Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  gennaio 12 Sabato calendario

I SUOI RIVALI NON ESISTONO PIÙ CI TOCCHERÀ SEMPRE LA MERKEL

[Steinbrück (Spd) ai minimi storici dalla nomina, la Cdu di Angela vola al 65%] –
Una donna sola al comando. Nei primi sondaggi del nuovo anno, Angela Merkel è balzata al 65 per cento nel gradimento dei suoi connazionali. Alla gente piace il suo pugno di ferro in Europa e il guanto di velluto con i tedeschi. La maggior parte dei quali tocca con mano la crisi solo quando va in vacanza all’estero. Ormai pare non esserci più partita col suo antagonista Peer Steinbrück: il capolista del partito socialdemocratico (Spd) per la cancelleria nelle elezioni del prossimo settembre è caduto dal 59 al 36 per cento.
Ma le elezioni generali per il rinnovo del Bundestag sono in calendario a settembre, per cui ancora non è detta l’ultima parola. Per adesso, comunque, la demoscopia non ha dubbi. «Un popolo, un Paese, una cancelliera », per dirla col titolo un po’ rassegnato del giornale progressista Cicero.
Il momento felice di Angela si riflette sul suo partito. Il Deutschlandtrend pubblicato ieri dalla tv pubblica Ard assegna all’Unione (il blocco democristiano Cdu-Csu) il 41 per cento delle intenzioni di voto, se si andasse a votare domani. La Spd è in ribasso al 28 per cento, i Verdi ecologisti risalgono al 14 per cento (+2) e la Linke della sinistra ex comunista rimane invariata al 6 per cento.
Il problema della Kanzlerin è che i suoi alleati liberali dell’Fdp, con cui governa da quattro anni, rischiano l’estinzione parlamentare. Dal successo record del 15 per cento nelle politiche del 2009 sono precipitati intorno al 4 per cento nell’ultimo Deutschlandtrend. Con questo risultato si resta fuori dal Bundestag, per effetto della tradizionale soglia minima del 5 per cento.
Di fatto, la crescita di Angela nei sondaggi è propiziata dai voti dell’Fdp in libera uscita e dalla straordinaria virtù della presidentessa della Cdu di succhiare il consenso dei suoi alleati.
Lo ha fatto con l’Spd che è uscita dissanguata dalla Grosse Koalition (2005-2009) e la trasfusione si sta ripetendo con i liberali. I quali, comunque, si sono fatti anche molto male da soli, con i loro ministri inconcludenti e velleitari come il capo della diplomazia Guido Westerwelle. La promessa della rivolta liberale è svanita il giorno dopo la rimozione dei manifesti elettorali, quando la prima uscita dell’Fdp è stata un maldestro tentativo clientelare di abbassare le tasse per gli albergatori.
La tenuta dell’alleanza giallonera Merkel-Westerwelle sarà messa alla prova tra otto giorni nel voto regionale in Bassa Sassonia, dove la formula di governo è la medesima di quella nazionale. Qui la lista della Cdu è accreditata intorno al 39 per cento, mentre quella dell’Fdp oscilla pericolosamente sul filo del 5 per cento.
La coalizione avversaria rosso- verde (Spd-Grune) nei sondaggi ha un lieve vantaggio. La vittoria dell’opposizione decreterebbe una maggioranza rosso- verde al Bundesrat, con l’effetto di mettere sotto scacco nel resto della legislatura la cancelliera democristiana nel ramo del Parlamento in cui sono rappresentati gli esecutivi regionali. La dominatrice dei sondaggi rischia di restare impantanata in Bassa Sassonia. Lo stallo parlamentare potrebbe diventare, a quel punto, l’anticamera per la riedizione della Grosse Koalition. Lo sfidante Steinbrück si è già sfilato da questa ipotesi. Nella grande ammucchiata, lui è già stato ministro delle Finanze sotto la Merkel e non intende tornarci. Tanto meno, stando alle sue quotazioni attuali, può sperare di essere promosso sulla poltrona di Angela.
Lo «sfidante rosso» è perseguitato da scomode rivelazioni sul suo recente passato. Dalla scoperta che, dopo il congedo ministeriale, è diventato milionario facendo il conferenziere per le banche e la grande industria, fino alla gaffe di avere sostenuto che in Germania la carica di cancelliere è pagata male (circa 350 mila euro l’anno). Finora, anche se a denti stretti, i compagni dell’Spd gli hanno perdonato tutto. Bisogna vedere se saranno clementi anche con la sua ultima marachella. Ieri si è saputo che l’inesauribile Steinbrück, entrato a fare parte del consiglio di sorveglianza della ThyssenKrupp, si era offerto di intervenire nella politica per ottenere lo sconto all’azienda sulla bolletta dell’energia elettrica.