Costanza Bonacossa, il Fatto Quotidiano 10/1/2013, 10 gennaio 2013
COSTA SMERALDA, SE LA COMPRANO GLI SCEICCHI
[Il piano: recupero degli stazzi e cemento per ospitare i 45 più ricchi del mondo. ambientalisti in rivolta] –
Olbia
Avete presente Bill Gates o Carlos Slim che abitano a poche centinaia di metri dal pastore sardo Ziu Bastianu? Un multimilionario che abbandona il suo yacht al largo di Porto Cervo per soggiornare in campagna, seppur tra tutti i lussi possibili e immaginabili? L’ambiente non ha prezzo. E così la dinastia del Qatar potrebbe inaugurare il sistema più “democratico” delle vacanze per i Paperoni di mezzo mondo. Nasce così l’idea dei 45 stazzi per 45 nababbi. Nei piani dei nuovi proprietari della Costa Smeralda, il fondo arabo del Qatar, c’è un progetto a suo modo rivoluzionario nel turismo globale: recuperare e ampliare i vecchi stazzi abbandonati nella campagna gallurese, per farli diventare le dimore dei futuri ospiti del paradiso delle vacanze. La dinastia degli Al Thani ama fare le cose in grande per i più ricchi al mondo, quelli che compaiono nella lista di Forbes: come il 72enne messicano Carlos Slim Helù, con un patrimonio vicino ai 70 miliardi di dollari; oppure Bill Gates con più di 61 miliardi di patrimonio grazie alla sua Microsoft o l’europeo Amancio Ortega, fondatore della casa di abbigliamento Zara.
I DETTAGLI del progetto verranno discussi nel prossimo incontro con gli amministratori sardi previsto a marzo. Quando il presidente della Regione sarda, Ugo Cappellacci, i due sindaci di Olbia e Arzachena Gianni Giovannelli e Alberto Ragnedda, i comuni nel cui territorio ricade la famosa Costa Smeralda e una delegazione di politici della Regione partiranno per Doha, la capitale del Qatar. Sarà il secondo vertice dopo quello del novembre scorso per entrare nel vivo del grande progetto da un miliardo di euro che darà un nuovo volto e un futuro alla Costa Smeralda . Un progetto che prevede interventi di lusso sì, ma ecosostenibili, almeno stando a quanto ha riferito il presidente della Regione Cappellacci rientrando dal recente vertice di Doha. Un polo d’attrazione per il turismo dove il cemento sarà off limit e l’ambiente sarà difeso e rispettato: stando almeno alle garanzie fornite dalla Qatar Holding, anche se le associazioni ambientaliste hanno iniziato a nutrire dubbi sulla sostenibilità ambientale del progetto e si fa strada la possibilità di interventi urbanistici pesanti su vere e proprie oasi naturalistiche. Un investimento da un miliardo di euro in tre anni, attraverso la valorizzazione del turismo di eccellenza di questo lembo di Gallura, con tre parchi naturali e la salvaguardia dell’elemento paesaggistico, ritenuto dal Qatar strategico quanto le volumetrie. Queste ultime non supereranno i 500 mila metri cubi, in parte nel territorio di Arzachena, in minima parte anche in quello di Olbia, località Razza di Juncu. Parte delle nuove volumetrie saranno destinate a migliorare le strutture alberghiere esistenti, potenziando l’offerta con centri benessere, nuove ville con target di lusso, ma anche tipologie abitative che privilegino le famiglie con una offerta di segmento medio-alto, ma non certo per multimilionari. L’obiettivo è quello che si cerca di raggiungere ,senza risultati, da almeno 15 anni: l’allungamento della stagione turistica al di là dei tre mesi estivi. L’obiettivo si raggiunge anche attraverso la valorizzazione dell’offerta del turismo congressuale, che il Qatar conosce bene organizzando quasi 500 convegni l’anno per investitori di alto lignaggio economico e grandi standard qualitativi. Poi i trasporti.
SI PARLA anche di acquisizioni di Meridiana o dell’aeroporto di Olbia da parte della la Geasar, la Qatar Airways, compagnia aerea del Qatar e tra le più forti del mondo, che comunque implementerà i collegamenti per l’isola per garantire il trasporto dei ricchi turisti. Ecco quindi l’allungamento della pista dell’aeroporto Costa Smeralda, già deliberata dalla Regione, che permetterà alla compagnia aerea qatariota di atterrare con i suoi Airbus. L’ultima parola sui progetti spetterà alle amministrazioni locali. Alla Regione, che deve provvedere alla modifica del piano paesaggistico regionale e ai comuni di Olbia e Arzachena. E proprio questo è l’aspetto imponderabile dell’investimento: la potenziale mancanza di affidabilità della classe politica sarda.