Stefano Feltri e Carlo Tecce, il Fatto Quotidiano 17/1/2013, 17 gennaio 2013
BONDI E MONTEZEMOLO A CACCIA DI 10 MILIONI PER LA LISTA MONTI
[Cene, raccolte fondi sul web, auto-finanziamenti e kit per la campagna low cost. ecco il progetto] –
La campagna elettorale è costosa. E se non hai i rimborsi di un’elezione precedente, i soldi bisogna raccoglierli tutti. Anche Mario Monti se ne sta accorgendo. Dalle prime stime la campagna di Scelta Civica, la lista alla Camera, e del listone al Senato, costerà almeno 10 milioni di euro. In attesa di ottenere i rimborsi, bisogna trovare un’alternativa. Anche perché c’è da pagare l’affitto della sede del comitato elettorale, che dovrebbe aprire oggi a Roma in via del Corso 184, in un palazzo di proprietà delle assicurazioni Allianz che ospita anche il Sole 24 Ore, dove sarà attivo un centro media per coordinare la comunicazione a livello centrale, con riunioni tutte le mattine.
Ieri si è tenuta una prima riunione, sempre a Roma, per stabilire delle linee guida sui finanziamenti, visto che la situazione al momento è un po’ confusa. Per i soldi Monti si appoggia tre persone: Luca Cordero di Montezemolo, Enrico Bondi e Lelio Alfonso, il portavoce di Italia Fu-tura che, da ex manager di Rcs, è quello con i migliori legami nel mondo del business e la maggiore capacità organizzativa.
Montezemolo non si candida nelle liste, così da poter conservare le sue “molte attività professionali”, come ha ricordato Pier Ferdinando Casini, “ma è attivissimo”. Lunedì sera, per esempio, ha organizzato una cena di raccolta fondi a Faenza presso il Museo Internazionale delle ceramiche, dove il padrone di casa era Massimo Bucci, ricchissimo imprenditore delle serrature, già leghista, con interessi anche in Cina; “E che male c’è? Le cene le fanno tutti. E ne faremo altre, sono molto trasparenti”, dicono da Italia Futura. Per la sobrietà di una macchina elettorale che parte con scarsa liquidità, nonostante i cartelloni sei metri per tre con la “salita” di Monti, anche i candidati romagnoli hanno versato una quota tra i 170 partecipanti di Faenza, tutti in fila, tutti pronti ad ascoltare un rapido discorso del presidente della Ferrari.
La cena di Montezemolo a Faenza
L’associazione montezemoliana è l’architrave su cui si regge il progetto montiano, anche da un punto di vista finanziario. Montezemolo giura di fare tutto per puro spirito civico, ma è chiaro che Monti – e i suoi futuri deputati – stanno accumulando un debito di gratitudine, ma anche economico con LcdM. E forse se ne ricorderanno al momento giusto, quando in Parlamento siederanno in quelle commissioni che regolano i molti business in cui è attivo Montezemolo, dai treni alle banche, alle auto. Enrico Bondi, 78 anni, lasciati gli incarichi governativi, si sta dedicando soltanto alla campagna elettorale. Secondo quanto riferiscono diversi candidati, è stato affidato a lui il compito di tenere i rapporti con le imprese e di avvicinare i grossi “investitori”. “Tutto sarà rendicontato sul sito”, promettono i montiani, però dopo lo scrutinio. Poi ci sono le donazioni individuali. Dal sito Agenda Monti, per esempio, si possono fare bonifici bancari o postali da 50 a 10 mila euro, e una postilla ricorda che il sostenitore può ottenere una detrazione fiscale sul reddito imponibile. “Scelta Civica” ha aperto un conto presso la filiale Banca Intesa di Roma, sempre in via del Corso, e pare scontato che qualche istituito dovrà anticipare linee di credito in favore del movimento in attesa dei contributi pubblici che arriveranno nel 201.
Chi ha di più, dia di più
Anche i singoli candidati, poi, si sono attivati. “C’è una ragione se gli imprenditori sono stati messi capilista, perché loro hanno la possibilità di pagarsi da soli la campagna elettorale”, si mormora tra i montiani della prima ora degradati a posizioni di lista che non garantiscono l’elezione perché bisognava lasciare il posto ai vari Alberto Bombassei e Ilaria Borletti Buitoni. I candidati meno conosciuti stanno pensando a campagne quasi solo su Twitter. Altri, come il professore Pietro Ichino, pensano più in grande. “Stanno già arrivando molte donazioni dai cittadini, ma pensiamo a una campagna abbastanza low cost”, spiega Riccardo Lascialfari, che collabora con Ichino per la comunicazione. Economica ma non modesta: c’è anche l’idea di un giornale free press per Lombardia, Toscana e altre regioni, soprattutto dove il centro dovrà faticare per avere un buon risultato al Senato e non risultare marginale nella spartizione dei seggi previsti con la legge porcata.
L’auto-marketing a costo zero
In Lombardia Ichino lavora con la società di comunicazione M&C Marketing. Giuliano Bianucci, l’amministratore delegato, spiega: “Una delle opportunità è la campagna povera che diventa metodo. Mettiamo un format per la propaganda sul sito lombardiaconmonti.it : da lì il candidato può scaricarsi i file e pagare zero euro, giusto la tipografia. Se il candidato invece vuole un supporto maggiore, gli diamo i nostri grafici, 50 euro l’ora, per avere tutto quello che chiederà. Abbiamo poca fiducia nella politica dell’immagine, nei manifesti 6x3, ogni euro speso impropriamente dà l’idea di un euro sprecato”. Ci sarà anche un manuale per i comizi pubblici e regole per la rendicontazione delle spese. La stima è che per ogni candidato il costo complessivo sia di poche centinaia di euro. Difficile dire se siano pochi o tanti, visto che per la gran parte dei candidati saranno comunque a fondo perduto visto che con il Porcellum solo quelli ai primissimi posti della lista possono davvero competere per l’elezione. In Lombardia ci saranno anche eventi tematici – tipo sul lavoro – e altri territoriali, due con Monti, all’inizio e alla fine della campagna elettorale, e “una sorpresa nazionalpopolare, ma non la riveliamo ora o Berlusconi ce la copia”, dice Biancucci.
La M&C Marketing si occuperà anche di divulgare i “contenuti programmatici” che sta finendo di elaborare a Roma l’economista Marco Simoni, docente alla London School of Economics e membro di Italia Futura. “Noi facciamo soprattutto comunicazione sociale, con le elezioni fatturiamo poco, ma fatturiamo tutto, non come altri che poi si rifanno con le consulenze”, rivendica Biancucci.
Il sito civetta che intercetta fondi
Di soldi cominciano a girarne. E c’è chi ne approfitta. C’è per esempio il sito lista-monti.it , ben fatto, curato, dove si possono donare soldi alla Associazione Lista Monti. Che però non c’entra assolutamente nulla con Mario Monti, ma fa capo a un certo Celestino Ciocca che si definisce “esperto dell’Italian Food Industry”. Il suo nome non compare in alcun punto del sito Lista Monti, rigorosamente anonimo, ma il fax nella sezione “contatti” rimanda agli uffici di Ciocca. Italia Fu-tura si sta rivolgendo in questi giorni agli avvocati per far chiudere il sito di Ciocca ed evitare che gli elettori versino soldi nel sito sbagliato. Perché anche il Centro, senza capitali, non va da nessuna parte, né a destra né a sinistra. E la corsa sul posto è il terrore del professore.