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 2013  gennaio 11 Venerdì calendario

L’ allarme era arrivato già a fine settembre, quando l’Italia del vino era in piena vendemmia. E poi è stato ampiamente confermato

L’ allarme era arrivato già a fine settembre, quando l’Italia del vino era in piena vendemmia. E poi è stato ampiamente confermato. Il raccolto 2012 ottenuto nei 650 mila ettari di vigne presenti nel nostro Paese è stato uno dei più scarsi da sessant’anni a questa parte: 40,8 milioni di ettolitri, in calo del 3% rispetto al 2011. Colpa della siccità estiva e delle temperature elevate in fase di maturazione, ma neppure in Francia la vendemmia è andata meglio: Oltralpe il raccolto è infatti crollato del 19%, fermandosi a 40,5 milioni di ettolitri. Partendo da questi dati locali e generali Angelo Gaja fa la sua previsione: «A giugno nelle nostre cantine potrebbe non esserci più vino e i prezzi delle uve della vendemmia 2013 potrebbero schizzare alle stelle». Ma il re del Barbaresco non si limita ai numeri e nel suo «oroscopo enologico» ipotizza anche un accordo tra Bruxelles e le cantine sociali italiane per ammorbidire il no alla liberalizzazione degli impianti. Cosa ne pensa in proposito Adriano Orsi, presidente del settore vitivinicolo di Fedagri-Confcooperative, che rappresenta oltre 400 cantine? «Si tratta di un’ un’ipotesi che non esiste. Noi siamo sempre stati a favore del mantenimento delle quote d’impianto, perché bilanciano il rapporto tra offerta e domanda e tutelano i viticoltori. Abbiamo assunto posizioni ben precise in questo senso. Va detto, però, che a Bruxelles c’è chi non la pensa affatto così e che sta lavorando per liberalizzare il settore».