John Eligon, la Repubblica 17/1/2013, 17 gennaio 2013
SALOON E MINIERE WILLISTON NON È UN PAESE PER DONNE
WILLISTON (North Dakota)
Alcune settimane fa Christina Knapp e un’amica stavano bevendo qualcosa al bar di una cittadina dei dintorni quando una tavolata di uomini le ha chiamate e ha fatto loro una proposta: erano disposti a pagare tremila dollari se le due ragazze si fossero spogliate e avessero servito loro la birra a casa durante gli incontri di arti marziali trasmessi in televisione. La ventiduenne Knapp ha respinto l’offerta e i cinque uomini hanno continuato a giocare al rialzo, arrivando a proporre settemila dollari. «Ho risposto che guadagno di più con il mio lavoro che abbassandomi a tanto» ha detto Christina, che di mestiere fa la tatuatrice.
Il ricco giacimento di scisto bituminoso nel sottosuolo dei
dolci pascoli di questa zona ha attirato moltitudini di giovani uomini, occupati nel faticoso lavoro di estrazione che manda avanti i giacimenti e talvolta assicura salari a sei cifre. Quello che il boom petrolifero non ha portato, però, sono le donne single. Al lavoro, nei complessi nei quali alloggiano, nei bar e nei ristoranti della zona gli uomini possono frequentare e legare soltanto tra di loro. Da queste parti gonne e tacchi alti sono rari quanto un hamburger vegetariano. Alcuni giovani paragonano l’atmosfera a quella che si respira sotto le armi o in prigione. «La situazione è nera, ragazzi» dice Jon Kenworthy, 22 anni, trasferitosi a Williston dall’Indiana all’inizio di dicembre. «Ne stavo proprio parlando al mio amico: farò venire qualche ragazza dall’Indiana, perché qui non ce n’è proprio».
Questa situazione ha quanto mai complicato la vita anche alle donne che vi risiedono: molte dicono di non sentirsi al sicuro, altre di non potere nemmeno fare la spesa da Walmart senza essere pedinate per tutto il grande magazzino da qualche uomo. Le
uscite di sole ragazze in genere diventano occasione per allontanare di continuo pretendenti sgradevoli e assillanti che spesso vantano le loro ricchezze appena acquisite. Megan Dye ha 28 anni, vive a Williston da quando è nata e dice: «Molti ti guardano come tu fossi una preda sessuale. È disgustoso, è volgare ».
Le donne fanno notare che molti degli uomini che le avvicinano sono sposati. Alcune hanno sfruttato la penuria di donne da queste parti e fatto fortuna: i due locali di striptease di Williston attirano ballerine da tutto il paese, e i bar sono pieni di prostitute che arrivano da fuori. Natasha, 31 anni, escort e spogliarellista di Las Vegas, è qui già per
la seconda volta, dopo essere venuta a conoscenza da un servizio della
Cnn dell’anno
scorso di quanti soldi riescano a guadagnare a Williston le spogliarelliste. Racconta che in questa cittadina può fare affari migliori che nel resto del paese: guadagna almeno 500 dollari a serata, il più delle volte supera i mille. «Facciamo molti soldi perché
qui ci sono molti uomini soli».
Qualche sera fa al City Bar della vicina Watfor City, le uniche donne nel lungo locale rivestito di legno erano due cameriere e la presentatrice del karaoke. Sotto le luci lampeggianti alcuni degli uomini si accalcavano al bar, altri giocavano a freccette o simulando di sparare ai cervi. Qui, quando gli uomini parlano di
donne, è raro che si riferiscano alla loro sensibilità. Da queste parti gli uomini parlano di una “Williston 10”: una donna che in qualsiasi altro posto sarebbe ritenuta di aspetto mediocre, qui merita un dieci pieno.
Ma la cosa grave è che alcuni uomini qui sono arrivati all’aggressione fisica. Jessica Brightbill, una 24enne single arrivata qui da Grand Rapids in Michigan un anno e mezzo fa, ha raccontato che un pomeriggio verso le 15.30 si stava recando a piedi al lavoro quando un’automobile con due uomini a bordo all’improvviso ha iniziato a pedinarla. Di lì a poco un passeggero è sceso, l’ha afferrata per le braccia e ha iniziato a trascinarla. Lei si è irrigidita completamente, così che fosse più difficile per l’uomo portarla via. Alla fine un signore a bordo di un camion è intervenuto, ha accostato il mezzo e ha urlato a quegli uomini di lasciarla andare. La giovane
è riuscita a liberarsi, ma quell’episodio l’ha scossa moltissimo. Alcune donne per proteggersi hanno preso seri provvedimenti. Su sollecitazione della sua stessa famiglia, Barbara Coughlin, 31 anni, trasferitasi a Williston da poco dopo la fine del suo matrimonio che durava da 11 anni, sta per ottenere il permesso per il porto di armi illegali e da ora in poi girerà con un Taser. La giovane donna ha gli occhi truccati con i lustrini, fa la cameriera e dice che la madre e il patrigno che vivono qui le hanno consigliato di lasciar perdere gonne e tacchi, che lei adora, così da non farsi notare come «un fiore in un deserto», per dirla con il suo patrigno. La famiglia non le consente di uscire sola, neppure per fare due passi sul vialetto di ghiaia del complesso nel quale vivono. «Se resterò qui a lungo? Ne dubito proprio» dice. «Per me non ci sono soldi che valgano il fatto di non poter fare nemmeno una passeggiata»
©2013 New York Times News Service. Distributed by The New York Times Syndicate Traduzione di Anna Bissanti