Marco Franchi, Il Fatto Quotidiano 17/1/2013, 17 gennaio 2013
L’ALTRA GRANA DEL LINGOTTO: RCS E STAMPA
[Gli ammortizzatori li paga lo stato, i quotidiani Torino] –
Il numero uno della Fiat, Sergio Marchionne, ha sempre detto che la sua esperienza al timone del gruppo automobilistico si sarebbe conclusa a fine 2014. Fino ad allora, la sua missione sarà consumare le nozze con Chrysler rilevando le azioni rimaste in mano al Veba, il fondo sanitario del sindacato americano Uaw che da mesi è impegnato in un braccio di ferro con il manager sulla valutazione della quota della casa di Detroit che Fiat sta comprando. Per Marchionne, la Chrysler vale oggi 6 miliardi di dollari, per il sindacato Usa almeno 10. Di certo l’affare costerà caro alle casse del Lingotto che deve già fare i conti con un indebitamento netto di 5,4 miliardi di euro.
Tanto che a novembre gli analisti svizzeri di Ubs avevano ipotizzato la necessità per Fiat di varare un aumento di capitale fra gli 1,6 e i 2,9 miliardi. Ipotesi subito smentita da Torino (“abbiamo cassa sufficiente”, aveva detto lo stesso amministratore delegato) che prima di pensare al suo, di aumento, potrebbe dover essere costretta a frugare nelle tasche dell’azionista Exor (la cassaforte degli Agnelli) per dare una mano a due giornali: quello di famiglia, ovvero la Stampa, che lo scorso 20 novembre ha varato una ricapitalizzazione di 15 milioni. Ma anche il Corriere della Sera, di cui la Fiat possiede il 10,2 per cento. Il cda di Rcs del 19 dicembre, nel votare il nuovo piano industriale ha comunicato lo slittamento dell’intervento patrimoniale all’approvazione dei conti 2012, ossia tra metà febbraio e inizio marzo 2013. E ieri il consigliere Piergaetano Marchetti , ha confermato che "tra non molto si deciderà, anche la tempistica". Dei circa 400 milioni che la Rizzoli potrebbe chiedere al mercato, una quarantina dovrebbero arrivare da Torino. Inizialmente, la famiglia Agnelli sperava di cavarsela con la cessione a Rcs della concessionaria di pubblicità della Stampa, Publikompass. Ma gli altri grandi soci avrebbero storto il naso reclamando anche i liquidi.
Mentre in America si prepara a pagare il conto della fusione, in Italia Marchionne chiede due anni di ammortizzatori sociali per gli operai di Melfi. Che a questo punto si domandano quale sia il vero core business del Lingotto: le quattro ruote o i giornali? Del resto Gianni Agnelli considerava quella nel gruppo editoriale Rcs una partecipazione intoccabile del suo portafoglio, e anche il nipote John Elkann sembra pensarla allo stesso modo. Tanto alla Fiat ci pensa Marchionne, in America. E lo Stato, in Italia.