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 2013  gennaio 16 Mercoledì calendario

PROCESSO PER CALUNNIA LA CRONISTA ANTI-CLAN IMBARAZZA IL PD

[Napoli, bufera sulla Capacchione] –
L’ istanza di rinvio è stata accolta. Per questo Rosaria Capacchione, la giornalista casertana sotto scorta da tempo perché finita nel mirino del clan dei Casalesi, tornerà in un’aula del tribunale di Santa Maria Capua Vetere solo il primo marzo. Ad elezioni concluse. La decisione è di ieri mattina, quando il suo legale – l’avvocato Vittorio Giaquinto – ha chiesto e ottenuto il rinvio. Rosaria Capacchione è infatti capolista al Senato in Campania per il Pd, con una candidatura voluta fortemente dal segretario nazionale Pier Luigi Bersani. Ecco il motivo per cui un processo per calunnia, che stancamente si trascina ormai da oltre sette anni, diventa improvvisamente così importante. La Capacchione è accusata di calunnia dal sottufficiale della Finanza Luigi Papale che si è anche costituito parte civile. Tutto nasce da una chiacchierata che la Capacchione ebbe, in maniera informale all’interno di un bar spiega la difesa della giornalista, con un ufficiale della Finanza. In sostanza la Capacchione avrebbe rivelato la poca attendibilità del sottufficiale Papale che indagava sul conto del fratello, il costruttore Salvatore Capacchione. L’ufficiale avrebbe redatto un’informativa che avrebbe poi portato ad accertamenti sul conto di Papale, verifiche che avrebbero appurato la condotta cristallina del finanziere. Il processo verte, dunque, su quanto contenuto in questa relazione di servizio. Un capitolo a parte riguarda le intercettazioni dei colloqui telefonici tra Rosaria Capacchione e suo fratello. «Quelle telefonate sono state dichiarate non utilizzabili all’interno del processo», spiega l’avvocato Vittorio Giaquinto.

«Siamo garantisti e per questo non abbiamo mai parlato della situazione di una capolista del Pd, sapevamo e stiamo stati zitti», ha detto il commissario campano del Pdl Francesco Nitto Palma durante la presentazione dei centristi che sono passati al Pdl. Senza mai citare la Capacchione, il commissario regionale, alle prese con la formazione delle liste, ha sottolineato come «la battaglia politica si fa con la politica. E i principi, se sono nobili, non devono esserlo a corrente alternata». Immediata la replica del segretario campano del Pd Enzo Amendola: «Nitto Palma sta svolgendo con diligenza il suo compito: quello di fare l’avvocato di Nicola Cosentino. Non è un caso che “l’avvocato” di Cosentino cerchi di rilanciare accuse nei confronti degli esponenti Pd che con chiarezza hanno descritto proprio l’ascesa al potere di Cosentino».