Leonardo Piccini, Libero 11/1/2013, 11 gennaio 2013
A COLPI DI NUCLEARE IL «MITE» HOLLANDE HA CONQUISTATO LA CINA
[Fra minacce e segreti, siglato l’accordo per la fornitura di tecnologia nucleare a Pechino. Francia primo partner Ue del gigante asiatico] –
La Francia diventerà presto il primo partner commerciale europeo della Cina, grazie all’accordo siglato in gran segreto dal ministro dell’Economia e delle Finanze, Pierre Moscovici, e che impegnerà i transalpini a trasferire nei prossimi sei anni materiale e tecnologia nucleare da EDF e Areva, ai cinesi della Guangdong Nuclear Power Company (CGNPC). Un accordo che brucia sul tempo le aspirazioni di russi, canadesi e americani e che gela l’inchiesta in corso da parte dell’Igf (Inspection Generale des Finances), sulla regolarità dell’accordo firmato dalla sola EDF nel 2011.
L’intesa è stata raggiunta a Pechino, martedì scorso: in pratica il governo francese obbliga le multinazionali EDF e Areva a collaborare tra di loro, per sviluppare e consegnare reattori di ultima generazione ai cinesi della CGNPC: il contratto prevede anche lo sviluppo di un nuovo tipo di reattore da 1.000 megawatt.
CON LE CATTIVE
Il presidente François Hollande, ha avuto il suo bel da fare per piegare le resistenze dell’amministratore delegato di EDF, Henri Proglio, che in un primo tempo aveva proposto di fare un accordo tra le sole EDF e la cinese CGNP, escludendo di fatto Areva, ma la minaccia di fargli perdere il posto, ha avuto il suo effetto. E così, nel progetto saranno impegnate non solo la Areva NP che sviluppa e costruisce reattori nucleari a fissione, ma anche la Areva NC che copre l’intero ciclo del combustibile nucleare, dall’estrazione allo stoccaggio delle scorie nucleari, e perfino la Areva T&D che fornirà il know how necessario per la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica.
Il gruppo Areva è un polo industriale giudicato strategico per i destini francesi: troppo importante per escluderla da un accordo che fino a martedì scorso vedeva come unica protagonista EDF: Areva vanta, infatti, una presenza in 40 Paesi e una rete commerciale che raggiunge più di 100 Paesi nel mondo. In Francia gestisce 18 centrali nucleari operative sparse sull’intero territorio, da quella di Belleville a quella di Tricastin, un reattore di ricerca (denominato Rapsodie), sette centri di ricerca e sei impianti destinati alla creazione di combustibile nucleare. E così sono state vinte anche le ultime resistenze, riguardanti le implicazioni collegate al trasferimento di materiale e tecnologia nucleare e i diritti sui marchi e sui brevetti francesi collegati alla progettazione e alla costruzione del reattore di ultima generazione Atmea, da 1.100 megawatt.
Una fonte governativa francese rende noto che l’accordo finale con il governo cinese, è stato reso possibile grazie ad «un bilanciamento delle relazioni tra EDF e Areva», aggiungendo che «il Governo francese ha voluto chiarire il ruolo rispettivo dello Stato e delle imprese nell’export di tecnologia nucleare». In pratica Hollande è riuscito a congelare la rivalità tra EDF e Areva, in nome dell’interesse di Stato. Una rivalità, che nasconde una vera e propria guerra fredda tra i due colossi del nucleare francese che durava dai tempi della presidenza Sarkozy. Con questo accordo, la Cina diventerà il più grande committente della filiera nucleare francese e si aggiudicherà l’80% della fornitura e della produzione tecnologica firmata Areva e EDF nei prossimi 15 anni.
IL FUTURO A ORIENTE
Un impegno che consentirà ai cinesi di svecchiare il parco delle loro centrali nucleari e di portarle alla ragguardevole potenza di oltre 60 gigawatt entro il 2020. Un accordo, quello tra Francia e Cina, che garantirà un afflusso immediato di 15 miliardi di euro e che consentirà ai francesi di essere presenti nel business del nucleare cinese nei prossimi 30 anni: da qui al 2043, l’Impero di Mezzo peserà per più della metà nel mercato mondiale dei nuovi reattori nucleari, mentre saranno costruite nuove centrali nucleari: secondo funzionari della China Nuclear Energy Association (l’ente governativo che sovraintende allo sviluppo dell’energia atomica nel Paese), «presto saranno rilasciate le autorizzazioni per la costruzione di nuove centrali nucleari che si aggiungeranno ai 16 reattori attualmente in funzione ».
Un business colossale che prevede non solo la costruzione di 25 nuove centrali i cui studi si trovano già in fase avanzata, ma anche l’installazione di 400 gigawatt di potenza entro il 2050. Uno sforzo mastodontico per il dragone che non può permettersi di rinunciare all’energia nucleare, nell’ambito di uno sforzo nazionale per ridurre il peso di carbone e petrolio nel mix energetico.