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 2013  gennaio 17 Giovedì calendario

GUARGUAGLINI: ECCO LE MIE VERIT


«Ho sempre detto che ero innocente, le conclusioni delle indagini lo dimostrano: nell’archiviazione c’è scritto che Lorenzo Cola, ex consulente di Finmeccanica, ha fatto delle dichiarazioni, il pm Paolo Ielo ha verificato e ha concluso che, se anche potevano essere verosimili, non c’era alcun riscontro». Pier Francesco Guarguaglini ha guidato Finmeccanica dal 2002 al 2011, l’ultimo periodo è stato scandito da notizie su indagini giudiziarie, ora concluse con l’archiviazione. In quest’intervista ripercorre la sua vicenda.
Ingegner Guarguaglini, non ha più pendenze giudiziarie?
L’unica indagine di cui sono a conoscenza è quella archiviata. Nel luglio 2011 ricevetti una comunicazione del gip Anna Maria Fattori in cui si diceva che il pm Ielo chiedeva la prosecuzione delle indagini per utilizzo di false fatturazioni. Venni così a sapere di essere indagato. Non sono mai stato interrogato dal giudice.
Qual è la posizione giudiziaria di sua moglie, ex a.d. di Selex? È stata rinviata a giudizio.
Mia moglie è indipendente nelle sue decisioni, è bene chiederlo a lei. Arriva la moglie di Guarguaglini, Marina Grossi: «Ho dato mandato ai miei avvocati di valutare il patteggiamento perché questa vicenda ci sta distruggendo la salute. Quando mi sono resa conto che prima di tutto ne soffre mio marito, ho detto basta. È una decisione dolorosa, però la legge dice che il patteggiamento si può chiedere anche quando non si ammette la colpevolezza. Ho 60 anni, questa vicenda potrebbe durare ancora 5-6 anni. Esco logorata, sarebbero anni pesanti».
Torniamo all’ingegner Guarguaglini.
Rimane il capitolo oscuro dei rapporti con Cola, coinvolto in varie indagini, avuti da lei e altri dirigenti. Pensa di aver sbagliato?
Alla luce dei fatti successivi non lo rifarei. Cola è stato utile nell’acquisto della Drs. Con i suoi contatti mi ha garantito l’appoggio di due avvocati vicini alla Cia, li incontrammo allo studio Arnold & Porter a Washington nel dicembre 2007. Le successive vicende di Cola mi hanno indebolito parecchio, ma non ne voglio parlare.
Lei si è dimesso da Finmeccanica il primo dicembre 2011. È vero che l’a.d. Giuseppe Orsi le diceva "il presidente di Finmeccanica non può essere indagato"?
Non mi sono dimesso per le indagini. Il cda di Finmeccanica ha deciso di togliermi i poteri e passare le strategie a Orsi. Potevo restare presidente senza poteri, come tanti. Non l’ho fatto perché non è nel mio carattere e perché ritenevo che le strategie di Orsi fossero diverse dalle mie. Orsi sosteneva che chiunque di Finmeccanica avesse ricevuto un avviso di garanzia avrebbe dovuto dimettersi. Gli dissi: non lo faccio di sicuro ed è bene che tu non lo dica a voce alta.
Orsi è indagato per corruzione, si proclama innocente. Cosa ne pensa?
Non ho nulla da dire. Mantengo la mia idea, mi sono sempre ritenuto innocente e penso che non basti essere indagati per doversi dimettere. Gli unici due che si sono dimessi siamo moglie ed io. Adesso Finmeccanica di indagati ne ha una certa quantità...
La Drs è costata 3,4 miliardi di euro. Si fa risalire a quest’operazione la tensione con l’allora ministro Tremonti, che nel 2011 ha nominato Orsi come a.d.
Nel gennaio 2008 l’allora Cfo Alessandro Pansa e io parlammo dell’operazione a Palazzo Chigi con Prodi. Pochi giorni dopo cadde il governo e rallentammo. Dopo le elezioni di aprile facemmo un incontro con i vincitori, con Gianni Letta, Tremonti, il direttore del Tesoro Grilli, ci fu detto: andate avanti, quando saremo al governo vedremo come affrontare l’operazione. Appena fatto il governo Berlusconi, Pansa e Grilli hanno cominciato a ragionare sugli aspetti operativi. In maggio abbiamo annunciato la nostra offerta, l’Opa, accettata dal cda Drs. A questo punto occorreva un aumento di capitale per finanziare l’acquisto, purtroppo si sono persi 3-4 mesi e l’abbiamo fatto solo in novembre, dopo l’esplosione della crisi. Sarebbe stato più conveniente farlo prima.
