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 2013  gennaio 13 Domenica calendario

POVERA ITALIA, I CAPITALI FUGGONO IN SVIZZERA

[Le politiche del governo Monti hanno fatto esportare oltreconfine 115 miliardi di euro in appena un anno] –
Roma
Nuove crepe sul sistema Monti (e altri), quello che pun­ta a fare cassa aumentando le tasse, agitando lo spettro del­l’emergenza conti ( quando par­la a destra) o di una giusta redi­stribuzione della ricchezza (quando si rivolge gli alleati del­la sinistra). Accanirsi sui contri­buenti non fa cen­trare nessuno dei due obiettivi. La stretta del fisco sui controlli e quella del governo con le nuove imposte sul risparmio, tra gli al­tri effetti ha avuto anche quello di provocare una fu­ga di capitali verso la Svizzera. Nel 2012, circa 115 mi­liardi di euro, ha scritto giorni fa il si­to InvestireOggi , ri­preso ieri dal Fatto .
Attenzione, non evasione, soldi in nero trasportati da moderni spalloni attraverso il confi­ne elvetico. Si trat­ta di soldi in chia­ro. Al riparo dalla crisi e dal rischio Paese, sicuramen­te. Ma anche dalle tasse presen­ti e da quelle future. Come la pa­trimoniale promessa dal pre­mier in carica e dal centrosini­stra. Altre stime, parlano addirittura di 160 miliardi detenuti nei caveau delle banche elveti­che.
In ogni caso molto più rispet­to a quanto incas­sato dallo scu­do fiscale del governo Berlusco­ni, grazie al quale sono rientrati circa 95 miliardi di euro. Un epi­sodio difficilmente replicabile, soprattutto dopo che il governo Monti ha deciso di «punire» chi aveva scudato applicando una nuova imposta sui soldi riporta­ti in Italia.
Le cifre sul salasso di soldi dal­lo stivale alla Svizzera è per di­fetto. Mancano chiaramente i soldi in nero che, non è difficile immaginare, siano aumentati quanto quelli regolarmente de­nunciati.
Sempre rimanendo sulle ci­fre in chiaro, dalle stime del Fondo monetario internazio­nale emerge che la fetta più con­sistente dei capitali in fuga dal­l’Italia è proprio quella verso la Svizzera. Il fondo ha stimato che se ne siano andati in un an­no (dati di giugno, quindi con soli sei mesi di governo Monti) circa 235 miliardi di euro. Qua­si venti miliardi al mese.
Fino a qualche mese fa c’era la speranza di fare in qualche modo pagare le tasse ai soldi ita­liani in Svizzera, sfuggiti al fi­sco. L’accordo è però saltato ne­gli ultimi mesi del governo Monti. Dossier ancora aperto, assicura il governo, anche se si parla di possibili entrate molto inferiori a quelle preventivate. L’ex ministro Giulio Tremonti aveva parlato di una cifra intor­no ai 40 miliardi. Con Monti la somma recuperabile è scesa in­torno ai due miliardi. Lo stesso Tremonti nei giorni scorsi ha ironizzato, sostenendo che a questo punto è inutile l’accor­do perché i soldi sono tutti fuggi­ti a Hong Kong.
L’accordo è in salita e anche il prossimo governo avrà vita dif­ficile nell’approvarlo. La tratta­tiva del ministro dell’Econo­mia Vittorio Grilli si è inceppa­ta sui meccanismi di trasparen­za. Che sono anche le regole eu­ropee. L’idea che le banche el­vetiche possano fare da sostitu­to di imposta, mantenendo l’anonimato di chi ha portato soldi in nero oltreconfine, sta perdendo piede. Anche perché comporta un condono sul pre­gresso. Gli accordi della Svizze­ra con la Gran Bretagna e con l’Austria sono stati fatti su que­sta base. In Italia c’è l’opposizio­ne di buona parte della politica che ci vede più che altro un con­dono. Pochi, però, si chiedono se non sia il caso di fare rientrare i soldi in chiaro che sono al­l’estero. E l’unico modo è pun­tare su un fisco da Paese civile e un ambiente economico più competitivo.