Francesca Schianchi, La Stampa 15/1/2013, 15 gennaio 2013
SONDAGGISTI CONCORDI: IL CAVALIERE RECUPERA
Nove punti e mezzo di distacco. Per qualcun altro otto. O forse addirittura quattro e mezzo. Arrivano sondaggi freschi dopo l’ospitata di Berlusconi da Santoro. E segnalano spostamenti nelle intenzioni di voto. Lo fa quello targato Emg presentato ieri sera al Tg de La7, con rilevazioni fatte all’indomani della puntata di «Servizio pubblico»: la coalizione di Bersani, al 37,4%, perde 2,9 punti rispetto a un mese fa; quella di Berlusconi, al 27,9%, ne guadagna 2,6. Morale, come spiega Fabrizio Masia di Emg, circa 5 punti recuperati rispetto a quattro settimane fa. «Ma, attenzione, bisognerà vedere se si tratta di dati definitivi: in questa fase, solo 70 su 100 sono voti stabili, mentre gli altri 30 sono volatili», spiega.
Di certo, la mobilità delle intenzioni di voto fa ben sperare Berlusconi: da cifre fornite dal fidato istituto Euromedia Research, le percentuali sono 38,7 per Bersani e i suoi alleati e 34,2 per lui, appena quattro punti e mezzo di differenza. Forbice un po’ più ampia, ma non troppo, secondo Ipr Marketing, nelle rilevazioni fatte per il Tg3: otto punti, 36,5 contro il 28,5. «Più che una lepre, come dice Bersani, il Pd è un leprottino… L’unico che può veramente sconfiggere Berlusconi è Grillo, ma solo se torna mediaticamente in campo», valuta un altro esperto di sondaggi, Roberto Weber della Swg: «Non credo in un vero rischio rimonta, ma di certo nel rischio di un Senato bloccato». Un’ipotesi non remota, stando ai sondaggi sulle regioni più popolose sempre di Ipr per il Tg3: in Lombardia Bersani è al 35,5 e Berlusconi al 35; in Sicilia sono 34 a 33,5. Con, in entrambi i casi, Monti al 13%. In Campania, 35 a 32, con Monti al 18%.
Tra i concorrenti che possono sottrarre voti al centrosinistra c’è Monti, come sottolinea Masia, «che un mese fa ancora non era in campo con la sua lista». Ma c’è anche Rivoluzione Civile di Ingroia, data in crescita: al 4% per Ipr, al 5,2 per Emg. Tanto «pericolosa» che, ieri, si è pure scatenata una polemica sulla sua presenza. «Franceschini mi ha proposto un accordo di desistenza, cioè di non presentare le nostre liste in regioni chiave quali Sicilia, Campania e Lombardia», denuncia Leoluca Orlando. Non è vero, insorge Franceschini, «ho fatto una constatazione aritmetica più che politica: per come è fatta la legge elettorale al Senato, nelle regioni in bilico la presenza della lista Ingroia rischia di far vincere la destra». Nessuna desistenza, assicura, «nessun negoziato», come garantisce il vicesegretario Enrico Letta. «Solo – aggiunge Franceschini - la descrizione di un quadro oggettivo rispetto al quale ognuno deve assumersi le proprie responsabilità». Un oggettivo rischio di Senato ingovernabile.