Fabrizio Caccia, Corriere della Sera 18/1/2013, 18 gennaio 2013
DAL NOSTRO INVIATO
BRINDISI — È infermo di mente un uomo che quando la moglie lo va a trovare, in cella, senza immaginare di essere intercettato, le chiede di bruciare «tutta la mia corrispondenza»? O che s’informa con la signora Giuseppina dell’andamento della Borsa e delle azioni investite dalla famiglia e le ricorda di «far montare il radar sopra alla torretta» del loro yacht ancora ormeggiato a Porto Cesareo? Indicando, soprattutto, una precisa strategia da seguire, «si faccia un pool di avvocati, penalisti buoni...» per avere «un consultorio (consulto, ndr) di quelli fatti ad hoc, un’opera in grande stile...». Secondo i pm di Brindisi Vantaggiato, 68 anni, reo confesso, vuole farsi vedere a tutti i costi dimesso, malato, dimagrito di 25 chili, «una larva d’uomo» dice infatti il suo avvocato Franco Orlando. «Ma è solo una sceneggiata», s’indigna Cataldo Motta, il procuratore capo della Dda di Lecce che chiederà per lui l’ergastolo alla fine del processo cominciato ieri a Brindisi (prossima udienza giovedì 24).
Il benzinaio di Copertino potrebbe tentare di convincere i giudici della Corte d’assise che quella mattina del 19 maggio 2012 pigiò il bottone del telecomando davanti alla scuola Morvillo Falcone perché era incapace di intendere e di volere, pazzo di rabbia per non aver avuto giustizia anni prima, dopo una truffa subìta. Per questo aveva scelto quella scuola come bersaglio della sua bomba, spiegò del resto Vantaggiato, dopo la cattura, al pm Milto de Nozza, clamorosamente escluso dal processo. Aveva scelto la Morvillo Falcone perché era così vicina al vero obiettivo, il Tribunale («Giustizia, giustizia», invocavano ieri gli studenti dalle finestre). Ma Rita e Massimo, i genitori di Melissa Bassi, appena 16 anni, l’unica giovane vittima dell’attentato, ora sono lì, seduti in prima fila, ad inchiodarlo coi loro sguardi muti. In aula sono venute anche le amiche di Melissa, Azzurra Camarda e Selena Greco, scampate alla strage: «Stanotte non ho dormito — confessa Selena —. Sono venuta perché volevo guardarlo in faccia». E la stessa cosa dice Azzurra, arrabbiata perché gli agenti della Penitenziaria hanno impedito loro di avvicinarsi alla gabbia di Vantaggiato: «Sarebbe questa la giustizia?». Ma chissà Selena cos’ha visto guardando in fondo agli occhi di quell’uomo che sempre in carcere, sempre intercettato, una volta disse: «Fingerò incapacità, prenderò tutti in giro come sempre». Non ha mangiato apposta in questi mesi, Vantaggiato, scrivono i poliziotti che l’hanno intercettato: «Il suo è un tentativo di procurarsi un deperimento fisico che ne favorisca l’eventuale scarcerazione per motivi di salute».
Sono 44 le parti civili ammesse, tra loro in aula pure Cosimo Parato, l’uomo che aveva truffato l’attentatore nel 2008 e per questo si era visto saltare su una bici-bomba. Andò in coma, ma resistette. Giovanni Vantaggiato, «il Guerriero della Luce», che aveva Coelho sul comodino e a margine del libro aveva scritto a penna «Agire subito!», forse si giocherà l’ultima carta. Fingendo di essere un uomo diverso da quello che sempre a sua moglie, dopo l’arresto, disse con noncuranza: «L’ho fatto da solo. Una cosa da ragazzi». Ci riuscirà?
Fabrizio Caccia