Monica Guerzoni, Corriere della Sera 17/01/2013, 17 gennaio 2013
«IO MILITANTE VENTENNE E I LEGO CON LA FIGLIA DI FIORELLO» —
Giorgia Meloni?
«Un attimo, sto facendo manovra».
Guida lei?
«Non sono di quelli che girano con cinque macchine di scorta. Io sono multitasking, faccio mille cose insieme».
Ha fatto il ministro e pure la baby sitter...
«Ancora con questa storia di Fiorello? È una cosa abbastanza personale e non mi va di parlarne. E poi non vorrei che a furia di sentirsi tirato per la giacca ci ripensasse».
Sarebbe un peccato, un endorsement del più amato showman italiano non capita tutti i giorni.
«La stima personale che dimostra mi fa piacere, anche perché io non ho molta visibilità. Fiorello è una persona capacissima, ha un seguito enorme, è considerato molto credibile, la gente lo ascolta...».
E voterà per lei, «perché è una brava tata».
«Il voto è libero e cosa farà nel segreto dell’urna lo sa solo Fiorello. Ha detto una cosa scanzonata e non so quanto ci si debba costruire sopra, se lo interpretassi come un tentativo di spostare voti per Fratelli d’Italia lo ingigantirei».
È di destra, Fiorello?
«Non ne ho idea. So solo che ci siamo sempre stati simpatici».
Come ci è finita a fare la baby sitter per la figlia Olivia?
«Davo ripetizioni di inglese a una bambina la cui mamma era amica di Fiorello e Susanna, che poi è diventata sua moglie. E così, quando uscivano la sera, cominciarono a chiamarmi. Lo avevo rimosso, e anche lui. D’altronde io non ero nessuno... Doveva essere il ’97, ma non ne sono sicura».
Nel ’97 lei aveva vent’anni.
«Allora è successo prima, ne avrò avuti 18 o giù di lì. Ho fatto tutti i tipi di lavoro, dalla cameriera alla barman del Piper».
Si è fatta molta ironia sui suoi mille mestieri.
«Chi deride, spesso ha alle spalle qualcuno che gli ha risolto i problemi. Io invece dovevo aiutare mia madre. Mio padre non c’era e dovevo guadagnarmi le mie 50 mila lire. Vado assolutamente fiera di tutti i lavori che ho fatto. La domenica stavo pure ai banchi di Porta Portese... Quel che mi ha insegnato fare la cameriera non me lo ha insegnato fare la parlamentare».
Olivia ha vent’anni e lei ne ha compiuti 36 martedì. Rimpianti?
«La gioventù è andata. Ma io sono stata giovane così tanto che invecchiare non mi dispiace per niente, forse ora mi prenderanno finalmente sul serio. Quelle sere con Olivia mi sembrano una vita fa. La pappa, i cartoni, la nanna...».
E la politica.
«Io già militavo, ci stavo dentro fino al collo. Ma con Olivia no, di politica non parlavo! Aveva 4 anni. Giocavamo col Lego, non con le Barbie perché io le detesto. E poi guardavamo i cartoni».
Cenerentola?
«Orribile, mettitela te la scarpina di vetro! Io odio il rosa, le principesse e tutta quella roba lì. Poi c’era Pocahontas, altra storia diseducativa dove la protagonista si innamora del conquistatore, mentre io sono per l’autodeterminazione dei popoli».
Anche lei a suo modo si è autodeterminata, lasciando il Pdl.
«Una cosa da pazzi visionari, lo so. Ma non voglio più stare in Parlamento per diritto divino. Se prendo i voti ci torno, sennò io in qualche maniera me la cavo».
Può sempre tornare a fare la baby sitter.
«Oppure laurearmi. Visto che tanti mi hanno rimproverato di non averlo fatto».
Monica Guerzoni