Stefano M. Torelli, Sette 11/1/2013, 11 gennaio 2013
PURITANI, ATTENTI ALLE DONNE
[Una strana aggressione svela come possano combattere l’estremismo islamico] –
EGITTO
In un giorno di fine dicembre, otto uomini si sono recati nel commissariato di polizia del villaggio egiziano di Abu Sir – nei pressi dell’omonima necropoli egizia, a pochi chilometri dal Cairo – per denunciare un’aggressione subita. Nonostante l’Egitto stia attraversando un periodo difficile, con scontri di piazza per via delle controverse misure adottate dal presidente Morsi e della nuova Costituzione appena approvata, la violenza non aveva uno sfondo politico. E, secondo quanto riportato da alcuni testimoni, la storia avrebbe dell’incredibile e, a tratti, presenta dei lati quasi tragicomici: a picchiarli sarebbero state delle donne. Alcuni blog locali hanno riportato che un gruppo di appartenenti alla formazione radicale islamica Takfir wa al-Jihra – organizzazione salafita che da qualche mese aveva aperto una sede locale ad Abu Sir con lo scopo di insegnare alla popolazione i “giusti modi” di comportarsi secondo i precetti islamici – erano nel mercato principale per una sorta di ronda. Alla vista di una donna seduta in modo tale che una piccola parte delle gambe le fosse rimasta scoperta dal vestito, gli otto uomini le avrebbero intimato dandole addirittura dei calci sulle gambe. Peccato per loro che la donna in questione fosse una sorta di autorità nel mercato, molto stimata e membro di uno dei clan locali più rispettati. Risultato: un gruppo di donne presenti sul luogo, insieme con lei, hanno attaccato, rincorso e picchiato i malcapitati, al punto di mandarli in ospedale. A nulla è servito andare presso gli uffici della polizia locale, la quale ha rifiutato di accogliere la loro denuncia, biasimando gli uomini per aver osato offendere in quel modo la donna. L’ufficio di Takfir wa al-Hijra di Abu Sir è ora usato come sala di ritrovo per i giovani locali e l’organizzazione salafita non ha più mandato propri rappresentanti nel posto. Una storia che, in un Egitto testimone di tensioni socio-politiche e con lo spettro dell’islamismo che agita parte della popolazione, ridona un sorriso e presenta i radicali in maniera grottesca e ridicola. Come, in effetti, sono tutti gli estremismi.