Vincenzo Nigro, la Repubblica 15/1/2013, 15 gennaio 2013
TOUAREG IN CERCA DI STATO E ISLAMISTI VICINI AD AL QAEDA NELL’ULTIMA GUERRA DEL DESERTO
“AZAWAD” è la terra dei touareg. Ed è il nome con cui i nomadi che vivono nel deserto immenso del Sahara volevano battezzare uno Stato liberato, i cui confini grosso modo sono proprio quelli del Nord del Mali. La guerra della Francia (e forse dell’Europa) contro Al Qaeda in Africa nasce proprio da questa aspirazione.
MOVIMENTO NAZIONALE DI LIBERAZIONE DELL’AZAWAD
È stata la rivolta avviata all’inizio del 2012 dai ribelli dello Mnla a dare il via al terremoto che ha finito per consegnare il Nord del paese ai terroristi di Al Qaeda. Lo Mnla ormai da tempo era diventato l’interprete principale della lotta dei vari gruppi touareg. Il popolo dei “nomadi blu” è presente in Mali, Libia, Algeria e Niger. Dopo i primi successi nella primavera del 2012, poco alla volta i touareg “laici” dello Mnla sono stati attaccati e spodestati dalle loro posizioni dai movimenti islamici con cui inizialmente erano alleati.
ANSAR EDDINE
Il primo “tradimento” è stato quello dei fratelli “Ansar Eddine”: i “difensori della fede” sono un movimento integralista touareg fondato nel marzo nel 2012 da Iyad Ag Ghali, un vecchio ribelle, ex militare e contrabbandiere touareg, in azione sin dagli Anni ‘90. Ag Ghali è stato seguito per anni dai servizi algerini, che nelle ultime settimane avevano fatto pressioni su di lui perché si distanziasse dagli altri gruppi terroristici. Il movimento ha le sue basi principali a Kidal e Timbuctù, dove Ag Ghali si divide fra le due residenze da cui in questi mesi ha diretto la rivolta. In queste ore l’uomo è in fuga nel deserto: ieri i francesi hanno provato a colpirlo anche in una base ad Aghado, a 50 chilometri da Kidal, ma i caccia avrebbero distrutto solo alcuni depositi di munizioni e carburante, senza riuscire a colpirlo.
AL QAEDA NEL MAGH-REB ISLAMICO
L’Aqmi è il principale alleato di Ansar Eddine, e soprattutto è stato l’elemento che ha convinto i touareg a schierarsi su posizioni integraliste. Nel gennaio del 2007 gli integralisti algerini del Gruppo salafita di predicazione e combattimento si collegarono ad Al Qaeda e trasformarono il loro nome in Aqmi. Il gruppo, formato
prevalentemente da algerini, ha rapito molti occidentali e ha messo a segno molti attentati anti-algerini. Bene armato e organizzato, ha ereditato buona parte dei combattenti degli attacchi terroristici contro Algeri. Anche per questo i servizi e l’esercito algerino hanno visto di buon occhio il fatto che Aqmi si spostasse poco alla volta nel deserto del Mali, abbandonando i suoi santuari nel Sud dell’Algeria.
MOVIMENTO PER L’UNICITÀ DELLA JIHAD NELL’AFRICA OCCIDENTALE
Il Mujao è la terza formazione contro cui oggi combattono l’esercito maliano e i francesi. È un gruppo dissidente nato da una costola dell’Aqmi, soprattutto perché considerava l’Aqmi troppo ispirato a interessi e visioni algerine. È stato rafforzato negli ultimi mesi da una legione di combattenti integralisti arrivati da tutto il Sahel e anche da Somalia e Nigeria. Ha rivendicato gli ultimi rapimenti di occidentali, fra cui quello del cittadino franco-portoghese sequestrato la settimana scorsa vicino alla frontiera col Senegal, in una zona del Mali in cui gli islamisti non avevano ancora colpito. Sono i combattenti del Mujao a essere in prima linea negli attacchi verso Sud, sono i loro “addetti stampa” a lanciare le minacce più sanguinarie alla Francia e all’Occidente, giurando di essere pronti a portare il terrore fin dentro i confini dell’Europa, fin sotto la Tour Eiffel.