Costanza Rizzacasa d’Orsogna, Panorama 17/1/2013, 17 gennaio 2013
QUEL CHE RESTA DEGLI AGNELLI – JOHN JACOB PHILIP ELKANN, DETTO JAKI (1976)
Erede designato lo divenne solo alla morte dello zio Giovanni Alberto, grande speranza di famiglia. Ma già qualche anno dopo l’attuale presidente di Fiat ed Exor, della Stampa e dell’accomandita Giovanni Agnelli & C, veniva citato da Time fra i talenti più promettenti del pianeta. Però «gli abiti del nonno non gli stanno: lui è molto, troppo alto» disse tutto contento un giorno Lapo alla zia Maria Sole. Un mese da operaio alla Magneti Marelli, dove montava fari, ha venduto auto in una concessionaria e a Sankt Moritz si buttava a capofitto con lo skeleton. Ha guidato con piglio da teutone la ristrutturazione della Juve, mettendo alla porta il duo Moggi-Giraudo, e ha sposato, con lista nozze alla Rinascente, cotolette alla milanese e accompagnamento musicale dei Los Paraguayos, Lavinia Borromeo Arese Taverna, più schiva e più all’antica di Marella. Dotato di imprevedibile autoironia («Mia moglie guida molto meglio di me»), ha corso l’ultima Mille miglia, raccontandola in 120 surreali tweet. E se a volte è canzonato per i nomi inconsueti scelti per i figli (Leone, Oceano e Vita), in realtà sono tutte cattiverie. Oceano, per dire, era solo il santo del giorno in cui Jaki si è sposato. Perfettino.