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 2013  gennaio 18 Venerdì calendario

MPS, DEUTSCHE BANK E I «VECCHI» STRUTTURATI


Quel portafoglio molto capiente di ben oltre 25 miliardi di titoli di Stato e soprattutto pieno di BTp lunghi cioè oltre la scadenza decennale continua a occupare la scena del caso Mps. Ora spunta secondo quanto rivelato dall’agenzia di stampa Bloomberg un derivato sottoscritto da Mps con Deutsche Bank nel lontano 2008 del valore di 1,5 miliardi. Quel derivato secondo quanto ricostruito dall’agenzia serviva a coprire la banca senese dall’ovvio rischio di un’esposizione così imponente e soprattutto rischiosa perchè di lunga scadenza sui titoli di Stato italiani. L’operazione denominata Santorini ha una durata decennale e quindi scadrà nel 2018. Secondo Bloomberg le perdite virtuali incamerate dallo strumento di copertura sono state di un centinaio di milioni, mentre nel 2009 la liquidazione dell’operazione ne avrebbe rivelate per 224 milioni. Il particolare è che quella stipula fu fatta nel 2008 in una fase delicata della banca impegnata poi nel gigantesco sforzo per acquisire a caro prezzo AntonVeneta (10 miliardi di esborso) e soprattutto quel derivato fu aperto per tamponare una perdita di 367 milioni, dice ancora Bloomberg, su un altro derivato poi chiuso con la stessa Deutsche Bank. Fin qui le rivelazioni dell’agenzia cui hanno seguito sempre ieri le prese di posizione di Deutsche che ha affermato che: «L’operazione è stata soggetta ai rigorosi processi interni di approvazione di Deutsche Bank e ha ricevuto la necessaria autorizzazione di Mps, a sua volta supportata da consulenti indipendenti». Quanto a Mps la banca spiega che «ha in corso approfondite analisi che riguardano alcune operazioni strutturate poste in essere in esercizi precedenti e ad oggi presenti nel portafoglio della Banca. «Tali analisi - spiega una nota - sono attinenti ai profili legali, finanziari, contabili e gestionali delle operazioni. In particolare, la Banca intende valutarne ogni possibile impatto, attuale e prospettico, in modo tale che, nel più breve tempo possibile e, comunque, entro la data di pubblicazione del bilancio 2012, si possa intraprendere ogni azione necessaria o conveniente, anche con riferimento, se del caso, alla rappresentazione contabile delle operazioni stesse». Resta aperto quindi il tema dell’impatto sui conti. Quella copertura doveva proteggere e se così non è stato qualcuno dovrà spiegarlo. Soprattutto ai piccoli azionisti della banca senese.
(F.Pa.)