Massimo Gramellini, La Stampa 16/1/2013, 16 gennaio 2013
CONSIGLI NON RICHIESTI A GRILLO
Smetta di fare la vice-vittima: è tornato il titolare. Ha saputo l’ultima del regime liberticida? Dopo consultazioni frenetiche con il Club Bildeberg, l’Anonima Banchieri e l’Ordine del Santo Graal, la lista-civetta ideata per togliere voti ai suoi Cinquestelle è stata bocciata dal ministero. Sicuramente ci sarà qualcosa dietro. Lei però guardi avanti. Cosa riflette il finestrino del pullman su cui sta girando l’Italia? Il viso alterato di un uomo simpatico che non fa che evocare catastrofi (persino la campagna elettorale l’ha chiamata Tsunami Tour), di un gabibbo barbuto che urla la sua rabbia come tanti la mattina sotto la doccia, prima di nascondere l’ansia sotto il loden e ritornare umani o almeno montiani. Spieghi al burattinaio Casaleggio che con le invettive becere, gli scenari macabri e i toni da setta si possono compattare le minoranze motivate fino al fanatismo, ma non si conquista la pancia di questo Paese. Gli italiani, disse una volta per tutte Montanelli, vogliono fare la rivoluzione d’accordo con i carabinieri. Cinquestelle è sceso nei sondaggi perché fa paura e anche un po’ senso. Le epurazioni dei dissenzienti. L’abbraccio ai fascisti di Casapound. Quell’irridere gli avversari e storpiare i loro nomi (l’ultimo è Ingroia-Ingoia: una volgarità che era venuta in mente a tutti, ma che ha detto soltanto lei).
Torni a farci sorridere, signor Grillo. Il sorriso è il carburante dei sogni. Anche di quelli che, ne sono convinto, lei coltiva ancora purissimi dentro di sé. Ma un futuro che nasce da un urlo è un futuro che non promette felicità per nessuno, solo altre urla.