Isabella Bufacchi, IlSole24Ore 10/1/2013, 10 gennaio 2013
L’IPER-LIQUIDITÀ REGALA ANCHE A ROMA L’ONERE «ZERO VIRGOLA»
Un’asta di BoT annuali assegnati allo "zero virgola" non si vedeva dagli inizi del 2010. In termini assoluti, pagando lo 0,864% per ottenere 8,5 miliardi in prestito a 12 mesi, ieri il Tesoro è tornato indietro di tre anni: nel gennaio 2010 raccolse 7,5 miliardi pagando lo 0,795%, il minimo per quell’anno su quella durata perchè già in febbraio 7 miliardi di BoT a 12 mesi costarono alle casse dello Stato lo 0,983%, e da lì in poi sotto lo 0,90% l’Italia non scese più.
In termini relativi, tuttavia, l’asta dei BoT conclusa ieri la dice lunga sull’anomala condizione di mercato che caratterizza questa apertura d’anno: la liquidità ha un’abbondanza insolita che, aiutata dal calo della volatilità, si sta riversando un po’ ovunque, dove può, sui titoli di Stato dell’Eurozona periferica - Irlanda, Italia, Spagna e Grecia - e dei Paesi europei "core".
Questa settimana nell’Eurozona le aste dei "BoT" in euro hanno venduto complessivamente circa 30 miliardi di titoli. Si sono finanziati sulla fascia a breve della curva dei rendimenti, oltre all’Italia per 8,5 miliardi, anche Germania (2,5 miliardi), Francia (7), Olanda (3,8), Belgio (3), Grecia (3) e il debuttante Meccanismo di stabilità permanente Esm (1,9).
I "core" hanno registrato rendimenti prevalentemente stabili, con rari e comunque impercettibili aumenti. L’anomalia sta però nel fatto che quando l’Italia nel gennaio 2010 si finanziava per un prestito annuale allo 0,79%, la Germania su quella stessa durata in quello stesso mese pagava lo 0,62% mentre i BTf francesi con durata annuale venivano collocati allo 0,63 per cento. Lo "spread" tra Italia e Germania a quei tempi, prima dello scoppio della crisi dell’euro con il salvataggio della Grecia (avvenuto nel maggio 2010) orbitava attorno ai 15 centesimi sul breve termine. Questa settimana, invece, Germania, Francia, Belgio, Olanda e Esm si sono finanziati fra tre e dodici mesi pagando lo "zero virgola zero zero" o addirittura rendimenti negativi. I Bubill tedeschi a sei mesi sono stati assegnati a -0,0091%, persino al di sotto del -0,0168% dell’asta precedente chiusa in dicembre. La Francia ha spaziato dal -0,010% del trimestrale allo 0,000% del semestrale (così è riportato nella tabella dell’agenzia del debito francese) per portarsi allo 0,035% del Buono annuale. Ancora negativi i rendimenti di assegnazione dei T-bill a tre mesi emessi dal Belgio e dall’Olanda questa settimana: si sale allo 0,011% sul sei mesi belga e allo 0,003% sul 12 mesi olandese. La Grecia, intanto, ha continuato a pagare il 3,95% per finanziarsi a quattro settimane e il 4,30% sulle 26 settimane.
I mercati nell’Eurozona si stanno lentamente normalizzando, è vero, ma il percorso è ancora lungo e accidentato: si scommette su una generalizzata ripresa economica nell’area dell’euro nella seconda metà dell’anno, sul mantenimento di una ferrea disciplina di bilancio nelle politiche fiscali degli Stati periferici per impostare un trend duraturo in calo del debito/Pil, sul rafforzamento delle riforme strutturali per la crescita accompagnato da formule "soft" di mutualizzazione dei debiti pubblici (scudo anti-spread dell’Esm e OMTs della Bce) per aiutare i Paesi alle prese con gli alti costi sociali provocati dal rigore sul bilancio pubblico. La crescita dovrà essere sostenuta da competitività e produttività senza le scorciatoie della svalutazione e dell’incremento della spesa pubblica. Se tutto questo accadrà, pian piano la normalità ridurrà lo spread tra BoT e Bubill e farà sparire i rendimenti al "meno zero virgola zero zero".