Corrado Formigli, Gioia 10/1/2013, 10 gennaio 2013
COM’È LONTANO L’URUGUAY
In periodo di elezioni ricordiamoci di un capo di Stato che ha qualcosa da insegnare alla nostra politica. Si chiama José Mujica Cordano, nato a Montevideo nel 1935, nipote di poveri immigrati piemontesi. Presidente dell’Uruguav, anche se a guardare le sue foto potreste non crederci. Mujica vive con la moglie Lucia, i suoi cani e le galline in una piccola fattoria a mezz’ora dalla capitale. Fa il contadino e coltiva crisantemi, non ha mai messo la cravatta in vita sua e viaggia su un vecchissimo Maggiolino scassato. A Montevideo gli spetterebbe il palazzo presidenziale Suárez y Reyes con i suoi 42 servitori, ma lui se ne frega e dorme accanto al pollaio, donando il 90 per cento del suo stipendio, 9.000 euro al mese, in beneficienza. Tiene per sé soltanto 900 euro. D’altra parte Mujica ha passato 14 anni in carcere ai tempi della dittatura: era un guerrigliero tupamaro, si batteva per la rivoluzione. Oggi il popolo lo ama: a differenza di tanti caudilli sudamericani, non si è fatto incantare dai simboli del potere. La storia di Mujica - e vi prego, andate sul web a guardare qualche sua foto per capire - ci dovrebbe far riflettere sulla divaricazione crescente fra i politici e la gente comune. In Italia, un ministro che passa le vacanze in un hotel a tre stelle diventa una notizia: eppure nei tre stelle "svacanza" la maggioranza degli italiani. Se poi in quell’hotel ci arriva con la sua macchina anziché con lauto blu e la scorta, apriti cielo: rischia di essere accusato di populismo. Eppure, senza arrivare al pauperismo estremo del presidente dell’Uruguay, basta passare la frontiera e andare in Germania, dove il Primo ministro Angela Merkel sceglie per le ferie pensioncine modeste in Sud Tirolo e dove si è rischiata una crisi di governo quando un politico di spicco si è fatto rimborsare a sproposito un biglietto aereo. Da noi, dopo mesi di polemiche sui rimborsi elettorali e i privilegi della casta, tutto è rimasto come prima. È di questi giorni lo scandalo sulle spese facili del gruppo Lega nord al Senato – perché "Roma ladrona" era un brutto slogan e nulla più — mentre abbiamo appreso che quell’arraffone di Fiorito maturerà presto un vitalizio da 4.000 euro al mese. Nulla è cambiato nella grande macchina degli sprechi di Stato, tutto come prima nonostante le promesse di ministri tecnici e partiti fintamente responsabili. Così, mentre José Mujica concima crisantemi e intanto guida l’Uruguay, gli italiani vanno al voto senza poter scegliere i propri candidati a causa di un’orrenda legge elettorale. E con il rischio che per decenni ancora, anziché da semplici servitori dello Stato, verremo rappresentati da un’ultracasta di bramini.