Tremonti non si è irritato perché l’operazione gli sarebbe stata presentata a cose fatte e troppo cara?
Quando il cda della Drs ha accettato l’accordo definitivo Tremonti si è congratulato. Al telefono ho sentito anche Letta che mi ha passato Berlusconi, entrambi mi hanno fatto le congratulazioni. L’unico diverbio con Tremonti c’è stato quando abbiamo fatto l’accordo con Bae Systems nell’avionica, nel 2004. Tremonti mi mosse degli appunti ritenendo che non avessi i poteri per firmare un accordo che era preliminare, fui difeso dal direttore generale, Siniscalco.
Pensa di aver sbagliato con Drs?
Ho fatto uno sbaglio solo. Dovevo occuparmene di più. La mia idea era fare una maggiore integrazione tra le attività europee e quelle americane. Secondo me Orsi va nella direzione opposta, stanno facendo una società al 100% proxy, schermata, vuol dire che gli italiani non possono mettere il naso nella gestione, neppure se trasferissero tecnologia dall’Italia agli Usa. Succederà un casino. Alla fine diventerà una partecipazione solo finanziaria, mentre il nostro accordo prevedeva che fosse proxy solo il 35% di Drs.
I tagli al bilancio della difesa Usa penalizzano Drs e Finmeccanica?
Gli Stati Uniti nel 2010 prevedevano una spesa militare per acquisti di armamenti di 621 miliardi di dollari nel 2013, che già prevedevano una riduzione di circa 60 miliardi. Sono diminuite tanto le spese del sostegno militare all’estero che indeboliscono Drs. L’ultima previsione per il 2013 è di 663 miliardi, prima degli accordi fiscali di fine anno. La posizione delle industrie di Finmeccanica negli Usa è molto debole. Adesso cosa succede? Il C27J di Alenia ha perso ogni speranza negli Usa, l’elicottero per il presidente è perso per AgustaWestland, la nuova gara è tagliata su misura per Sikorsky. È persa anche la possibilità per Agusta di ottenere la commessa degli elicotteri Csar. L’addestratore M-346 ha una sorte incerta. Chi si mantiene abbastanza bene è Galileo.
Lei ha venduto il 45% di Ansaldo Energia a First Reserve, adesso Orsi vuole venderla tutta, ma ci sono opposizioni. Era questo anche il suo obiettivo?
È un problema legato all’indebitamento di Finmeccanica. Con Pansa avevamo deciso di abbattere i debiti di un miliardo con tre operazioni: abbiamo venduto il 45% di Ansaldo Energia con una plusvalenza di circa 450 milioni; volevamo fare un fondo con gli immobili da mettere sul mercato incassando 300 milioni, il cda ci ha autorizzato e avevamo un accordo con Mittel, poi Orsi non l’ha più preso in carico; infine volevamo cedere attività di Drs, per altri 600 milioni di euro, col passar del tempo si è perso il valore delle attività. La mia idea era portare Ansaldo Energia in Borsa dopo almeno due anni, loro sarebbero usciti e noi scesi al 35%, mantenendo però il controllo.
La compagnia aerea di Abu Dhabi, Etihad, non ha smentito un interesse ad acquisire una quota nell’Alitalia. Sono i proprietari anche del Manchester City. Gli sceicchi potrebbero essere un buon partner?
I soci di Etihad sono riconducibili allo sceicco Mohammed, il «Crown Prince». È gente seria ed affidabile e potrebbero dare un sicuro contributo al rilancio di Alitalia. La trattativa, se ci sarà, non sarà semplice.
Ha un consiglio per uscire dalla crisi?
La priorità dev’essere la crescita. È cominciata la spending review, credo che anche il prossimo governo farà risparmi di spesa, queste risorse dovrebbero essere destinate a interventi per la crescita.
Adesso l’ingegner Guarguaglini cosa fa? Il consulente dell’aerospazio?
Ho avuto diversi contatti con aziende e Paesi stranieri, ma non ho fatto alcunché in attesa che scadesse il patto di non concorrenza per un anno con Finmeccanica. Ora mi sento un uomo libero, guarderò un po’ se ci sono proposte. Ho fatto questa dittarella che si chiama Gpm3.