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 2013  gennaio 11 Venerdì calendario

TÈ, ESPADRILLAS, SIGARETTE LA VITA DI FRUTTERO CON E SENZA LUCENTINI

[Nel libro che la figlia Maria Carla gli ha dedicato, il ritratto di un uomo dal carattere pacato e dal talento straordinario] –
Carlo Fruttero morì il 15 gennaio 2012, un anno fa, a Castiglio­ne della Pescaia, due giorni dopo il naufragio della Costa Concordia , all’Isola del Giglio, neppure lontanissima. Il 14 gennaio, quando si seppe la notizia del disastro, poco pri­ma dell’addio, Fruttero, notoriamente riservato, guardando le immagini in tv, disse alla fi­glia: «Mi spiace per loro, ma al­meno la mia morte passerà in secondo piano». Le cose,a guar­dare i giornali del 16, non anda­rono affatto così.
Oggi, un anno dopo quei fat­ti, Maria Carla Fruttero, la figlia maggiore, ha fatto tre regali - a se stessa, a noi e al padre - pub­blicando La mia vita con papà (Mondadori), dove, pur senza la scrittura di lui , che non si ere­dita, racconta molte cose di Car­lo Fruttero. Tra cui queste.
Consigli In tema di scrittura, il suo grande insegnamento era: «Quando ha dei dubbi non aggiungere mai, taglia».
Ringraziamenti Almeno quelli sui libri, li odiava.
Sigarette Tante, tutti i giorni, tutta la vita. Nazionali , o Gita­nes , o Gauloise . Quando se n’è andato aveva a 86 anni, e a par­te gli ultimi mesi stava anche bene.
Macchina per scrivere Olivetti, quella verde. Per le correzioni Tratto Pen nero. Mai usato il computer. Il cellulare lo usava solo se glielo passavano. Gli SMS che si trovano nel roman­zo Donne informate sui fatti
glieli scrissero in linguaggio Nokia la figlia e i nipoti.
Generi di supporto Durante la scrittura caraffe di tè freddo fatto in casa, frutta a volontà e biscotti secchi.
Fiabesonore Quelle di Italo Cal­vino, suo amico, le metteva nel mangiadischi per calmare le figlie piccole.
Roccamare Frazione di Casti­glione della Pescaia, Grosseto: la casa delle vacanze, della famiglia, della vita, dei libri, dei dolori, della morte. Lì anda­vano anche Citati, Calvino, ci passarono la Cardinale, Cate­rina Caselli e per alcune estati anche Roger Moore (un anno aiutò a spegnere, eroicamen­te, un gigantesco incendio). Poi divenne famoso come Ja­mes Bond. E vendette la casa.
Urania Ecco quello che Frutte­ro scriveva alla famiglia quan­do andava a Moncourt, a casa di Lucentini, per scrivere a quattro mani prefazioni, tradu­zioni e romanzi, ai tempi di Urania : «Con Franco ce la ca­viamo ottimamente, io cucino, lui lava i piatti, nessuno dei due fa il letto. La casa è in ordi­ne, e se non si va troppo a guardare non c’è poi tanta polvere».
Ladonnadelladomenica Si doveva intitolare La si­gnora torinese .
Sopportazione Così scriveva alla moglie a proposito di Lucenti­ni: «Certo lui va sem­pre lentissimo, sta fermo ore su una pa­rola, batte e ribatte (8 volte perfino) lo stesso para­grafo, non lo dico per dire».
Depressione Ne fu circondato: la moglie ne soffrì per quasi tut­ta la vita. E Lucentini si suici­dò.
Maurizio Costanzo Show Dopo La donna della domenica lui e Lucentini ci andarono spesso. Il mattino dopo, a scuola, com­pagni e professori ne parlava­no alla figlia. Lei non lo ha mai visto, perché andava a letto pre­sto.
