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 2013  gennaio 18 Venerdì calendario

MR. MARLBORO E IL PICCOLO GHEDDAFI: GUERRA ALL’OCCIDENTE

L’attacco all’impianto petrolifero di In Amenas – 1.300 chilometri a sud est di Algeri, al confine con la Libia - segna il debutto sulla scena del terrorismo internazionale della brigata Al-Moutahalimin, formazione guidata da Mokhtar Belmokhtar, il guerrigliero guercio, che fino a poche settimane fa ha diviso con Abou Zeid il comando delle operazioni di Aqmi (Al Qaeda nel Maghreb islamico) nella vasta regione subsahariana.
Alla fine del 2012, Belmokhtar - nato l’1 giugno 1972 nell’oasi di Ghardaia, in Algeria - è entrato in rotta di collisione con il grande capo di Aqmi, l’emiro Abdelmalek Droukdel, anche lui algerino, e fondatore del movimento terrorista nel gennaio 2007 (nato dall’unione del Gspc, gruppo salafita per la predicazione e il combattimento con Al Qaeda).
Il sequestro dei lavoratori stranieri rappresenta una entrata in scena di grande impatto per la nuova formazione che conta 200/300 uomini ben armati e addestrati e ha stretto alleanza con il Mujao. Il Movimento per l’unità e la jihad nell’Africa occidentale, da fine giugno è padrone incontrastato di Gao, capitale dell’omonima regione nel nord del Mali, dove gli uomini del mauritano Hamada Ould Mohamed Kheirou (anche lui transfuga da Aqmi) applicano la sharia più rigorosa. La carriera di Belmokhtar inizia a 19 anni, quando va a combattere a fianco dei mujahidin in Afghanistan e perde l’occhio destro in battaglia. Ritorna nel 1993 in Algeria e si unisce al Gia (Gruppo islamico armato) poi diventato Gspc. Ricercato dal governo algerino, abbandona il suo paese e diventa responsabile della katiba (contingente militare, ndr) ovest di Aqmi, che opera soprattutto in Mauritania. Si dice che si sia sposato ben 9 volte, stringendo fruttuose alleanze con le tribù tuareg del Niger e del nord del Mali.
SOPRANNOMINATO “mister Marlboro” per la sua implicazione con i traffici di sigarette, è autore di numerosi rapimenti a cominciare da 32 turisti europei nel sud dell’Algeria nel 2003. Nel dicembre 2007 quattro turisti francesi sono rapiti e uccisi in Mauritania (e questo decreterà la fine della Parigi-Dakar sul suolo africano). Nel dicembre 2008 due diplomatici canadesi sono sequestrati a ovest di Niamey e liberati mesi dopo. Sempre a Niamey, due giovani francesi vengono rapiti da un suo commando il 7 gennaio 2011 (verranno uccisi in Mali durante il tentativo di liberarli da parte dei militari francesi). La giustizia algerina l’ha condannato due volte a morte in contumacia. Abou Zeid, responsabile della katiba est di Aqmi con base a Kidal nel nord del Mali, ha condotto , il 14 gennaio scorso, l’attacco alla città di Diabaly, 400 chilometri a nord di Bamako, cogliendo di sorpresa l’esercito maliano che controllava l’area e i militari francesi, impegnati a bombardare le regioni del nord.
Algerino di Ouargla, un passato come combattente nel Gspc, Zeid ha fama di essere uno dei leader più intransigenti di Aqmi. Nei campi di addestramento impone la lettura del Corano e obbliga i prigionieri a seguire la sharia. Al suo attivo ci sono i sequestri del britannico Edwin Dyers, ucciso nel giugno 2009 e del francese Michel Germineau ucciso nel luglio 2010. Sono ancora prigionieri 4 francesi prelevati ad Arlit, zona mineraria nigerina, nel settembre 2010. Mentre è stata liberata lo scorso 17 aprile Sandra Mariani, rapita il 2 febbraio 2011 nel sud del-l’Algeria. Così com’era successo al francese Pierre Camatte, sequestrato nel novembre 2009 in un albergo di Menaka e rilasciato il 23 febbraio 2010 vicino a Kidal. Alla caduta di Timbuctu, l’1 aprile 2012, Abou Zeid si è installato nel palazzo che Gheddafi si era fatto costruire nella città dei 333 santi.