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 2013  gennaio 17 Giovedì calendario

«IL RALLY DELL’ORO NON È FINITO IN PRIMAVERA PREZZO A 1.900 $»


Altro che fine del rally. Gfms, società di consulenza giudicata tra le più autorevoli in materia di metalli preziosi, è convinta che le quotazioni dell’oro quest’anno continueranno a correre, a un ritmo addirittura superiore a quello del 2012, e che testeranno quota 1.900 dollari l’oncia nel secondo trimestre. Una posizione che contrasta con l’andamento del lingotto – che fatica a superare 1.700 $ e ieri, dopo un breve sciopero nelle miniere sudafricane Amplats , è stato di nuovo superato dal platino – e contro la quale si sta schierando un numero crescente di analisti. Molte grandi banche, tra cui Goldman Sachs, Société Générale, Credit Suisse e Hsbc, hanno ridotto le loro previsioni sui prezzi, annunciando che il rally ultradecennale dell’oro sta volgendo al termine. La settimana scorsa Abn Amro ha indicato di aspettarsi una media di prezzo di 1.500 $ quest’anno e 1.400 nel 2014.
La prospettiva di un’inversione del ciclo ha avuto un’eco eccessiva, secondo Gfms: «Tale visione sembra essere condivisa da una minoranza, ma c’è una maggioranza frustrata che rimane rialzista – afferma la società – Noi ci schieriamo fermamente con quest’ultima perché ci sono ancora evidenti fattori di sostegno per l’oro». Gfms non intravvede un imminente cambiamento delle politiche monetarie espansive, tanto meno quelle degli Usa, né ritiene che il dollaro abbia motivo di apprezzarsi. Le banche centrali dovrebbero quindi continuare gli acquisti, mentre gli investitori – scottati dai recenti improvvisi cedimenti delle quotazioni – torneranno a fidarsi del lingotto. Il risultato sarà un prezzo medio di 1.775 $/oncia nel primo semestre (contro i 1.685 $ della seconda metà del 2012) e di 1.847 $ nell’intero 2013: un rialzo del 10,7% rispetto all’anno scorso.
Le riserve auree delle banche centrali – che nel 2012 sono aumentate di 536 tonnellate (+17,4%), il massimo incremento dal 1964 – saliranno di altre 280 tonn. entro giugno, secondo Gfms. Nello stesso periodo gli investimenti, diminuiti dell’1,2% l’anno scorso (a 1.614 tonn) per colpa di un crollo degli acquisti di barre, lingotti e monete, si riprenderanno con forza, assorbendo un previsto aumento della produzione mineraria e dell’offerta di rottame e compensando l’ulteriore calo dei consumi in gioielleria. Questi ultimi nel 2012 sono diminuiti del 4,4% al minimo da 3 anni (1.885 tonn), per colpa degli scarsi acquisti indiani e anche per il primo calo in 9 anni di quelli cinesi. Nel primo semestre 2013 Gfms se li attende pari a 891 tonn (-4,2%).
S.Bel.