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 2013  gennaio 11 Venerdì calendario

I RUSSI E GLI AMERICANI HANNO RISERVE DI VAIOLO

Ha smesso di far morire le persone nel 1977 ed è stato proclamato «sradicato» due anni dopo dall’Organizzazione mondiale della sanità, dopo aver fatto centinaia di milioni di morti nell’arco di 3 mila anni. Eppure il vaiolo non è scomparso del tutto dalla faccia della terra.

La Russia e gli Stati Uniti, in virtù di un accordo, continuano a conservare il virus nei loro laboratori: quello americano di Atlanta e quello russo di Koltsovo. Il tutto sottomesso a periodiche ispezioni internazionali.

Una volta che il vaiolo venne dichiarato fuori combattimento, le vaccinazioni furono sospese, ma l’Oms autorizzò le due superpotenze a conservare momentaneamente alcuni stock del virus per la ricerca scientifica e l’eventuale realizzazione di vaccini in caso di necessità. Momentaneamente, appunto. Invece sono passati più di trent’anni e il virus è ancora lì, nelle ampolle conservate da russi e americani. Esse avrebbero dovuto essere distrutte prima nel 1986, poi nel 1993 e quindi nel 1999. Ma, ogni volta che gli esperti dell’Oms si riunivano per fare il punto della situazione, Mosca e Washington si mettevano d’accordo per ottenere una nuova proroga. È probabile che ognuna delle due nazioni non si fidi dell’altra e tema un cattivo uso del virus dall’altra parte della barricata.

Questo scenario ricorda un po’ quello della guerra fredda, quando nessuna delle due superpotenze voleva cominciare a smantellare i propri armamenti, ritenuti un autentico deterrente a eventuali desideri di sopraffazione. Ma, come l’equilibrio atomico resta precario, così avviene per quello dei virus pericolosi. C’è chi teme che un incidente possa provocare il peggio, oppure che il focolaio del vaiolo finisca presto o tardi nelle mani di gruppi terroristici senza scrupoli. Per ora si tira avanti così, in attesa della prossima riunione dell’Oms in calendario nel 2015.

La comparsa del vaiolo, stando alle ricerche scientifiche, risalirebbe all’antico Egitto, quando un gruppo di virus animali, forse proveniente da ratti o cammelli, si sarebbe rapidamente adattato all’uomo. Nel 2004 in Jacuzia (Siberia) vennero rinvenuti cinque cadaveri sepolti sotto la neve, che risalivano al diciottesimo secolo. Accurati studi stabilirono che queste persone erano morte a causa di un’epidemia di vaiolo. Il virus fu rintracciato in frammenti di polmone, ma non poteva più nuocere all’uomo. Proprio la diffusione in aree fredde del pianeta della malattia, ancora peggiore della peste nera che a metà del 1300 fece scomparire almeno un terzo della popolazione europea, ha fatto dire ad alcuni che non è escluso che in futuro il vaiolo possa riaffacciarsi minaccioso. E, senza la possibilità di creare in fretta un vaccino, una buona fetta dell’umanità sarebbe a rischio. Ma, per chi vede il bicchiere mezzo pieno, ci si potrebbe tranquillamente disfare di quei contenitori, a un tempo insidiosi e rassicuranti.