Niccolò Zancan, La Stampa 17/1/2013, 17 gennaio 2013
IL PIEMONTESE ALLASIA “HO CHIESTO IO L’IMMUNITÀ È STATO UN GESTO ISTINTIVO”
Ecco chi è stato. «Sì, sono stato io ad opporre l’immunità parlamentare per bloccare la perquisizione. È da considerarsi una prima reazione istintiva, quando ho visto otto agenti della Guardia di Finanza entrare nei nostri uffici. Ho pensato: cavolo, sono già stati qui due anni fa, e da allora i nostri bilanci sono tutti certificati. Poi sono tornati a marzo per la questione Belsito, anche se cercavano documenti che avrebbero potuto trovare solo nella sede centrale di Milano. Insomma, mi sono detto: cosa vogliono ancora? E allora, mentre chiamavo un avvocato, ho usato quella che è una mia prerogativa, nel bene o nel male, perché questa è l’immunità. Essendo io un deputato». È stato Stefano Allasia, il segretario amministrativo della Lega Nord in Piemonte, ad opporsi alla perquisizione. Almeno, inizialmente. Perché i finanzieri lo hanno tranquillizzato in fretta. La scena, del resto, era abbastanza chiara.
Erano arrivati nella sede di via Poggio, nel quartiere Barriera di Milano, alle 12 di martedì mattina. Erano già in compagnia della segretaria amministrativa Loredana Zola, faccia stravolta. Perché erano già stati anche a casa sua, per una lunga perquisizione, compresi garage e auto. L’intestazione del mandato si riferiva al procedimento penale che riguarda la cooperativa milanese «La Lombarda». La procura di Milano ipotizza i reati di bancarotta fraudolenta e corruzione. È lo scandalo delle quote latte. E quello che cercavano i finanzieri a Torino, non era nell’ufficio del deputato Stefano Allasia. Ma nel computer e sulla scrivania della segretaria in questione: documenti contabili.
Loredana Zola non è indagata, va detto subito. E va aggiunto che tutti, in via Poggio, sono pronti a scommettere sul fatto che uscirà pulitissima da questa storia. Lei è una specie di istituzione, per la Lega Nord a Torino. Lavora qui da 21 anni. Ha visto i tempi mitici e quelli meno felici. È stata assunta negli anni di Gipo Farassino segretario. Martedì sera è andata con gli agenti della Guardia di Finanza a Milano, dove è stata interrogata fino all’alba. Ovvio che ieri sia rimasta a casa. Le hanno detto di prendersi due giorni di vacanza per riposarsi. Risponde al telefono: «Non è stato piacevole quello che mi è successo - spiega - ma non sono indagata, non ho un avvocato. E preferisco non rilasciare dichiarazioni».
Loredana Zola lavora in un ufficio nevralgico per le attività della Lega in Piemonte. Al punto che il deputato Allasia, dice: «Siamo tutti molto sorpresi, ma anche tranquilli. Perché Loredana ha sempre lavorato in maniera impeccabile. In tanti anni non abbiamo mai sentito parlare delle persone coinvolte nell’indagine sulla cooperativa “La Lombarda”, non ci sono stati neppure contatti. Altrimenti lei ce ne avrebbe sicuramente fatto cenno». Che è un po’ la stessa teoria dell’europarlamentare leghista, Mario Borghezio. Da Bruxelles, dove qualcuno sostiene sia stato emarginato, usa parole taglienti: «Persona fidatissima, la signora Zola. Escludo possa aver preso la minima iniziativa senza l’avvallo dei suoi superiori».