Gdf a Roma mette le mani su un portatile, che però non riesce a sequestrare perché di proprietà dell’onorevole Pdl (storicament e legato a Fini) Amedeo Laboccetta. Che in passato è stato pure procuratore di Atlantis. Lo stesso Corallo inoltre da quanto emerge sempre dagli atti dell’inchiesta, avrebbe avuto rapporti con James Walfenzao, lo stesso che avrebbe assistito i Tulliani nella compravendita della famosa casa di Montecarlo. Tant’è che in un’altra perquisizione a novembre del 2012, scrive l’Espresso, in un computer vengono trovati documenti legati ai due fratelli e pure copia di un fax con tanto di passaporti spediti verso i Caraibi. Dove da tempo vive Corallo. Anche su questo argomento la holding del gioco ha smentito. A questo punto se Tremonti sapesse qualcosa sarebbe tenuto a dirlo o a denunciarlo. Altrimenti si tratterebbe di minacce che non si addicono a un ex ministro.