Giampaolo Cadalanu, la Repubblica 17/1/2013, 17 gennaio 2013
MI CANDIDO MA VOLEVO CANTARE QUEL PESTAGGIO? MI HANNO ASSOLTO
[Mario Vattani]
ROMA
— Per la sua nuova vita Mario Vattani ha scelto la guida di Francesco Storace. L’ex console ad Osaka, richiamato dopo le esibizioni canore di stampo nostalgico ai concerti di Casapound, sarà capolista della Destra per il Senato in Campania.
Come mai Storace?
«Mi sostenne da subito quando ero in difficoltà».
E i vecchi amici di Casapound?
«Loro hanno scelto di correre da soli, io di partecipare in modo più attivo a quella che considero la madre di tutte le elezioni».
Ma l’ideologia?
«In certi momenti si devono mettere da parte le convinzioni troppo personali e darsi alla battaglia ».
Se va al Senato, rimpiangerà la diplomazia?
«La politica è tutta diversa, i linguaggi sono diversi... Ma voglio continuare a lavorare per il Paese».
Le resterà la passione per il Giappone.
«Quando sto a Roma per un po’, mi viene subito voglia di ripartire».
Però il suo mandato è finito, dopo lo scandalo per il concerto a
Casapound.
«E pensare che a Osaka stavo lavorando bene. Non conosco altri diplomatici del mio livello che parlino il giapponese».
Che vuol dire lavorare bene?
«Difendevo i prodotti italiani, contro misure commerciali svantaggiose. Avevo contatti eccellenti: come Akira Amari, che ora è ministro e gestirà 120 miliardi per il dopo-terremoto. Pensi che occasione perduta per le imprese italiane! ».
Non è stato infantile salire su un palco a cantare canzoni nostalgiche mentre era rappresentante
d’Italia?
«Mi hanno chiesto di cantare le mie canzoni, e mi ha fatto piacere ».
Nei brani si parla di rabbia e violenza. Ci si riconosce?
«Le mie canzoni sono state travisate. Un personaggio, Gambadilegno, senza una gamba, senza volto, senza cuore, canta la sua rabbia».
Non la rappresenta?
«Rappresenta il mio rancore per aver dovuto cambiare la mia vita, entrando in diplomazia».
Che cosa avrebbe voluto fare?
«Volevo occuparmi di arte, di
musica».
Una vittima del pestaggio del 1989 a piazza Capranica, per cui lei è stato indagato, dice di aver avuto i brividi a sentire quei brani.
«Non c’è nessun riferimento. E per quei fatti io sono stato prosciolto
».
La vittima racconta di aver ricevuto 90 milioni di lire per ritirare la costituzione di parte civile, e cita la sua famiglia.
«Non mi risulta niente di versamenti
del genere».
Ma come ha fatto ad arrivare primo nel concorso per diplomatici, immediatamente dopo quei fatti?
«Ho studiato molto».
I suoi colleghi dicono che la sua famiglia ha contato parecchio.
«Per l’esame io mi sono impegnato con doppia attenzione, anche sulle lingue che già conoscevo. Lo dovevo alla famiglia».
Esclude che suo padre, prima consigliere di Andreotti, poi segretario generale del ministero, abbia avuto un ruolo importante per la sua carriera?
«È ovvio che sono avvantaggiato, se ho bisogno di consigli so dove cercare».