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 2013  gennaio 15 Martedì calendario

L’ULTIMO VOLO DI ALICE éÈ

morta la ragazzina inglese malata di cancro che aveva pubblicato su Twitter la lista dei suoi desideri] –
Nell’estate del 2011 la sua storia commosse l’Inghilterra e il mondo intero grazie a un semplice tweet, in cui veniva pubblicata una bucket list, la lista di cose da fare prima che sia troppo tardi. Domenica scorsa “Alice ha ottenuto le sue ali da angelo”, come ha scritto la mamma in un commovente post sul blog creato per raccontare la sua battaglia contro la malattia. Diventare famosa non era compresa nella sua lista, ma Alice Payne è riuscita nell’intento di realizzare quasi tutti i suoi desideri, grazie soprattutto alla solidarietà scatenatasi in rete.
Cinque anni fa, all’allora tredicenne Alice venne diagnosticato un linfoma di Hodgking, un tumore maligno del sistema linfatico. Lei non si è abbattuta, neanche quando i medici le hanno comunicato che le cure non stavano funzionando. Da lì, spinta dalla mamma Vicky, la decisione di aprire uno spazio web dove rendere pubbliche le proprie aspirazioni per il tempo che le restava da vivere: “Mia mamma mi dice sempre che la vita è ciò che facciamo di essa e quindi ho intenzione di fare il meglio di quello che ho, perché ci sono così tante cose che ancora voglio fare”. La lista di Alice diventa pubblica e in poche ore l’hashtag #alicebucketlist fa il giro della rete e viene diffuso da migliaia di utenti di Twitter, tra cui il calciatore del Manchester United, Rio Ferdinand e star della musica come Katy Perry e Justin Bieber. Anche il premier inglese David Cameron si interessa della vicenda.
IN UN ANNO Alice è riuscita ad esaudire quasi tutte le sue aspirazioni: ha incontrato i suoi idoli musicali, i Take That; ha nuotato con gli squali; visto un film al cinema con i suoi migliori amici; portato il suo labrador, Mabel, a una rassegna canina e ottenuto un ipad viola. Tutto grazie ad uno slancio di solidarietà che ha unito un’intera nazione. Dove i limiti imposti dalla malattia le impedivano di realizzare il suo sogno –come, ad esempio, visitare il Kenya –, è intervenuta la fantasia dei suoi sostenitori. Alice non è andata in Africa, ma è riuscita a visitare un safari park grazie ad un camper messo a disposizione per lei e la sua famiglia. Esperienze via via depennate dalla lista, che nel tempo si è arricchita di nuovi desideri, e non solo per se stessa. Con l’associazione benefica Alice’s Escape, fondata insieme alla sorella Milly, Alice è riuscita ha raccogliere oltre centomila sterline.
La Charity, creata per consentire vacanze gratuite, nel distretto dei laghi (nel Devon ), alle famiglie con bambini gravemente ammalati, ha fatto vincere alle due sorelle l’Empire Medal, un’onorificenza che in Inghilterra viene assegnata a chi si distingue per meriti civili o militari. Ma non solo. Alice ha vinto anche il premio Pride of britain teenager of courage per la sua campagna di sensibilizzazione sul tema delle donazioni di midollo osseo. La sua aspirazione di vedere tutti i cittadini britannici iscritti ad un registro di donatori non è stata depennata, ma, grazie all’attenzione scaturita dal suo blog, la Anthony Nolan Blood Cancer ha registrato l’iscrizione di 40 mila nuovi donatori. Un risultato straordinario: “Mi viene quasi da piangere a pensare che le persone siano state spinte da me a prendere la decisione di aderire al registro – si legge in un post pubblicato a novembre –. Questo è importante perché ho bisogno di sapere che quello che sto facendo può fare la differenza”.
POCHI MESI prima, ad agosto, dopo aver realizzato uno dei suoi ultimi desideri scrisse: “Non mi sarei mai aspettata che la lista venisse diffusa in tutto il mondo. Non mi sarei mai nemmeno aspettata che la maggior parte dei miei desideri venisse esaudita. Le parole non riescono a rendere l’idea di quanto io sia felice di avercela fatta”. Domenica scorsa, l’annuncio della mamma Vicky ha sconvolto la rete. Su Twitter l’hashtag #NightNightAlice ha raccolto migliaia di saluti commossi provenienti da tutto il mondo. Tutto questo mentre in Italia gli utenti del sito di microblogging, dietro l’hashtag #staystrongfede, si scatenavano contro l’account di un utente accusato di essersi inventato un tumore per ottenere nuovi follower. Anche questo è il web.