Roberta Zunini, il Fatto Quotidiano 16/1/2013, 16 gennaio 2013
L’EUTANASIA DEI GEMELLI BELGI PER “SOFFERENZE PSICOLOGICHE” [I
due, nati sordi e a rischio cecità hanno ottenuto l’ok alla “dolce morte” dalle autorità mediche] –
La notizia è arrivata a un mese esatto dalla loro “buona morte”. Perché, anche in Belgio, dove l’eutanasia è legale dal 2002, la decisione dei medici di accordarla a due gemelli di quarantacinque anni, sordi dalla nascita e condannati alla cecità, avrebbe potuto scatenare le reazioni del mondo cattolico, ritardandone l’applicazione. “In genere l’eutanasia è richiesta da malati di cancro in fase terminale o da pazienti affetti da malattie degenerative incurabili e dolorose, quasi mai per malattie mentali e sofferenze psicologiche anche se, una volta giudicate incurabili, le prendiamo in esame”, spiega il neurologo e psichiatra Eric Picard che lavora come consulente anche per l’ospedale laico dell’università di Bruxelles dove si sono recati Marc ed Eddy Verbessem, di Anversa. L’iniezione letale era a sentire i medici- l’unico modo per sollevarli dalla terribile sofferenza psicologica che li attanagliava da quando avevano saputo che sarebbero diventati presto ciechi.
PERMETTERLA è stato l’unico modo per far loro vivere ancora giorni sereni. Proprio per il fatto che erano gli ultimi. Sembra una contraddizione ma a quanto pare non lo è stata visto che prima di entrare nella stanza dell’ospedale si erano accomiatati dai genitori e dal fratello assicurandogli di sentirsi finalmente sereni e felici. “È stato un sollievo vedere la fine della loro angoscia”, ha detto il medico David Dufour al canale tedesco RTL TVI. “Hanno bevuto una tazza di caffè conversando con i parenti che li accompagnavano”. Proprio per non pesare sul fratello maggiore o per non finire in un ospizio per persone non autosufficienti, oltre che per poter parlare ancora tra di loro e con il mondo - essendo sordi leggevano dalle labbra per poter comunicare- i due fratelli hanno preferito la morte. Fino alla sentenza della loro imminente cecità, Marc ed Eddy avevano superato la loro sordità imparando a leggere attraverso i movimenti delle labbra di chi stava loro di fronte e grazie al forte legame, tipico dei gemelli: vivevano e lavoravano assieme, come calzolai. In Belgio la legge prevede che si possa richiedere l’eutanasia anche in caso di malattie mentali e gravi disagi psicologici. “La richiesta però deve essere reiterata e deve scaturire dalla presenza di malattie incurabili - ribadisce Picard-, ciò significa che un depresso non la può richiedere dato che la depressione non è una malattia incurabile”. In Belgio, l’unico Paese europeo assieme all’Olanda dove si può ricorrere alla “buona morte”, si sta discutendo anche di estenderla a pazienti incapaci di intendere e volere purché abbiano espresso in un testamento , prima di ammalarsi, di desiderarla in caso di malattie mentali inguaribili come l’Alzheimer. Mentre in Olanda può essere applicata anche sui minori in fase terminale, in Italia non c’è nemmeno una legge sul testamento biologico.
SECONDO l’ex chirurgo, oggi senatore del Pd, Ignazio Marino, conosciuto per le sue posizioni progressiste riguardo i cosiddetti temi sensibili “c’è comunque una differenza profonda tra sospendere terapie che hanno il carattere della straordinarietà o sono ritenute sproporzionate dal paziente, come può essere un respiratore meccanico, e porre volontariamente fine alla vita di un essere umano attraverso la somministrazione di un farmaco letale”. Marino però aggiunge che è necessario investire sulle cure palliative e su un reale investimento sul fondo per la non autosufficienza per assicurare ai pazienti una qualità di vita dignitosa. “Nel 2011 in Italia per la rete delle cure palliative è stato stanziato un milione di euro contro i 240 della Germania. Quel milione misero è bastato, forse, ad assistere 350 pazienti, lo 0,05% delle persone con una malattia terminale che ogni anno ci sono nel nostro paese”. Un dato che non ha bisogno di commenti.