Alfredo D’Agnese, la Repubblica 11/1/2013, 11 gennaio 2013
ALFREDO D’AGNESE
NAPOLI
Non accade tutti i giorni di imbattersi in un abito di scena realizzato con oltre 100 sacchetti di immondizia. Al San Carlo di Napoli dal 19 al 29 gennaio si materializzerà un sogno ambientalista:
Rusalka,
l’opera in tre atti di Antonin Dvorak e Jaroslav Kvapil, lancerà un messaggio raramente recepito dal mondo della lirica.
Gli attori andranno in scena con i 70 costumi realizzati da Mateja Benedetti con materiali riciclati ed ecocompatibili. In occasione di ogni rappresentazione sotto il portici del teatro sarà allestito un “blue carpet” su cui gli spettatori potranno sfilare con i propri capi e gli accessori che seguono la moda ambientalista e a chilometro zero. Una commissione premierà le creazioni più originali. E’ il tocco finale
su un allestimento fuori dal comune. Le scene di Walter Scheutze si ispirano all’arte contemporanea, e sono arricchite dalle videoproiezioni curate da Christoph Grigoletti e Claudio Schmid.
A dirigere
Rusalkasarà
John Fiore del Norwegian Opera and Ballett.
Il lavoro è frutto delle intuizioni del regista Manfred Schweigkofler che ha deciso di
trasformare «l’opera dell’orgoglio slavo in un canto d’amore alla Natura. Oggi si parla di natura impazzita ma è l’uomo ad aver perso il controllo di sé. La fiaba ci racconta di una natura che vuole bene all’uomo ma che non riceve ascolto. Questa chiave di lettura ci è parsa giusta per il momento che stiamo attraversando». Gli fa eco Mateja Benedetti: «Con questa versione vogliamo dimostrare che si può fare bene anche spendendo poco. Abbiamo abbattuto del 75 per cento le spese per gli abiti e siamo pronti a scommettere che non si vedrà la differenza con gli abiti più sfarzosi». La fashion designer di Lubjana punta a rivoluzionare la scena. «Il 70 per cento del materiale che ho utilizzato è ricavato da costumi e tessuti già usati, il 10 per cento acquistando materiale ecologico come pelle di salmone, canapa, bambù e seta organica» dice.
Mateja Benedetti si divide tra insegnamento e sperimentazione nel mondo della moda. «Studio l’ecologia dei tessuti. Quando mi ha chiamato Manfred sono rimasta sorpresa; le idee che voleva portare in teatro coincidevano con le mie. Ci piacerebbe che lo spettatore lasci il teatro con un’idea nuova sul rapporto tra uomo e natura».