Felice Cavallaro, Corriere della Sera 11/1/2013, 11 gennaio 2013
SIRACUSA —
Nel teatro delle tragedie greche sta andando in scena una tipica tragedia politica con i big della politica di Siracusa, e non solo loro, in lotta per la nomina di un sovrintendente. Una somma di veti incrociati. Una dura contrapposizione fra due primi attori, il ministro dei Beni culturali Lorenzo Ornaghi e l’ex ministro Stefania Prestigiacomo, in questo caso affiancata da un coro corposo, dal ribelle antiberlusconiano Fabio Granata al battitore libero Pietrangelo Buttafuoco ed altri. Con l’effetto che a governare questo gioiello da 150 mila spettatori l’anno, l’Istituto nazionale del dramma antico, pronto a festeggiare i suoi cento anni di storia con i bilanci in ordine, è il consigliere delegato, Enza Signorelli Pupillo, da qualche suo denigratore presentata come «un produttore di vini».
«Ma se è una signora con le palleee...», tuona la Prestigiacomo difendendo questa manager che ha diretto le filiali della Banca Commerciale in diverse città e che collabora col marito, lui sì produttore di un ottimo moscato e di un brut da primato.
La partita comunque non si gioca sulla Signorelli perché la vera contesa riguarda il sovrintendente uscente, Ferdinando Balestra, un caporedattore di Raiuno cooptato in epoca berlusconiana per i primi quattro anni, poi raddoppiati e adesso stoppati da Ornaghi. Esplicita la sua richiesta per «un ricambio, un rinnovo». Con lettera recapitata a dicembre al presidente del consiglio di amministrazione, Roberto Vinsentin, il sindaco di Siracusa che però l’ultimo giorno dell’anno s’è dimesso per candidarsi alle elezioni. Lasciando senza vertice l’Istituto, appunto amministrato dal consigliere delegato, dalla Signorelli che, pur divisa fra l’Inda e l’hobby dei vini, potrebbe finire per occuparsi direttamente delle tragedie da mettere in scena a giugno, magari scegliendo cast, tecnici, appalti esterni.
Ed è questo che inquieta quanti ricordano alla guida dell’istituto personalità come Giusto Monaco, grecisti di «elevatissimo profilo culturale con provati requisiti tecnico-professionali», identikit richiamato nella lettera di Ornaghi che s’è irritato quando, dovendo nominare per legge il sovrintendente su una terna proposta del consiglio di amministrazione, si è trovato davanti a tre nomi, uno dei quali è proprio quello di Balestra. Adesso, pur evitando una polemica in prima persona, i suoi portavoce fanno rimbalzare il risentimento: «Il ministro non è un notaio. A Visentin e a chi sta in consiglio era stato chiesto "un ricambio". Invece, ecco una terna che è un unicum. E lo è perché, oltre a Balestra, si fa riferimento a due nomi privi dei curriculum richiesti...».
Ci resteranno male gli altri due: Andrea Porcheddu, critico teatrale, insegnante di Metodologia della critica dello spettacolo a Venezia, e Sergio Claudio Perroni, editore, traduttore e saggista. Ma ci restano male i loro amici. A cominciare da Buttafuoco che sta nel consiglio di amministrazione: «Se il ministro non conosce Perroni non è degno di fare il ministro, ma sono sicuro che glielo fanno dire senza nemmeno informarlo visto che comanda il direttore generale Salvo Nastasi, genero di Gianni Minoli e imparentato con la Melandri per cui s’è sperticato...». Va giù duro anche la Prestigiacomo: «Delusa da Ornaghi. S’è ammazzato per la Melandri e adesso contesta la terna senza averne titolo». In linea con Granata che parla dei successi di Balestra e dei conti in ordine, forse urtando la suscettibilità di chi non ama l’uscente. A cominciare da Pippo Gianni, il deputato del Pid di Saverio Romano passato alla storia, pardon, alla cronaca tv per un contestato apprezzamento sulle «donne che rompono...». Stavolta a «rompere» sarebbe Balestra perché Gianni con il vicesindaco che sostituisce Visentin in attesa del commissario regionale ha già tirato fuori la sua carta: Manuel Giliberti. Un siracusano che avrebbero voluto proporre convocando un consiglio a tamburo battente. Presieduto dallo stesso vicesindaco. Per questo redarguito come «un Cetto Laqualunque» via mail da uno dei consiglieri, Gianfranco Nuzzo, docente a Palermo dove fu allievo di Monaco. Appendice di una tragedia, l’unica che per il momento va in scena.
Felice Cavallaro