Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  gennaio 15 Martedì calendario

SERENA, PATRICK E LE CONSEGUENZE DELL’AMORE

Se due indizi fanno una prova, Serena Williams è una donna innamorata. A 31 anni più panterona, sensuale e femmina che mai, la collezionista di Slam (30 tra singolare, 15, doppio, 13, e misto, 2) ha cominciato l’inseguimento al titolo dell’Australian Open volando down under insieme all’uomo che le ha rapito il cuore e rilanciato la carriera: il coach francese Patrick Mouratoglou.
L’alchimia felice tra atleta e allenatore, quel magico mix di campo e talamo che funziona da doping pulito nella benzina di una campionessa — da Sara Simeoni-Erminio Azzaro a Josefa Idem-Guglielmo Guerrini —, non è una novità assoluta su questi schermi. In questo caso, però, la materia è delicata perché Mouratoglou, che ha 42 anni, in Francia tiene scuola tennis, moglie e figli. Insieme agli sguardi languidi che i due si lanciano in pubblico, a sostegno del gossip più ghiotto del mondo del tennis esiste ormai una ricca galleria fotografica che intasa la rete dal giugno dell’anno scorso. Da quando, cioè, battuta a sorpresa al primo turno del Roland Garros dalla numero 111 del mondo Virginie Razzano, depressa e urgentemente bisognosa d’aiuto tecnico e psicologico, l’americana ha cercato l’allora coach di Dimitrov e la liaison ha preso piede. Da sette mesi, Serena e Patrick sono inseparabili. Oltre ad aver risvegliato la fame di vittorie della giovane Williams, reduce da un’embolia polmonare che aveva fatto temere per la sua vita (Wimbledon, oro all’Olimpiade, Us Open e Master sono state le straordinarie conseguenze dell’amore nel 2012), Mouratoglou le ha fatto da cicerone in Provenza, dove i due sono stati fotografati abbracciati (Serena con la mano dentro la tasca posteriore dei jeans di Patrick, inequivocabile segnale di intimità) davanti a un’agenzia immobiliare di Valbonne e poi occhi negli occhi al ristorante, tutt’altro che spensierati, seri e compresi come quelli che sono sull’orlo dell’innamoramento, e che sanno che sulla strada della felicità c’è una moglie di troppo. Le foto al mare, in costume prima di un’immersione subacquea, sono ancora più esplicite.
All’Équipe Magazine, che a fine dicembre ha raggiunto Serena Williams a Mauritius durante lo stage di preparazione al primo Slam del 2013, pur rifiutandosi di entrare nel merito della relazione con il tecnico la numero 3 del ranking ha fatto capire che non solo di lavoro si tratta: «Poco a poco, dopo quella terribile delusione della sconfitta al primo turno a Parigi, Patrick mi ha aiutato a ritrovare la serenità. Quando lo guardo, vedo quel viso calmo e pieno di fiducia nei miei confronti. Al terzo turno di Wimbledon la cinese Zheng mi ha portata al terzo set. Ho avuto paura di perdere ma Patrick è rimasto di marmo: non ho avvertito né collera né dubbi né stress, soltanto il suo sguardo posato su di me con una sicurezza inscalfibile».
Non c’è bisogno di sfogliare le riviste di gossip per accorgersi dell’attrazione che li lega. Negli allenamenti e fuori dal campo, il linguaggio del corpo è quello della coppia che si trattiene a stento, e Serena non era mai stata così bella. «Sono complici e felici, ridono molto, soprattutto quando Serena si sforza di parlare in francese...» scrive il giornale. «Patrick sa portarmi allo stato di rilassamento come nessun altro al mondo. Non ero mai riuscita a lasciarmi andare del tutto, prima di incontrarlo». Mouratoglou, è amore? «Non ho mai tenuto conto di ciò che dice la gente di me e non ho alcun motivo di commentare le foto che circolano su Internet» risponde alla domanda il coach. Il risultato è che Serena è più serena. E questo, forse, è l’anno buono per il Grande Slam.
Gaia Piccardi