Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  gennaio 17 Giovedì calendario

ECCO LE NOVITÀ: PIÙ TUTELE PER STATI E INVESTITORI


Stop alla pubblicazione di downgrade a sorpresa. Basta ai diktat alle politiche dei singoli governi. Ma anche più trasparenza nel processo di formazione delle decisioni delle agenzie o sugli intrecci azionari tra i proprietari delle case di rating. La normativa sulle agenzie di rating cambia faccia. Dopo il voto di ieri dell’Europarlamento, manca il via libera del Consiglio Ue (ma si tratta solo di un passaggio formale) e, 20 giorni dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, il regolamento sarà legge. Ecco nel dettaglio le principali novità.
Debiti sovrani più protetti
Non ci sarà più spazio per cambi di giudizio imprevisti sui rating. Le agenzie di rating dovranno rispettare un calendario, stilato alla fine di ogni anno, dei 12 mesi successivi in cui fisseranno le date di pubblicazione dei rating sovrani e dei relativi outlook. Tutto dovrà essere emesso venerdì, a mercati chiusi. I rating non richiesti dallo Stato non potranno essere più di tre. Le agenzie potranno pubblicarne di più, ma solo giustificando in maniera dettagliata la decisione, e comunque ciò non potrà avvenire abitualmente. Gli Stati (e le imprese) dovranno essere avvisati almeno un giorno lavorativo prima (oggi bastano 12 ore) così da permettere eventuali contestazioni o correzioni. Accantonata invece l’ipotesi di sospedere il rating sovrano in casi eccezionali (quando un paese si trova sotto programma di salvataggio o lo sta negoziando), perchè l’effetto sui costi di finanziamento potrebbe essere negativo.
Stop ai giudizi politici
Vietati i downgrade a grappolo immotivati e i giudizi politici. L’Ue impedisce infatti il rilascio di dichiarazioni che annunciano la revisione di un determinato gruppo di paesi qualora non siano corredate di relazioni sui singoli paesi. Non solo. Le agenzie sono tenute a spiegare i motivi fondamentali sottesi ai rating ma senza formulare conclusioni sugli indirizzi delle politiche nazionali (economiche, in materia di lavoro o altre). Insomma, non saranno più tollerate raccomandazioni dirette o esplicite alle entità sovrane.
No a partecipazioni incrociate
La riforma intende bloccare anche eventuali intrecci azionari o partecipazioni rilevanti che possano creare conflitti di interesse, intaccando così la qualità dei rating. Sono quindi proibite partecipazioni superiori al 5% da parte di un unico azionista in più agenzie. Inoltre, l’agenzia di rating deve informare il pubblico se un azionista con il 5% o più del capitale detiene il 5% o oltre di una società valutata. È proibito infine a un azionista di un’agenzia con il 10% del capitale detenere il 10% o più di una società valutata (si veda articolo a pagina 18).
Ricorsi più facili
Per l’Ue le agenzie devono agire «responsabilmente». Ecco perchè, secondo la riforma, potrà essere citata in giudizio l’agenzia qualora violasse le regole Ue intenzionalmente o incorresse in una grande negligenza causando danni agli investitori. Dopo ampie discussioni non è stato introdotto il più radicale "rovesciamento dell’onere della prova", ma è previsto che il giudice debba tenere conto che le informazioni che hanno portato a un giudizio "errato" sono in mano all’agenzia, e non all’emittente.
2020, rating forse inutili
L’obiettivo è eliminare entro il 2020 il riferimento ai rating in tutte le legislazioni europee (a patto che ci siano alternative per valutare il rischio di credito) cosicchè gli emittenti non saranno più obbligati a vendere automaticamente titoli in caso di peggioramento del rating.Per ora l’Ue ha previsto genericamente che, per ridurre l’eccessivo affidamento sui rating, banche e imprese dovranno sviluppare al loro interno le capacità per valutare il rischio creditizio.
Agenzia europea accantonata
La riforma Ue sulle agenzie ha introdotto anche l’obbligo di passaggio, ogni quattro anni, da un’agenzia all’altra per gli emittenti di prodotti di finanza strutturata con asset ricartolarizzati come sottostanti. Accantonata invece, almeno per ora, l’ipotesi della costruzione di una casa di rating europea indipendente. Se ne parlerà, forse, dopo luglio 2016.
luca.davi@ilsole24ore.com