Dario Di Vico, Corriere della Sera 15/01/2013, 15 gennaio 2013
BANCHE E SUPERMERCATI STUDIANO SOCIOLOGIA. COSI’ I SERVIZI IMPARANO E REAGISCONO ALLA CRISI
Si tratta di una pura coincidenza ma ieri due importanti gruppi, uno della grande distribuzione (Carrefour) e l’altro bancario (Intesa Sanpaolo), hanno varato altrettante iniziative che avranno sicuri riflessi su consumi e stili di vita degli italiani. I francesi per sostenere le vendite di cibo hanno unilateralmente deciso di scontare l’Iva su un ampio paniere di beni ai clienti sopra i 65 anni e alle famiglie numerose composte da almeno cinque membri. L’istituto di credito italiano ha iniziato, invece, da ieri la sperimentazione dell’apertura degli sportelli di cento filiali dalle 8 alle 20 e il sabato dalle 8 alle 13. Le due iniziative hanno percorsi, logiche e target differenti tra loro, in comune mostrano però una reattività delle rispettive dirigenze nei confronti della crisi e dei profondi mutamenti che sta determinando. Le imprese più accorte — e non sono certo le sole due di cui stiamo parlando — capiscono che bisogna muoversi, il contesto economico causato dalla Grande Crisi non è destinato a sparire da un momento all’altro (anzi) e quindi bisogna adottare soluzioni originali. Per dirla con una battuta visto che la montagna della recessione non si sposta, tocca a Maometto muoversi.
I dirigenti italiani di Carrefour sostengono che la loro non è un’iniziativa «commerciale» e arrivano a definirla di «welfare sociale». Ormai la difficoltà di fare la spesa non è più limitata alla quarta settimana del mese e quindi non basta più procedere con le tradizionali promozioni sul punto vendita, c’è bisogno di creare un rapporto caldo e solidale con gli strati sociali maggiormente in difficoltà, anziani con redditi bassi e famiglie numerose, che stanno significativamente riducendo il budget dedicato alla spesa alimentare. Dopo aver fatto slittare a data da destinarsi quello legato ai beni durevoli (auto, arredo, ecc.). Scontare l’Iva vuol dire che una larga serie di prodotti, dalla macelleria alla frutta e verdura, dal pane a salumi e formaggi, costerà il 7% in meno con un risparmio che per le famiglie numerose è stato calcolato in 350-500 euro l’anno e per un pensionato in 150-200 euro.
Il test di Carrefour durerà due mesi e mezzo ma si pensa che possa essere tranquillamente prolungato. Gli osservatori esterni e i concorrenti naturalmente sono padroni di non credere alle parole dei manager italofrancesi e magari pensare legittimamente che per questa via la multinazionale del carrello vuol evitare di perdere clienti a favore degli hard discount, ma tutto sommato cambia poco. Il dado è tratto, il business si è fatto sociologia ampliando così ancor di più il fossato culturale che già divide la finanza più o meno speculativa da chi cerca ancora di far soldi con l’industria e i servizi. E per riuscirci deve far funzionare la testa.
L’apertura fino a tarda sera è un progetto che ricorrendo a un calembour è stato chiamato «Banca Estesa», da ieri riguarda 100 filiali ma è già previsto di estenderlo ad altre 400 entro giugno. Poi si vedrà se allargarlo ulteriormente. Se funziona sì. In più i gestori saranno disponibili a raggiungere i clienti anche a domicilio o sul posto di lavoro. La crisi tra i tanti problemi che ha creato ha sicuramente peggiorato il rapporto tra banche e clienti e questa è la prima iniziativa che tenta di ricucirlo almeno sul versante degli orari e non ancora su quello della maggiore disponibilità a concedere prestiti e mutui. Intesa cerca, dunque, di delineare un’offerta di servizio più vicina agli stili di vita, il tutto in una logica che i sociologi definiscono di conciliazione dei tempi. È anche vero che in questo modo si comincia a colmare un ritardo anacronistico, dall’apertura liberalizzata dei supermercati si passa alle banche e alla possibilità quindi delle famiglie di recarsi in filiale con una maggiore programmazione. L’iniziativa della banca milanese è stata concordata con i sindacati e ha anche lo scopo, tutt’altro che secondario, di stabilizzare l’occupazione adottando una modalità innovativa.
Come detto, abbiamo riferito di Carrefour e Intesa per la singolare coincidenza temporale ma tutto il mondo dei servizi è alla ricerca di soluzioni e formule nuove. Da una parte i settori colpiti dalla crisi dei consumi devono stare attenti a non perdere il contatto con i clienti in difficoltà, dall’altra gli spazi per innovare sono ampi e potrebbero investire gradualmente tutta un’altra serie di attività (commercio al dettaglio, taxi, professionisti, servizi alla persona, consulenza porta a porta). Vedremo quanti Maometto capiranno che a star fermi si chiude.
Dario Di Vico