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 2013  gennaio 12 Sabato calendario

«ScampiAmoci da Saviano», è questo lo striscione apparso ieri sera durante l’assemblea organizzata nel quartiere a nord di Napoli per discutere della fiction «Gomorra» che dovrebbe trasformare il quartiere in un set

«ScampiAmoci da Saviano», è questo lo striscione apparso ieri sera durante l’assemblea organizzata nel quartiere a nord di Napoli per discutere della fiction «Gomorra» che dovrebbe trasformare il quartiere in un set. Un messaggio aspramente criticato da diversi esponenti della società civile presenti alla riunione e che ha messo a rischio lo svolgimento dell’assemblea stessa. Antonio Piccolo, presidente di ArciScampia, è stato il primo a manifestare il proprio dissenso: «Io non ci sto a prendere parte a un’assemblea dove è stato esposto un simile striscione», ha spiegato. L’autore della scritta, Alfredo Giacometti, presidente del Movimento Lavoratore italiano, ha spiegato invece il motivo di quello striscione e di quella scritta: «Saviano con il suo romanzo ha buttato solo fango. Scampia è diventata capitale di tutta la criminalità del mondo per colpa di un romanzo e della speculazione che ne è stata fatta». Alla fine il presidente della Municipalità Angelo Pisani ha preso la decisione di togliere la scritta. Ed è stato ribadito il secco «no» all’utilizzo del quartiere come set delle riprese della serie televisiva, tanto che all’inizio della prossima settimana ci sarà una riunione della produzione della fiction per discutere dei contenuti della sceneggiatura. «Ho lavorato in diversi posti, ma non mi sono mai trovato immerso in una realtà così complicata - spiega Gianluca Arcopinto, che cura l’organizzazione della produzione della serie per Cattleya –. Non si tratta peraltro nemmeno di una fiction su Scampia, ma sul l’intera città - aggiunge - Qui erano in programma soltanto quattro giorni di riprese. Il pericolo di emulazione? Inesistente. Allo spettatore sarebbe rimasto solo l’orrore di ciò che si racconta».