Mario Sconcerti, Corriere della Sera 17/01/2013, 17 gennaio 2013
DA OGGI SAPREMO SE E’ IL PIU’ GRANDE
Da oggi cominceremo a sapere se Guardiola è davvero il più grande allenatore del mondo, di certo è un uomo profondamente diverso. Il suo problema non è quale squadra allenare domani, ma cosa fare nella vita.
È forse l’unico uomo di calcio che può scegliersi l’argomento in cui navigare, non mi meraviglierei un giorno di vederlo presidente della Catalogna. È talmente diverso nella sua normalità che può anche fallire a Monaco, ma se c’è una squadra che assomiglia al Barcellona questo è il Bayern. Ha i soldi del Barcellona, la vocazione ai giovani del vivaio, l’abitudine a vincere. Alla guida ha vecchi fuoriclasse, da Beckenbauer a Rummenigge, il progetto tecnico nasce subito grande. Quello che viene chiesto a Guardiola non è vincere, quello è implicito; in Germania il Bayern è anche adesso in testa al campionato; ma di farlo in modo diverso, preferibilmente in un suo modo che diventi metodo globale come è diventato il Barcellona.
Il Bayern è la Prussia che vuol farsi Germania, che in termini moderni significa essere subito assolutamente riconoscibile nel calcio che gioca.
Per ottenere questo il Bayern ha fatto un grande sforzo: Guardiola è il più grosso acquisto nella storia del calcio tedesco. Il segreto dei grandi club tedeschi è che non hanno mai comprato grandi giocatori. Maradona,
Messi, Ronaldo, Ibrahimovic, Baggio, Cruijff, non hanno mai giocato in Germania. Lì si acquistano polacchi, austriaci, turchi, cechi, slavi in genere, ma non fuoriclasse. Quelli deve metterli la Nazione tedesca. Guardiola è la prima straordinaria eccezione, un’ammissione fortissima di umiltà, l’ultimo tentativo di resistenza: ingaggiare il maestro per evitare di indebitarsi comprando gli allievi. Il calcio ai massimi livelli di organizzazione e scienza, ma non di tecnica vile; un ultimo investimento sull’idea sperando diventi pratica e marketing. Credo che Guardiola si riconosca del tutto in questo progetto. La mia previsione è anche che ci riuscirà. Ma la rivoluzione vera non è in quello che saprà fare, è nell’averlo scelto.
Mario Sconcerti