Cappelli Quando scriveva, a ca­sa o in giardino a Roccamare, per non essere disturbato dal­la moglie e dai figli, impose una regola ferrea: quando ave­va un cappello in testa, di qualsi­asi colore, tessuto o forma, era assolutamente vietato rivol­gergli la parola. Pare che la regola funzionasse benissimo.
Sonnellini Lui e la moglie aveva­no l’abitudine di fare un son­nellino di due ore dopo pran­zo.
Ditta F&L Il salumiere di piazza Statuto lo scambiava sempre per Lucentini.
Condanne Quello che i professo­ri dicevano sempre alla figlia: «Con un padre come il tuo, non è possibile che tu scriva co­sì male».
Pronomi Il giorno in cui dimise­ro ­il suo primo nipote dall’ospe­dale, Fruttero appuntò sul suo diario: «Da oggi dovrebbe diventare anche per noi “Mat­teo” anziché “il bambino”. Mi pare che in inglese un neonato mantenga per un po’ il prono­me it ».
Franco Lucentini Iniziò a scrive­re insieme con Fruttero alla fi­ne degli anni Cinquanta e con­tinuarono per mezzo secolo. È morto nel 2002. Così la figlia gli diede la notizia: «Aspettammo che si svegliasse, che si facesse il caffè e che ci raggiungesse. Poi, dopo la sua prima Gauloi­se, mi feci coraggio: “Papà, ho una notizia dolorosa da darti”. “Franco?”. “Sì, Franco, purtrop­po”. “Come?” s’informò. “Si è lasciato cadere giù dalle sca­le”. Silenzio. E poi: “E certo, non gli hanno dato alternative. Ha dovuto fare da sé, come sempre, fino alla fine. Povero Franco”».
Fabio Fazio A Che tempo che fa Fruttero andò la prima volta do­po l’uscita di Donne informate sui fatti (2006). Fu corteggiato a lungo, e si negava dicendo: «Alla mia età non ha senso. E poi chissenefrega di quello che dico io?». Alla fine accettò. Fu un successo e ci tornò altre volte. Fazio gli era molto simpati­co. «È un bravo ragazzo», dice­va.
Look Diventato leggendario quello sfoggiato la sera della fi­nale del Campiello, con le cele­bri espadrillas gialle. La figlia in albergo aveva cercato di far­gliele cambiare, e lui rispose: «Ho ottant’anni, sono uno scrit­tore, alla mia età posso vestir­mi come mi pare. Se gli va bene così bene, altrimenti chissene­frega! ». Bruno Vespa, che con­duceva la diretta tv, ne fu en­tusiasta. Fruttero al Campiello arrivò quinto su cinque, ebbe però la standing ova­tion , cui ri­spose così: «Grazie, gra­zie a tutti. Ma non è il caso. Non sono mica George Clo­oney ».
Creatività Al proposito, diceva: «Tutti parlano di creatività. Ma cos’è questa creatività?
Ai miei tempi non si creava, si faceva. Io non creo , faccio ».
Fede Si è sempre definito «non credente». Non anda­va a Messa, non diceva le pre­ghiere, non credeva al Paradi­so o nell’Inferno. Ma sul suo co­modino- racconta la figlia - in­sieme ai Promessi sposi c’era sempre la Bibbia .
Italo Calvino Erano molto ami­ci, e facevano le vacanze insie­me. È morto nel settembre del 1985: ebbe un ictus a Roccama­re e fu Fruttero a portarlo al­l’ospedale di Siena. Dove morì il 19 settembre, lo stesso gior­no del compleanno di Frutte­ro. Ora sono sepolti vicino.
Vita Diceva: «La vita devi guar­darla un pezzetto per volta, mai tutta insieme, altrimenti ti scoraggi e smetti di vivere». Che, a pensarci bene, è un po’ come i libri: devi scriverli e leg­gerli poche pagine alla volta. Al­trimenti non li inizierai mai.