Ettore Bianchi, ItaliaOggi 10/1/2013, 10 gennaio 2013
VIRGIN È INCAMMINATA SULLA VIA DEL FALLIMENTO
Per Virgin Megastore è arrivato il triste momento della verità. La grande catena di prodotti culturali è avviata verso il fallimento in Francia, dopo aver già portato i libri in tribunale in Inghilterra e in Italia. Oltralpe i debiti accumulati ammontano a circa 22 milioni di euro e non si vedono inversioni di tendenza.
Una fonte aziendale precisa che Virgin perde una quindicina di milioni a ogni esercizio. Una situazione insostenibile, che mette a rischio un migliaio di posti di lavoro in 27 punti vendita.
Già prima dell’estate era emerso che dieci negozi erano in passivo. Come se non bastasse, l’ulteriore contrazione del giro d’affari nei mesi scorsi ha dato il colpo di grazia finale a Virgin. Nel 2008 il fatturato della catena era pari a 400 milioni, mentre ora è sceso a 250 milioni. In dicembre le cose sono andate particolarmente male, con la crisi economica che non ha permesso di recuperare terreno in concomitanza con le festività natalizie.
Il tracollo, tuttavia, ha origini più profonde. L’azienda, detenuta da cinque anni dal fondo Butler Capital, sostiene che la vendita di cd e dvd è in caduta libera sul mercato francese. Gli osservatori, tuttavia, ritengono che Virgin non abbia saputo rispondere tempestivamente all’offensiva lanciata da tempo dai giganti del web come Amazon. Un rappresentante sindacale spiega che Virgin, in realtà, ha un sito che permette di scaricare musica, libri digitali e film, all’indirizzo www.virginmega.fr, ma esso non è conosciuto dalla clientela perché non è mai stata fatta pubblicità e la sua esistenza non viene segnalata nei negozi.
Gli stessi punti vendita, a causa della carenza di investimenti, sono diventati spesso obsoleti e le superfici sono eccessive rispetto alle mutate esigenze. I sindacati ora temono il peggio: la semplice liquidazione da parte dell’amministratore giudiziario.
In ogni caso sarà inevitabile la chiusura di alcuni magazzini, una decina. A essere sacrificati, dopo quello già chiuso di Carrousel Louvre nella capitale francese, saranno probabilmente quello di Bercy 2 a Parigi e quelli di Bordeaux e Roques-sur-Garonne (Tolosa). Quello di Belle Epine potrebbe essere ceduto alla catena H&M, mentre il negozio di Lione potrebbe trasferirsi in un spazio più piccolo. La prima cura dimagrante per il personale riguarderebbe 500-600 addetti.