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 2013  gennaio 15 Martedì calendario

DEBITO, NUOVO RECORD A 2020 MILIARDI


Novembre pessimo, dicembre che dovrebbe segnare un piccolo miglioramento per l’economia italiana. Da più punti di vista: per quanto riguarda la produzione industriale, assicura il Csc di Confindustria, ma anche per quanto riguarda l’andamento del gettito fiscale e del debito pubblico, che comunque supera l’ennesimo record assoluto superando quota 2020 miliardi di euro.

Ma andiamo con ordine, partendo dalla produzione industriale Ieri l’Istat ha diffuso i dati dell’indice destagionalizzato relativo a novembre 2012, che segna un nuovo calo dell’1% rispetto ad ottobre e del 7,6% in un anno (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2011). La flessione nella media del trimestre settembre-novembre è invece dell’1,7% rispetto al trimestre precedente. Risultato, nella media dei primi undici mesi dell’anno la produzione dell’industria in Italia è stata inferiore del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questi sono dati verificati a consuntivo dall’Istat; tuttavia, c’è la speranza che il mese di dicembre abbia segnato una piccola ripresina. Che potrebbe sperabilmente diventare l’inizio di una inversione di tendenza. La pensano così i solitamente precisi economisti del Centro Studi di Confindustria, che stimano per lo scorso mese di dicembre un incremento della produzione industriale dello 0,4% su novembre. Si attesta a -24,9%, invece, la distanza dal picco di attività prima dell’inizio della recessione, ovvero nell’aprile del 2008. Nel quarto trimestre 2012 il CSC stima una riduzione del 2,1% congiunturale, dopo il -0,5% nel terzo, il -2,0% nel secondo e il -2,3% nel primo. Il calo dell’attività è iniziato nel terzo trimestre 2011. Stando a queste indicazioni, nella media del 2012 la produzione industriale sarebbe diminuita del 6,2% sul 2011, quando si era avuto un calo dello 0,7%.

Resta il fatto che il novembre censito dall’Istat è stato davvero pesante per l’industria. Il settore più colpito è quello delle materie plastiche (-16,9%), ma malissimo è andata anche per le apparecchiature elettriche ed elettrotecniche (-10,5%), con l’allarme lanciato dal presidente dell’Anie Confindustria Claudio Andrea Gemme.

Come detto, Banca d’Italia ieri ha informato del nuovo record storico per il debito pubblico italiano, che a novembre 2012 si è attestato a quota 2.020,7 miliardi di euro. Ma da via Nazionale assicurano: «Nel mese di dicembre - si legge - il rilevante avanzo osservato per il settore statale e il forte decumulo della liquidità del Tesoro dovrebbero aver portato il debito ampiamente al di sotto della soglia dei 2.000 miliardi». Anche nel periodo gennaio-novembre peraltro si registra un forte incremento delle entrate tributarie: nelle casse dell’Erario sono entrati 340,7 miliardi di euro, in crescita del 3,1% (in termini assoluti +10,2 miliardi) rispetto al corrispondente periodo del 2011.

Certamente, però, la situazione economica resta molto difficile. Una testimonianza eloquente arriva dai dati del ministero dell’Economia, che ha esaminato le dichiarazioni Ires e Irap relative al 2010 e presentate nel 2011-2012. Il reddito medio dichiarato, pari a 234.290 euro, scende dell’8,8% rispetto a quello dell’anno d’imposta 2009, un calo legato al crollo del settore finanziario. Emerge comunque che una impresa su tre (il 33,7% del totale, era andata peggio nel 2009) ha chiuso il proprio bilancio in perdita. In aumento del 3,1% il numero di società in fallimento, liquidazione o estinte, ma la crescita delle aziende in difficoltà è decisamente più contenuta rispetto al +18,5% dell’anno precedente.