Antonio Maria Mira, Avvenire 15/1/2013, 15 gennaio 2013
PER L’ECCIDIO DI VIA FANI SOLO TRE SONO IN CELLA
Solo tre brigatisti che parteciparono alla strage di Via Fani o che custodirono Aldo Moro, sono ancora in carcere. Altri due sono ancora latitanti. Il più noto dei carcerati è Bruno Seghetti, in cella dal 1980. Capo delle colonne romana e napoletana, guidava la Fiat 132 sui cui venne caricato Moro. Condannato all’ergastolo, irriducibile, ottiene nel 1995 il lavoro esterno e nel 1999 la semilibertà che poi è stata revocata.
Solo dal 1996 è, invece, in carcere (ora agli arresti domiciliari) Raimondo Etro, che a via Fani non c’era, perché ritenuto poco affidabile, ma si occupò della custodia delle armi. Il suo nome venne fatto da uno dei latitanti, Alessio Casimirri (62 anni), “brigatista dei misteri”, fuggito in Nicaragua dove gestisce i ristoranti “Magica Roma” e “La cueva del buzo” e dove ha ottenuto la cittadinanza, grazie al matrimonio con una cittadina di quel Paese, fatto che ha bloccato l’estradizione. A via Fani presidiava assieme ad Alvaro Lojacono, l’altro latitante, la parte alta della strada. Casimirri nel 1993 venne raggiunto da due agenti del Sisde e accettò di parlare, facendo i nomi di Etro e di Germano Maccari. Quest’ultimo venne così arrestato, in quanto uno dei carcerieri di Moro e poi accusato anche di avergli sparato. Condannato a 30 anni morì nel carcere di Rebibbia nel 2001. Tre anni dopo fu arrestata al Cairo Rita Algranati, staffetta del commando Br. Sta scontando l’ergastolo. Anche sulla sua latitanza restano molti misteri. Così come per quella di Lojacono. Ritenuto responsabile dell’uccisione nel 1975 dello studente greco Miki Mantakas davanti ad una sede dell’Msi a Roma, partecipa a varie azioni sanguinarie delle Br. Sfruttando la cittadinanza svizzera della madre, espatria e diventa cittadino di quel Paese. In Svizzera è stato condannato a 17 anni di carcere per l’omicidio Tartaglione, ma ne ha scontati solo 9. Nel giugno del 2000 viene arrestato in Corsica. Ottiene però la scarcerazione evitando l’estradizione in Italia dove deve scontare l’ergastolo.
Del resto del commando Mario Moretti, capo dell’operazione Moro, arrestato nel 1981 e condannato a sei ergastoli, dal 1994 è in semilibertà. Barbara Balzerani, catturata nel 1985 e anche lei con vari ergastoli, è in libertà vigilata dal 2006. Franco Bonisoli, uno dei brigatisti che sparò sulla scorta, arrestato l’1 ottobre 1978, condannato all’ergastolo, si è dissociato dalla lotta armata e ora è in semilibertà. Anche Raffaele Fiore faceva parte del gruppo di fuoco. Responsabile anche degli omicidi dell’avvocato Fulvio Croce e del giornalista Carlo Casalegno, viene arrestato nel 1979. Non si è mai pentito né dissociato. Anche lui gode dal 1997 della libertà condizionale. A sparare in via Fani fu anche Valerio Morucci, uno dei primi poi a dossociarsi nel 1985 (era stato arrestato nel 1979). È stato scarcerato nel 1997. Mentre tre anni prima esce dal carcere Adriana Faranda, anche lei dissociata (era stata arrestata con Morucci), “postina” durante il sequestro. Infine Anna Laura Braghetti, la carceriera di Moro con Gallinari e Maccari. Nel 1979 partecipa all’assalto alla sede della Dc romana uccidendo due poliziotti, l’anno dopo spara al vicepresidente del Csm, Vittorio Bachelet. Arrestata lo stesso anno a condannata all’ergastolo, dal 2002 è in libertà.