Roberto Orlando, la Repubblica 18/1/2013, 18 gennaio 2013
ROMA — Volano a bassa quota, sono sempre più diffusi e sfrecciano senza regole persino nei cieli delle città
ROMA — Volano a bassa quota, sono sempre più diffusi e sfrecciano senza regole persino nei cieli delle città. Pertanto l’Enac, Ente nazionale dell’aviazione civile che di solito si occupa della sicurezza degli aerei veri, ha dovuto giocoforza intervenire. E così tra droni, quadricotteri e altre diavolerie di altissima tecnologia comandate a distanza, ci sono finiti di mezzo pure gli aeromodellisti che frequentano, senza disturbare, i 500 campi volo della Penisola. Gli appassionati sono 15mila e rischiano di restare tutti letteralmente a terra. Perché l’Enac ha pubblicato sul web la bozza di regolamento per i mezzi a controllo remoto che prevede una norma ritenuta inapplicabile: gli aeromodelli di peso inferiore a 20 chili, cioè quasi tutti, non possono volare oltre i 50 metri di quota. Quelli di peso superiore potranno salire fino a 150 metri, ma servirà l’autorizzazione. «È come dire che diventiamo tutti clandestini — spiega Adolfo Peracchi, presidente della Fiam, federazione che raggruppa gran parte delle associazioni di aeromodellismo —. È impossibile rispettare il limite, saremmo costretti a volare in orizzontale con un peggiore controllo visivo del modello. Mettiamo a disposizione dell’Enac tutta la nostra competenza e esperienza per modificare il regolamento, non solo nella parte che riguarda le quote, tenendo anche conto che la nostra è un’attività ludica». Dietro il gioco c’è un ambito economico che rischia un contraccolpo letale. «Quelle norme — taglia corto l’ingegner Romualdo Garofali, di “Safalero”, importatore di prodotti per il modellismo — causerebbero la morte del settore». Il giro d’affari è di circa 40 milioni per una ventina di aziende e 3-400 punti vendita. «Germania, Inghilterra, Francia e Belgio hanno un regolamento, ma senza limiti di quota così bassi», conclude Garofali. In realtà per l’Enac il problema, salvo eccezioni, riguarda soprattutto la diffusione di droni e quadricotteri. «Da un anno le segnalazioni sono aumentate — spiega l’ingegnere Enea Guccini, direttore centrale standardizzazione sicurezza dell’Enac —. L’ultimo caso riguarda la maratona di Torino: un velivolo comandato a distanza ha ripreso la corsa volando sopra le teste dei partecipanti. Su youtube ci sono video di episodi molto più preoccupanti. Ecco, noi tutto questo non possiamo permetterlo». Come non può essere consentito che un aeromodello sorvoli un aeroporto, magari affiancandosi a un Boeing in atterraggio. E’ successo in uno scalo del Nord Est e si è scatenato il finimondo. Il regolamento dunque si farà, anche perché lo prescrive il codice della navigazione. Ma Guccini rassicura: «Siamo pronti ad accogliere osservazioni e non vogliamo far cessare attività che si svolgono da tempo». Sebastiano Silvestri, campione mondiale in carica di acrobazia per aeromodelli, disegna però scenari funesti: «Con quei limiti per noi è finita, senza far quota le figure acrobatiche sono impossibili ». Le parti si incontrano per la prima volta oggi. L’Enac ha pure organizzato un workshop a Roma l’11 febbraio per illustrare la bozza del regolamento e raccogliere osservazioni “al volo”. Senza, dice, voler tarpare la ali a nessuno.